Lavoro, class action dei dipendenti pubblici conto la P.A.

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“I dipendenti pubblici si sono sempre più impoveriti. Una cosa grave, di cui non se ne occupa nessuno, ne’ il Governo ne’ i sindacati”. A dirlo il presidente nazionale del Codacons, Carlo Rienzi, annunciando a Salerno l’avvio di una class action al Tar del Lazio finalizzata al riconoscimento di un indennizzo per oltre 3 milioni di dipendenti pubblici e un ulteriore risarcimento di 200 euro al mese per ogni dipendente, a fronte del ritardo nell’esecuzione della sentenza numero 178 della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco dei contratti nel pubblico impiego, imponendo il rinnovo contrattuale a partire dall’1 gennaio di quest’anno. “La categoria è stata penalizzata – aggiunge – si è pensato a salvare le banche, ma non i pubblici dipendenti”. “Parte oggi la più grande azione di risarcimento contro lo Stato”, dice Rienzi. La richiesta della class action è di un indennizzo dallo Stato di 100 euro al mese dal 2010, per un totale di 8.800 euro per ciascun dipendente statale penalizzato dal blocco del contratto nazionale. La sentenza della Corte Costituzionale del 24 giugno 2015 ha stabilito che il blocco dei contratti del pubblico impiego attuato con il decreto legge numero 78 del 2010, convertito in legge (122/2010), è illegittimo. “Chiediamo quindi – aggiunge – il rinnovo dei contratti collettivi per il personale del pubblico impiego dipendente dal primo gennaio come da obbligo direttamente scaturente dalla sentenza della Corte Costituzionale”. Il Codacons ha presentato anche un atto di diffida indirizzato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai ministeri del Lavoro, delle Finanze e della Pubblica amministrazione per dare immediata esecuzione alla sentenza, “provvedendo, ognuna secondo le proprie competenze, a dare corso alle procedure contrattuali e negoziali relative al nuovo triennio 2016-2018”.