Lavoro, il cardinale Sepe: “Ridare ai cittadini i diritti negati”. E convoca tutti i vescovi del Sud

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Circa cento vescovi delle regioni meridionali si ritroveranno all’inizio del prossimo anno a Napoli per fornire indicazioni concrete su come affrontare il dramma della disoccupazione. Lo annunciato l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, nel corso della presentazione della lettera pastorale “Vestire gli ignudi” che detta le linee di lavoro per il prossimo anno pastorale. Non sarà una sessione di analisi del problema, ha detto il cardinale Sepe “ma cercheremo di fornire delle proposte concrete che possono essere attuate se ognuno farà la sua parte”. Al programma di lavoro, al momento, stanno lavorando due vescovi delegati delle regioni Sicilia, Basilicata, Campania, Calabria e Puglia. Al tavolo di confronto oltre ai responsabili delle diocesi, che sono quelle maggiormente esposte, ha detto ancora il cardinale Sepe, saranno invitati anche i rappresentanti del governo, delle organizzazioni sindacali, delle strutture datoriali. 
L’arcivescovo di Napoli a margine della presentazione a proposito dei tragici fatti di Nizza ha detto che nelle prossime ore telefonerà al console generale di Francia “per esprimere il cordoglio e la vicinanza della Chiesa di Napoli al popolo francese. Non c’è aggettivo per definire tanta crudeltà”. 
“Mi hanno colpito le immagini di quei poveri bambini – ha detto il cardinale Sepe – Ed io mi chiedo perché tanta crudeltà”. Per il cardinale Sepe “la carità va praticata e non solo predicata perché laddove non c’è la carità trova spazio l’odio, la sopraffazione, la guerra”. 
Gli ignudi sono quelli “che sono stati spogliati dei loro diritti, quei bambini che hanno subito violenza, quelle donne maltrattate, qui giovani che non hanno speranza per il loro futuro. Ed è a loro che la Chiesa di Napoli guarda” ha detto poi l’arcivescovo presentando la lettera pastorale. “Dobbiamo rivestire – ha ammonito il presule dinanzi al tre vescovi ausiliari della più grande diocesi del Mezzogiorno – coloro ai quali sono stati negati i diritti, privati dei vestiti della dignità. Quanti padri mi scrivono quotidianamente lamentandosi del fatto che non riescono a portare a casa un piatto per sfamare i loro figli”. 
“Non basta chinarsi sull’altro per metterlo in piedi. Se non si individuano le cause del suo malessere non si risolve il problema alla radice. Per questo, la forma più alta della carità è la politica, come capacità di elaborare una visione generale della società, di eliminare gli impedimenti, di formulare progetti tendenti al bene comune”, si legge in una sintesi della lettera. Per favorire la crescita del senso di responsabilità civica, si suggerisce, ha detto ancora il cardinale Sepe, “concretamente di delimitare alcuni territori d’intervento, mettere in rete le parrocchie, le scuole, le associazioni,il mondo delle professioni per realizzare insieme alcuni obiettivi comuni”. La Chiesa di Napoli suggerisce di “intervenire sulle cause del disagio e della povertà e farsi promotori di una presa di coscienza di responsabilità civica da parte di tutti, istituzioni e semplici cittadini, cattolici e laici”.
“Costruire la città è compito di tutti, sia della comunità civile sia di quella religiosa” scrive Sepe nella presentazione della lettera pastorale “Vestire gli ignudi”. Una lettera scritta dopo gli Stati Generali della Chiesa di Napoli che si sono tenuti a Pacognano. Un momento di confronto serrato tra i vertici della Curia ed i parroci che sul territorio avvertono i disagi e le preoccupazioni dei cittadini. Il cardinale Sepe, da dieci anni alla guida della diocesi di Napoli, è convinto “che oggi sia necessario prendersi cura del disagio sociale sia a valle, per tamponare le urgenze quotidiane, ma soprattutto a monte per intervenire sulle sue cause e per evitare che l’emergenza diventi quotidiana normalità”. E per questo, aggiunge “i credenti non possono non interessarsi, insieme ad altri cittadini, di elaborare soluzioni tese a garantire il maggior benessere a tutti”.