Una strada ancora lunga, ma nella direzione giusta: è il percorso della Sanità campana, che per alcuni aspetti, è già in linea con le regioni virtuose del Centro-Nord. Una strada ancora lunga, ma nella direzione giusta: è il percorso della Sanità campana, che per alcuni aspetti, è già in linea con le regioni virtuose del Centro-Nord. È il quadro che emerge dai dati relativi all’Asl Napol 1 per gli anni 2012 e 2013, confrontati con quelli di Basilicata, Liguria, Marche, Toscana, Umbria, Veneto e delle province autonome di Trento e Bolzano. Le cifre sono contenute nello studio del laboratorio Management e Sanità (Mes) della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, finalizzato alla costituzione di un network che metta in luce le performance migliori per diffonderle sul territorio nazionale. Essendo la più grande azienda sanitaria d’Europa e la realtà su cui pesa maggiormente il deficit strutturale, l’adesione dell’Asl Na1 al circuito può offrire uno sguardo d’insieme sulla sanità campana. Il dato generale è incoraggiante, in quanto il 71,1% dei 45 indicatori presi in esame registrano un miglioramento tra il 2011 e il 2012, con un trend che si conferma nello scorso anno. “Notiamo dei progressi rispetto al passato – spiega Federico Vola del Mes – abbiamo indicatori per i quali la Campania è in linea con il CentroNord, come il consumo di antibiotici o le risonanze muscolo-scheletriche per i pazienti con oltre 65 anni”. Ancora criticità da risolvere, ma parametri accettabili – Resta ancora molto da fare sull’utilizzo appropriato della risorsa ospedaliera, aggiunge Vola, sottolineando che “da questo punto di vista siamo sopra la mediana nazionale per tutti i tassi di ospedalizzazione, anche se il trend è in miglioramento e, in alcuni casi, i progressi fatti sono superiori rispetto alle regioni virtuose, come quelle del nord”. Anche il direttore generale dell’Asl Na1, Ernesto Esposito, riconosce il cammino ancora da compiere, ma mette in luce i passi in avanti evidenziati dallo studio. “Siamo ancora tra i principali consumatori di alcuni farmaci, come gli antibiotici – ha dichiarato – e siamo a un livello basso per le cure domiciliari, ma siamo in piena media sulla riduzione dei ricoveri ospedalieri o sull’aumento delle prestazioni ambulatoriali e la cosa più importante è che le nostre criticità sono del tutto sovrapponibili ad altre realtà come Genova o Bari”. Un aspetto rimarcato anche dal direttore del laboratorio Mes, Sabina Nuti, che presentando i dati delle altre regioni mostra come non ci siano “realtà che hanno esclusivamente punti di forza o debolezza” e come prevalga invece “un quadro più composito, che va analizzato negli ambiti specifici e senza generalizzare”. In riferimento al Programma nazionale Esiti, che nella prima versione presentata venerdì scorso a Napoli ha dato una valutazione sostanzialmente negativa della sanità campana dal punto di vista dell’offerta di servizi al paziente, Esposito precisa che “il Pne si basa esclusivamente sulle schede di dimissione ospedaliera e non tiene conto dei fattori sociosanitari e ambientali e degli indicatori territoriali. Il lavoro presentato oggi – aggiunge – è molto più complesso e ricco di indicatori, che da una parte evidenziano le criticità della Campania, dall’altra confermano gli sforzi che stiamo facendo, con parametri che ci pongono a livelli accettabili sul piano nazionale”.