L’afa non ferma i paladini dell’ambiente: manifestazioni a Napoli, Salerno e Roma

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di Rosina Musella

Nonostante le alte temperature, gli attivisti italiani non si fermano. Diversi gli eventi organizzati nelle ultime settimane volti a denunciare lo sfruttamento animale e ambientale.

Via Toledo, nel cuore di Napoli, è stata teatro di due eventi. Sabato 10 agosto, i volontari del gruppo Anonymous for the Voiceless, nato in Australia nel 2016 e allargatosi man mano al resto del mondo, muniti di maschere e PC hanno realizzato il cosiddetto “Cubo della verità” al Largo Berlinguer: un cubo umano formato dagli attivisti vestiti integralmente di nero, con i volti coperti e in mano cartelli che gridano “Verità” o PC sui cui vengono trasmesse immagini che testimoniano lo sfruttamento animale in tutto il mondo.

La stessa zona di Napoli è stata scelta dai gruppi Vegan Project e Napoli Climate Save, impegnati da anni nella salvaguardia degli animali e dell’ambiente, per una rappresentazione volta a sensibilizzare le masse sul consumo della plastica che, in grandi quantità, finisce nei nostri mari, attaccandone flora e fauna. Un tempo inclemente ha accompagnato l’evento, inizialmente messo in pausa a causa di un temporale improvviso; tornato il sereno, però, il megafono ha iniziato a tuonare i dati, spaventosamente reali, urlati dai partecipanti: “Il 50% della plastica in mare è costituita da reti da pesca”, “Ogni anno vengono gettati 500 milioni di bottiglie e 1 miliardo di buste di plastica, in tutto il mondo.”. Sono state presentate anche delle alternative ai classici oggetti monouso che, più o meno tutti, utilizziamo ogni giorno: oggetti riutilizzabili al posto di quelli in plastica, come borracce, fazzoletti e borse per la spesa, la coppetta mestruale o gli assorbenti lavabili a sostituire gli assorbenti usa e getta che, come ricordato dai manifestanti, “in Italia, vengono tassati al 22%, perché considerati bene di lusso”.

Il punto di forza della manifestazione è stato l’impatto visivo, poiché due manifestanti, travestite da sirene, erano stese a terra circondate da spazzatura. «Abbiamo scelto la figura della sirena che, sebbene sia una creatura di fantasia, è un simbolo importante per la città di Napoli, poiché la leggenda narra che fu la sirena Partenope la fondatrice della città.» ci ha spiegato Connie Dentice, militante di Napoli Climate Save.

Il caldo è continuato imperterrito per la prima metà del mese di agosto e gli squilibri ambientali, diventati forte argomento di discussione – basti pensare al movimento “Fridays for Future”, nato dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg -, sono dovuti anche alla massiccia deforestazione avvenuta, specialmente negli ultimi anni, in Amazzonia: questo il motivo centrale della protesta degli attivisti di The Save Movement, tenutasi lo scorso 8 agosto a Salerno, prima scrivendo con gessetti colorati sull’asfalto messaggi come “Go vegan”, “Don’t eat Amazonia”, e seguita da una rappresentazione volta a richiamare lo sterminio animale e l’indifferenza delle persone a riguardo: due attivisti stesi in terra sporchi di rosso, a rappresentare il massacro degli animali da allevamento, e altre tre sullo sfondo, che mimano le “tre scimmie sagge”.

La sezione romana di The Save Movement, nella stessa giornata, ai piedi del Pantheon ha cantato “Liberation”, canzone di Ernesto Melchor divenuta un inno per gli attivisti del movimento. I membri del gruppo, muniti di cartelli, hanno spiegato ai passanti il significato della canzone e ciò che gli animali subiscono in tutto il mondo, accompagnando le spiegazioni con foto scattate fuori dai macelli durante delle numerose “veglie” organizzate dal movimento.

Il gruppo, infatti, nato nel dicembre del 2010 e ora attivo in tutto il mondo, è diventato celebre per le “veglie” organizzate dai suoi partecipanti davanti ai mattatoi: si arriva lì di mattina presto, quando i camion con gli animali ancora in vita giungono al macello per essere uccisi e, con acqua e carezze si cerca di tranquillizzarli, talvolta tentando anche di liberarne alcuni che, altrimenti, vedrebbero morte certa.
Un’estate calda, che però non ferma la voglia di far sentire la propria voce in difesa dei più deboli e del pianeta.