Lavoro, Istat: crescita occupazionale maggiore al Sud, ma il Nord è ancora lontano

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Nel complesso, l’incremento dell’occupazione nell’ultimo anno è diffuso sul territorio ed è più accentuato nel Mezzogiorno, ripartizione che nel corso della crisi ha registrato le perdite di occupazione più consistenti. Lo rivela una analisi Istat. Tra il 2014 e il 2015, nelle regioni meridionali il tasso di occupazione 15-64 anni cresce di 0,8 punti (+0,5 nel Centro e nel Nord), ma il livello dell’indicatore resta comunque inferiore a quello del 2008 di 3,5 punti (-2,1 punti nel Nord e -1,3 nel Centro). I divari territoriali restano pertanto accentuati: se nel Centro-nord sono occupate oltre 6 persone su 10 tra i 15 e i 64 anni, nel Mezzogiorno scendono a poco più di 4. Nel 2015 diminuisce inoltre il tasso di disoccupazione, soprattutto nelle regioni meridionali (-1,3 punti in confronto a -0,7 nel Centro e -0,5 nel Nord). Tuttavia, le differenze territoriali rimangono elevate: l’indicatore passa dal 19,4% nel Mezzogiorno, al 10,6% nel Centro e all’8,1% nel Nord. Nelle regioni del Nord gli incrementi più elevati del tasso di occupazione si segnalano in Liguria e Piemonte (rispettivamente +1,7 e +1,3 punti); il tasso di disoccupazione si riduce in tutte le regioni a eccezione di Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia in cui rimane invariato. La Liguria presenta anche la più forte riduzione del tasso di disoccupazione .

L’analisi provinciale
A livello provinciale, gli incrementi maggiori del tasso di occupazione si segnalano a Novara, La Spezia, Imperia, Alessandria, Genova e Vicenza (con variazioni tra 2 e 3 punti) a fronte di un calo di 2-3 punti nelle province di Verona, Monza e della Brianza; le riduzioni più elevate del tasso di disoccupazione si registrano a Imperia, Venezia e Novara (cali compresi tra -3 e -2 punti), mentre l’indicatore cresce di più a Trieste, Monza e della Brianza, Padova e Verona (incrementi tra 1 e 2 punti). Tra i grandi comuni il tasso di occupazione aumenta di più a Genova e Venezia (+3,4 e +2,3 punti), dove è maggiore anche il calo del tasso di disoccupazione (-2,7 e -2,9 punti); Verona è invece l’unico grande comune in cui la quota di occupati è in calo (-2,7 punti) e il tasso di disoccupazione cresce leggermente. Nelle regioni del Centro il tasso di occupazione cresce soprattutto in Umbria e Toscana (+2,1 e +1 punti), mentre diminuisce nelle Marche (-0,3 punti). Il tasso di disoccupazione si riduce in tutte le regioni del Centro, specie in Umbria e Toscana.

Tra le province, gli aumenti più elevati del tasso di occupazione si segnalano a Lucca, Pistoia, Pisa, Frosinone, Grosseto, Siena, Perugia e Terni (tra i 2 e i 4 punti), mentre i cali più accentuati si registrano a Firenze, Pesaro-Urbino, Prato e Latina (con riduzioni tra -1 e -2 punti). Le province con i cali maggiori del tasso di disoccupazione sono Lucca, Massa-Carrara e Pistoia (tra -6 e -3 punti), mentre l’indicatore aumenta a Pesaro-Urbino, Arezzo e Siena.

I grandi Comuni
Tra i grandi comuni, se il tasso di occupazione cala a Firenze (-0,2 punti) e rimane sostanzialmente invariato a Roma quello di disoccupazione aumenta nel capoluogo toscano (+0,8 punti) e diminuisce nella Capitale (-0,3 punti). Nel Mezzogiorno la crescita del tasso di occupazione è dovuta soprattutto agli andamenti positivi di Basilicata, Sardegna, Puglia e Sicilia (incrementi tra 1 e 2 punti); la Calabria è l’unica regione meridionale con l’indicatore in calo. Il tasso di disoccupazione si riduce in tutte le regioni a eccezione dell’Abruzzo, dove il tasso rimane sostanzialmente invariato; in Campania e Puglia si segnalano le riduzioni più forti (-1,9 e -1,8 punti). Tra le province del Mezzogiorno, Carbonia-Iglesias, Sassari, Medio Campidano, Trapani e Benevento registrano incrementi del tasso di occupazione pari o superiori ai 3 punti; Cosenza è l’unica provincia della Calabria con un dinamica positiva dell’indicatore mentre le altre presentano una diminuzione superiore a un punto, così come Pescara, Barletta-Andria-Trani, Agrigento, Nuoro, Ogliastra e Olbia-Tempio. Il tasso di disoccupazione si riduce con maggiore intensità (3 punti e oltre) nelle province di Medio Campidano, Cosenza, Isernia, Trapani, Lecce, Enna, Benevento, Catania, Olbia-Tempio e Sassari, mentre gli incrementi maggiori si segnalano a Crotone, Reggio Calabria, Nuoro, Catanzaro e Ragusa (tra 1 e 4 punti). Tra i grandi comuni del Mezzogiorno, soltanto Bari e Palermo presentano un andamento positivo del tasso di occupazione (nell’ordine +1,2 e 0,9 punti), mentre a Napoli il livello è invariato e a Messina e Catania si riduce di -0,3 e -0,2 punti. Al calo del tasso di disoccupazione dei comuni di Napoli e Bari si contrappone l’incremento di Palermo e Messina, mentre a Catania il valore dell’indicatore resta pressoché invariato.