Tra la figura del lavoratore autonomo e quella del libero professionista ci sono delle differenze fondamentali. Percorriamole insieme, perché è opportuno conoscerle.
Frequenza
La frequenza o ripetizione dell’attività è una delle principali differenze tra un libero professionista e un lavoratore autonomo.
- L’ attività di libero professionista deve essere occasionale, sporadica. Inoltre il compenso economico percepito per detta attività o servizio non può essere sempre dello stesso importo.
- L’attività di lavoratore autonomo, invece, è svolta con regolarità.
Profitti
- La retribuzione mensile di un libero professionista non può superare la Retribuzione Interprofessionale Minima.
- Il lavoratore autonomo non ha invece alcun limite di guadagno. Più guadagna, più profitti accumula.
Fonte di reddito
- L’attività del libero professionista non dovrebbe essere l’unica fonte di reddito.
- La retribuzione che un lavoratore autonomo riceve per la sua attività costituisce invece il 100 per cento del suo reddito.
Tassazione
- Tutti i lavoratori autonomi devono essere iscritti nella sezione corrispondente alla loro attività nell’imposta sulle attività economiche.
- Anche un libero professionista deve iscriversi a questa tassa per emettere fatture, altrimenti non sarebbe abilitato a farlo.
Questo è un punto che viene spesso trascurato da molti liberi professionisti. Infatti sono poi costretti a utilizzare diversi trucchi per addebitare i loro servizi, perché non sono registrati presso il fisco. Tuttavia, dovrebbero sapere che se il Tesoro viene a conoscenza della loro attività, potrebbero essere colpiti con pesanti sanzioni.
La cosa migliore, quindi, è dichiarare ai fini Irpef i redditi ricavati dalla propria attività.
Sia i liberi professionisti che i lavoratori autonomi possono combinare la loro attività con un lavoro integrativo.
Regime pensionistico
Tutti i lavoratori autonomi devono necessariamente essere iscritti al Regime Speciale per i Lavoratori Autonomi. Questo, oltre a fornire loro una maggiore certezza del diritto, garantisce loro la possibilità di ottenere diritti e coperture differenti per i rispettivi contributi.
Ci sono liberi professionisti che contribuiscono per la propria attività imprenditoriale (albergatori, negozianti, trasportatori, elettricisti, ecc.) e altri per la propria attività professionale (avvocati, ingegneri, architetti, ecc.).
Un libero professionista non è tenuto a iscriversi purché la sua attività sia occasionale. Quindi essa non deve essere la sua unica fonte di reddito.
Tuttavia, se una di queste condizioni non è soddisfatta, si è obbligati a iscriversi a tale sistema, anche se si lavora come dipendente.
In ogni caso, è conveniente che il libero professionista si iscriva per avere maggiore certezza del diritto. Infatti si sono verificati casi di sanzione per mancata iscrizione.
Fatturazione
Un libero professionista è sempre obbligato a emettere fattura per il proprio lavoro o servizio.
Stesso obbligo ha il lavoratore autonomo. In tutte le fatture è necessario aggiungere il 21% di IVA, a meno che l’attività non sia esente o abbia qualche riduzione. Allo stesso modo, se si fattura a un’azienda o a un altro professionista, è necessario inserire anche l’IRPEF.
Una volta individuate le differenze tra il libero professionista e il lavoratore autonomo, si può valutare se concretizzare un’idea d’impresa in autonomia oppure no. Quando si inizia a percepire un reddito, si può scegliere l’applicazione per professionisti beprof per garantire il proprio futuro.