Lavoro, nel Milleproroghe niente misure di sostegno a compagnie e imprese portuali

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Foto di Pat Whelen su Unsplash

“Il Governo ha commesso un grave errore nell’omissione dei finanziamenti alle compagnie e imprese portuali, nonostante l’impegno dichiarato del Mit. La proroga dell’ex articolo 199 è saltata, lasciando i lavoratori in grande difficoltà e affidando le loro sorti ad un incerto emendamento in parlamento durante la conversione del decreto”. Lo denunciano la vicepreside del Gruppo Pd alla Camera, Valentina Ghio, e il capogruppo in commissione Ambiente, Marco Simiani. “Nel decreto Milleproroghe – aggiungono – manca il prolungamento delle misure a sostegno del lavoro portuale, impattato dal calo di traffico dovuto ai conflitti in Ucraina, Medio Oriente e Mar Rosso. Le misure ex articolo 199 riguardano il sostegno nel 2024 alle compagnie e imprese portuali e minori giornate di lavoro, un problema cruciale per il sistema imprenditoriale portuale. Il vice ministro Rixi e Salvini si sono impegnati personalmente, ma il decreto è entrato con l’ex articolo 199 e ne e’ uscito senza. La possibilità da parte del Mit di presentare un emendamento durante l’approvazione del Milleproroghe in parlamento ci sembra auspicabile ma poco probabile, poiché la premier Giorgia Meloni potrebbe porre la fiducia, azzerando gli emendamenti. A quel punto, la situazione nei porti può diventare veramente un pasticcio sulla pelle dei lavoratori. Altro aspetto non banale è che nel decreto legge c’è il prolungamento di soli 3 mesi, con 2,2 milioni di euro per coprire gli ammortizzatori sociali, per le Agenzie del lavoro portuale di Taranto, Gioia Tauro e Cagliari, istituite a seguito di crisi aziendali dei terminalisti. Tuttavia, l’Agenzia di Taranto chiuderà a fine giugno 2024 se non interverranno ulteriori misure, mettendo a rischio 339 lavoratori. Se il Governo non darà una risposta certa e concreta, oltre alla perdita della credibilità dei rappresentanti istituzionali del Mit che più volte hanno dato vaste rassicurazioni, a perdere saranno soprattutto i lavoratori portuali a rischi di pesanti crisi occupazionali”.