L’ambasciatore della Bielorussia incontra i vertici della Camera di Commercio di Napoli

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In foto Aleksandr Guryanov

Una joint venture importante quella tra l’Italia e la Bielorussia anche in funzione dell’internazionalizzazione e delle grandi potenzialitá espresse dalla Campania e dai suoi prodotti. Questo il senso dell’incontro presso la Camera di Commercio di Napoli tra l’ambasciatore bielorusso in Italia Aleksandr Guryanov ed i vertici dell’ ente camerale partenopeo. La Bielorussia di oggi è un Paese che desidera sviluppare un dialogo costruttivo con l’Occidente e che offre interessanti opportunità per le nostre imprese. Negli ultimi anni, infatti, il suo sistema economico ha dimostrato particolare dinamismo, come evidenziato dai dati di crescita del PIL: +2,5 % nel 2017, +4% nel 2018 e +2% nel 2019.
Il dialogo economico fra Italia e Bielorussia ha da sempre goduto di buona salute e negli ultimi anni si è progressivamente rafforzato, soprattutto sul fronte commerciale. Per Minsk l’Italia è il nono partner commerciale mondiale e il sesto dell’Unione Europea. Il volume totale dell’interscambio è progressivamente cresciuto. Secondo il Comitato Doganale Statale bielorusso, l’interscambio è passato da circa 350 milioni di Euro nel 2016 ai circa 700 milioni del 2018. Molto positiva la dinamica del nostro export, anche grazie al supporto di Sace, +32% nel 2017 e +6 % nel 2018, che dimostra la tendenziale preferenza di consumatori e imprese bielorusse per le nostre produzioni di qualità, cui si è aggiunta anche una ripresa dell’import dalla Bielorussia, arrivato nel 2018 a +10% su base annua. Ai principali settori dell’export nazionale, ovvero meccanica strumentale (macchine lavorazione legno, linee di imballaggio, imbottigliamento, industria alimentare e allevamento), si affiancano altresì i tradizionali settori della produzione italiana: moda, tessile, agroalimentare, manifatturiero, arredamento e abbigliamento. L’Italia è in genere percepita come un partner serio ed affidabile i cui prodotti sono sinonimo di alta qualità. Il tessuto imprenditoriale italiano residente nel Paese è prevalentemente costituito da piccole e medie imprese. Nell’ultimo decennio, tuttavia, si è registrato un aumento di interesse da parte di importanti realtà multinazionali, tra cui si segnalano Danieli, il Gruppo Trevi, Manuli Rubber Industries e Rizzani de Eccher. Esistono, poi, uffici di rappresentanza e punti vendita delle più affermate aziende italiane non solo nel campo della moda e dell’arredamento ma anche in altri settori, come la meccanica industriale e l’agricoltura. Nel complesso si registra un aumento tendenziale delle imprese bielorusse a capitale italiano. Nel corso dell’utlimo decennio le imprese italiane in Bielorussia sono sostanzialmente raddoppiate, passando dalle circa 100 del 2010 alle oltre 200 del 2019. Il sistema di supporto all’imprenditoria italiana in Bielorussia si è negli ultimi anni progressivamente strutturato grazie al particolare dinamismo della comunità imprenditoriale residente. A novembre 2017 è stata costituita, in raccordo con l’Ambasciata d’Italia a Minsk, Confindustria Belarus, associazione senza scopo di lucro nata per aggregare, in un’ottica di sistema, le imprese italiane e le principali associazioni di categoria da tempo attive nel Paese, come la Camera di Commercio Italiana per la Bielorussia, che ne è socio fondatore onorario. La Camera, peraltro, offre i necessari servizi operativi e di assistenza alle imprese in loco tramite il suo Centro di Promozione per l’Economia Italiana in Bielorussia ora collegato a Confindustria. Si attende, infine, l’apertura di un’antenna dell’ICE in sinergia con il servizio economico-commerciale dell’Ambasciata d’Italia a Minsk. Per completezza si segnala come a livello locale italiano sono poi diverse le realtà istituzionali e associative che, con il loro costante operato, contribuiscono al miglioramento delle relazioni economiche fra Italia e Bielorussia, come alcune Regioni e Comuni, le CNA territoriali e molte associazioni private. In calo, seppure ancora in linea con altri Paesi europei, l’afflusso di capitali da società registrate in Italia. Si tratterebbe, secondo la Banca Centrale Bielorussa, di 0,192 miliardi USD nel 2014; 0,205 nel 2015; 0,191 nel 2016 e 0,101 nel 2017e 0,05 nel 2018 per una media annuale di circa 0,148 miliardi USD. Tradizionalmente, i nostri investimenti si caratterizzano per acquisizioni proprietarie di società pubbliche, come il caso del gruppo Trevi con la società Seismoteknika di Gomel o come il gruppo Manuli Hydraulics a Orsha, prevalentemente nel settore oil & gas. Scarsa la propensione ad effettuare investimenti ”green field” oppure a finanziare societa’ locali (banche incluse) con strumenti di debito.