Le accuse del Consiglio Ue alla polizia italiana e la sobria (ma decisa) reazione di Mattarella

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La giornata del 22 ottobre 2024, martedì, deve essere inserita nell’elenco dei fatti salienti di ogni genere da ricordare. In special modo da parte degli italiani, essa è destinata a restare a lungo nella memoria collettiva. All’incirca lo stesso vale per gli altri europei, quelli che vivono di la delle Alpi. Non è fuori luogo pensare che, a parte gli antieuropeisti dichiarati, la maggioranza dei quali non riesce a fornire spiegazioni tenute insieme da un filo di coerenza, nonché da alcune minoranze sparute che hanno iniziato lo stesso giorno a cavalcare la tigre, tutti gli altri europei, chi più, chi meno, hanno provato la stessa sensazione che se avessero ricevuto un calcio in faccia. Non ce ne sarebbe bisogno, ma almeno una volta è opportuno riscrivere la sintesi del casus belli: il Consiglio d’Europa ha tacciato l’ Italia, in particolare le Forze dell’Ordine, di essere improntata da forti sentimenti razzisti, soprattutto verso i disperati provenienti dall’Africa. Appena un gradino più su vanno classificati quelli nei confronti di coloro che scappano dal Medioriente. Prima contestazione: non erano gli italiani, secondo una certa UE farisea, che con la loro umanità facevano entrare nella Casa Comune tutti e anche di più, mettendo a repentaglio anche il quieto vivere degli altri inquilini? Come questo tanti comportamenti simili sono stati contestati a Roma da Bruxelles, con il risultato di aver fatto incancrenire il problema. Le conseguenze sono ancora oggi sotto gli occhi di tutti. È così più che comprensibile che un nutrito insieme di sentimenti diversi eppure validi ha finito per addolorare soprattutto il Presidente Mattarella. Il Capo dello Stato non ha esitato a rispondere con toni duri seppure mai fuori della norma, equilibrati e mai offensivi. È da credere anche che, facendo come appena descritto, abbia conquistato il piazzamento di chi sta dalla parte della ragione. Si è astenuto inoltre dal mettere sul tavolo le gesta di altruismo compiute non solo da quei militari ora additati, ma anche da tanti civili che non sono mai riusciti a rimanere distaccati da quella forma di castigo che stava colpendo i loro simili. Ciò fa pensare ancor più in merito al comportamento del Consiglio d’ Europa, cioè il vero motivo della lavata di testa a chi guida il Paese. Con scatti d’ira completamente gratuiti, venuti fuori non si è ancora capito bene se pungolati da qualcuno o da qualcosa, si sono innescate reazioni e comportamenti simili a quelli che si scorgono a occhio nudo nelle partite di calcio, in specie nei tornei minori. Che la società non solo italiana al momento viaggi a naso è pressoché accettato senza obiezioni nel mondo intero.
Viceversa si stenta a prendere atto che i costumi dissoluti a causa delle guerre stiano viaggiando in completo sbandamento, con modalità simili a quelle dell’ultimo dopoguerra. Il problema è che non si intravede nemmeno l’ombra di un piano che almeno ricordi l’ombre di quello dell’economista Marshall. Una sola cosa è certa per il mondo intero: almeno fino alla fine del decennio in corso grandi cambiamenti non riusciranno a prendere forma.
Tra di essi comportamenti che diano nuove forze all’economia.
Salvo (improbabili) variazioni dell’ultima ora.