L’affidabilità: sorella della fiducia

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Quadro di Paolo Righi

“Sono poche le persone che io amo veramente, e ancora meno quelle che stimo.
Più conosco il mondo, più ne sono delusa, ed ogni giorno di più viene confermata la mia opinione sulla incoerenza del carattere umano, e sul poco affidamento che si può fare sulle apparenze, siano esse di merito o di intelligenza”

Jane Austen

di Ugo Righi

L’affidabilità consiste nel rispettare delle aspettative di risultato rispetto a contesti socio-organizzativi e può riguardare sia aspetti tecnici sia aspetti relazionali.
Per capire questa fondamentale dimensione, determinante per la creazione del capitale sociale, occorre intrecciare la componente della conformità con standard di risultato definiti a priori, con un approccio relazionale che include la capacità di realizzare pratiche e condotte responsabili che considerino gli effetti (complessivi) delle nostre azioni.
Quando noi abbiamo a che fare con gli altri, all’interno di situazioni che includono la convenienza o l’indispensabilità della presenza dell’altro per ottenere i nostri risultati, dovremmo preoccuparci, anche, che il rapporto con lui possa continuare e quindi considerare, oltre il proprio vantaggio derivante dall’operare con lui, il suo vantaggio derivante dall’operare con noi.
Questo è un aspetto fondamentale e riguarda la continuità di ogni tipo di relazione, sia d’amicizia, di affari e anche d’amore.
Il successo è collegato alla continuità non all’episodio.
Il processo chiave è passare da una logica che enfatizza la convenienza per se stessi, a una logica che la include, ma come dipendente dalla convivenza e considera quindi la convenienza per gli altri.
Sostanzialmente il passaggio è quello dal profitto al patrimonio, che avviene valorizzando, soprattutto, le componenti intangibili rispetto a quelle tangibili degli scenari in azione.
Meglio non creare aspettative se poi non siamo in grado di soddisfarle e vale ovunque nel business e nelle relazioni.
Non promettere, se rischi di deludere, semmai prova a sorprendere.
Se mi aspetto molto e poi trovo tanto, sarò deluso.
Se mi aspetto poco o nulla e poi trovo tanto, sarò conquistato.
È un gioco tra apparenza e consistenza.
Nella continuità delle relazioni occorre considerare la consistenza, soprattutto.
Se l’apparenza è attrattiva ma se si limita a questo, si vince solo una volta.
Pensiamo a un albergo, a un ristorante o anche un professionista esperto di qualcosa.
Il ristorante, ad esempio, ha bisogno di clienti: quindi fa una promessa in grado di attrarre.
Ma il momento della verità sta nel ritorno del cliente e questo dipende da quanto la promessa che ha creato attese è stata rispettata.
Quanto si è stati affidabili e quindi generativi di fiducia.
Certo: fare alte promesse e poi rispettarle è certamente vincente ma si deve considerare che le attese hanno a che fare con i bisogni e quindi una promessa attrattiva non è generica ma focalizzata e finalizzata.
L’affidabilità, quindi, riguarda un sistema di comunicazioni che include qualcosa che funziona se si fa insieme.
Stare insieme, creare convivenza che genera convenienza e anche il contrario: ecco la formula.
Questo ci porta a considerare il come stare insieme.
La regolamentazione delle relazioni all’interno delle imprese, nei condomini, negli affari in genere è definita da modelli buro-tecnocratici.
Prevale la dimensione del controllo con spesso, parafrasando Berne, soggetti che girano con magliette con scritto “ ti ho beccato figlio di puttana”.
Il controllo è negativo, è qualcosa contro il soggetto, avviene perché si considera l’altro o incapace o disonesto.
S’incoraggia la disonestà perche questa garantisce lavoro in chi ha nella sua mission trovare cosa non va.
Essere capaci e onesti, in questo stato di cose, è rischioso, in un sistema che si legittima solo se non lo sei.
Il controllo negativo deve trovare l’errore o il dolo, è la sua missione, se non lo trova l’inventa.
E ci riesce sempre.
Pensate a un controllo che fosse educativo e che trovasse e premiasse buone azioni.
Impensabile lo so.
Cambierebbe il mondo e tutto costerebbe molto, molto meno.
Comprese le relazioni umane.
Ma dove finirebbero gli eserciti di cani abbaianti e il popolo che presidia l’inefficienza e l’ingiustizia?