L’agricoltura diventa smart con la tecnologia

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“L’agricoltura 4.0, cresce del 19% nel 2023 rispetto all’anno precedente e vale oltre 2,5 miliardi di euro. In questo quadro, la Ricerca può dare un contributo decisivo, insieme agli stakeholder, fornendo soluzioni e strumenti in grado davvero di cambiare la vita ai nostri agricoltori. Il CREA sta già lavorando in tal senso ed è pronto ad alleanze come quella con l’Università della Tuscia per essere ancora più incisivo sui territori, a partire dalla Regione Lazio” afferma il presidente del CREA, Prof. Andrea Rocchi, in occasione del workshop “L’impatto della innovazione tecnologica in agricoltura: la ricerca UniTUS e CREA” organizzato dal CREA, con il suo centro di Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari, e dall’Università degli studi della Tuscia. Quando si parla di agricoltura 4.0. ci si riferisce ai sistemi di monitoraggio satellitare, droni per la mappature dei terreni attraverso sistemi GIS, sensori in grado di registrare dati meteo e di fabbisogno idrico, strumenti di previsione per le stime (fabbisogni di fertilizzanti o di prodotti fitosanitari, modelli fenologici e sviluppo di fitopatie), strumenti di supporto alle decisioni (DSS) e modelli predittivi. Ma anche, tecnologia a rateo variabile, sistemi di guida assistita e automatica per le macchine agricole (con GPS), strumenti di gestione e diagnostica da remoto delle macchine o sistemi per la tracciabilità del ciclo di vita del prodotto (blockchain, telemetria). Solo per citare alcuni esempi fra i più diffusi. Sono tutte tecnologie all’avanguardia, sviluppate per migliorare le prestazioni produttive e ambientali delle aziende, minimizzando gli impatti negativi ed elevando gli standard qualitativi dei prodotti agricoli. nnegabili le ricadute in termini economici con un aumento delle performance (produttività e profitti), reso possibile dall’adozione di decisioni più efficaci in relazione ai contesti. E rilevanti anche i benefici in termini di sostenibilità ambientale, con l’ottimizzazione dell’uso delle risorse, la riduzione degli sprechi e il riutilizzo degli scarti in un’ottica di circolarità.

Nonostante siano molte le soluzioni in campo per modernizzare l’agricoltura, solo il 9% della superficie agricola viene gestita con tecnologie digitali e oltre il 70% delle aziende agricole ne utilizza almeno una e circa il 40% almeno due.

I principali investimenti riguardano macchinari e sistemi di monitoraggio (oltre il 50%), software gestionali (11%), piattaforme di integrazione dati (8%), sistemi di mappatura delle colture (8%) e di supporto alle decisioni (5%) (fonte Osservatorio smart agrifood di Osservatori.Net). Un fenomeno, riconosciuto anche a livello di politiche, al punto che i piani di sviluppo rurale mettono a disposizione oltre 1.7 miliardi di Euro per l’innovazione digitale negli investimenti aziendali (dati PSP 2023-2027).