Le famiglie italiane spendono solo l’1% in istruzione

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Negli ultimi anni, la spesa delle famiglie italiane ha subito significativi cambiamenti, con un aumento complessivo del 16% dal 2019 al 2023, passando da 1.087 miliardi a 1.258 miliardi di euro. Questo incremento è stato fortemente influenzato dall’inflazione e dalla pandemia, come evidenziato da un’analisi del Centro studi di Unimpresa.

La voce principale di spesa rimane la casa, che nel 2023 ha assorbito 364 miliardi di euro, pari al 29% del totale e in crescita del 17% rispetto al 2019. A seguire, gli alimentari rappresentano il 15% del budget familiare con 185 miliardi, segnando un aumento del 19% rispetto ai cinque anni precedenti.

Anche i trasporti, stabili al 13% del totale, sono cresciuti del 14%, mentre la voce “beni e servizi vari” ha registrato l’incremento maggiore (+34%), raggiungendo i 150 miliardi, ossia il 12% della spesa totale. Alberghi e ristoranti restano fermi al 10%, con una spesa di 124 miliardi (+9%). Cultura e tempo libero, con 86 miliardi (+16%), occupano il 7% dei budget familiari, mentre la spesa per abbigliamento e calzature è rimasta quasi invariata, con 66 miliardi e una leggera riduzione della percentuale complessiva al 5%.

Nonostante un aumento in termini assoluti, la spesa sanitaria ha subito una riduzione in percentuale, passando dal 4% al 3% del totale, sebbene il costo sia cresciuto da 38 miliardi a 43 miliardi (+12%).

L’istruzione resta il fanalino di coda, con una spesa che rappresenta solo l’1% del budget familiare. Si tratta dell’unica voce in calo rispetto al 2019, con una diminuzione del 2%, passando da 9,9 miliardi a 9,7 miliardi.

Il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, sottolinea come questi dati riflettano criticità culturali e sistemiche, con scarsa attenzione all’istruzione e un sistema sanitario inefficiente che grava sui bilanci familiari.