L’ambasciatore del Regno Unito a cena con imprenditori napoletani al Circolo Savoia

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In foto Luigi Carrino e Jill Morris

La collaborazione  tra Italia e Regno Unito, le relazioni internazionali, commerciali e culturali, l’internazionalizzazione e l’economia sono stati al centro dell’incontro organizzato dal Distretto Aerospaziale della Campania presso il Circolo Savoia a Napoli con l’ambascatore britannico in Italia Jill Morris. Nel sistema economico della Regione Campania la filiera produttiva aerospaziale riveste un ruolo di primissimo piano rappresentando un elemento di sviluppo del territorio sia in termini di presenza industriale, sia per l’elevato contenuto delle conoscenze tecnologiche richieste dai processi produttivi. Ai grandi operatori si affianca un tessuto di piccole e medie aziende subfornitrici in grado di utilizzare le tecnologie, implementare i processi produttivi, garantire gli standard tecnici di qualità e di precisione richiesti dall’industria aerospaziale. Lo studio condotto da SRM (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno) nel 2011 evidenzia che la Campania è la seconda regione d’Italia dietro la Lombardia e la prima per numero di dipendenti. La Campania da sola esprime una quota di mercato del 22%, giusto di due punti percentuali inferiore alla Regione Lombardia.
Il DAC ha messo a punto uno studio di fattibilità fondato su 11 programmi strategici approvato dal MIUR con il massimo punteggio.
Complessivamente gli 11 programmi prevedevano un investimento di 145 milioni di euro da sviluppare sull’arco di un triennio.  Per la Campania il DAC rappresenta un passo fondamentale verso la realizzazione e la gestione di un modello industriale a rete in grado di progettare soluzioni competitive e proporle sul mercato a livello nazionale e internazionale. Come nuovo modello di sviluppo la sfida raccolta dal DAC è legata al consolidamento ed all’integrazione delle capacità di tutte le anime industriali del territorio della Campania: aviazione commerciale, aviazione generale, spazio e vettori, manutenzione e trasformazione.
La capacità di integrare tutte le anime della filiera tecnologica e produttiva mettendole in relazione con la ricerca consente di creare un modello nuovo basato su una progettualità che garantisce un’autentica prospettiva strategica.  Tale obiettivo è consentito anche dalla costruzione di un modello di Governance innovativo in grado di garantire la rappresentanza necessaria a ciascun soggetto ed al tempo stesso di utilizzare un sistema di gestione collaborativo di project & knowledge management su cui tutti i partner operano autonomamente ma con una visione integrata. Le azioni trasversali messe in campo dal DAC per focalizzare gli sforzi ed indirizzare la strategia del territorio riguardano la formazione professionale e l’alta formazione, il trasferimento tecnologio e la comunicazione, la dualità e l’internazionalizzazione in ottica meta distrettuale. In merito a quest’ultimo argomento si registra un primo elemento di concretezza , l’adesione al Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio. L’impostazione strategica si attua così nell’ambito di un sistema più ampio che coinvolge gli altri distretti territoriali e l’intera filiera nazionale dell’aerospazio difatti al Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio partecipano come soci fondatori, insieme al DAC: Finmeccanica Spa, Avio Spa, l’associazione AIAD ed altri 4 distretti nazionali (Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia) con l’obiettivo di coordinare gli sviluppi e focalizzare gli sforzi in maniera coerente a livello nazionale ed internazionale. Vi partecipano 30 soggetti: 8 Grandi Aziende, 11 PMI (di cui 8 consortili che raggruppano 124  aziende e centri di eccellenza),  11 Centri di Ricerca (tra cui 5 Atenei campani). Il DAC vede la partecipazione di imporranti realtà industriali , da Leonardo , consorzi e Pmi locali,  (Foxbit ,Geven,  Calef, Rps Consulting, Oma Sud, Tecnam, Vulcanair, Chain, Caltec, Sam, Ali, Antares, Mese,  ) ed accademiche (Universita’ Federico II, Seconda Università  degli Studi di Napoli, Università Parthenope; Università del Sannio) oltre che Centri di Ricerca specializzati (CNR, ENEA, CIRA, INAF, ACCADEMIA AERONAUTICA, CORISTA) e società specializzate in venture capital (Vertis). Prima  donna a ricoprire quest’incarico, Morris ha sempre detto di essere «ottimista» sulla Brexit, illustrando una prospettiva che prevede di arrivare a un accordo che tuteli gli interessi di tutti, con una visione che punta a rassicurare il mondo economico e ad abbattere l’incertezza su quello che accadrà.
Tra il Regno Unito e l’Italia esiste da sempre una relazione speciale. Molte imprese italiane e campane hanno preferito per il loro business la Gran Bretagna e centinaia di migliaia di cittadini italiani hanno scelto di vivere, lavorare e studiare nel Regno Unito», ha detto il Presidente del  Distretto Aerospaziale della Campania Luigi Carrino.
“ Il Dac crede e investe nelle relazioni internazionali e nelle attività di internazionalizzazione. Con questo incontro desideriamo ulteriormente rafforzare la collaborazione con la Gran Bretagna che in questi anni ci ha visto lavorare insieme agli ottimi colleghi dell’Agenzia DIT Department for International Trade del governo britannico. Abbiamo partecipato a numerose missioni, realizzato efficaci scambi di ricercatori e favorito rapporti industriali. Il mio incontro con il premier Theresa May, a margine del suo discorso all’Europa lo scorso 22 settembre a Firenze, mi ha, inoltre, ulteriormente convinto che bisogna superare rapidamente la Brexit e creare nuovi spazi di collaborazione», ha concluso Carrino.
“ La ricerca scientifica britannica esprime eccellenze in diversi ambiti a livello mondiale – ha dichiarato l’ambasciatore Morris – attrae nelle sue strutture avanzati progetti e ricercatori internazionali tra i più brillanti e svolge un ruolo di leader nell’acquisizione di grants Erc per la ricerca di frontiera e nel coordinamento di progetti internazionali finanziati nell’ambito di Horizon 2020. Anche con la Brexit resta ferma la determinazione del governo britannico di rafforzare ed espandere le relazioni tra Italia e GB nel campo della ricerca scientifica. Siamo consapevoli del talento dei moltissimi ricercatori italiani che contribuiscono in maniera significativa ai successi della ricerca Made in Britain e al progresso del sapere scientifico in senso più ampio”.