Lady Madonna di Rosalia Catapano, la vita in un romanzo

131

di Fiorella Franchini

“…Lady Madonna lying on the bed/Listen to the music playing in your head…”: il senso rinunciatario della canzone dei Beatles “Lady Madonna” che dà il nome al locale notturno di Horacio Montoya e il titolo all’ultimo romanzo di Rosalia Catapano, edito da Homo Scrivens, contrasta con il racconto delle vicende dei protagonisti che mai abdicano, nonostante le difficoltà della vita, ai propri sogni di realizzazione.

Un romanzo ambientato nella Barcellona degli Anni ’80 nel quale la città rappresenta quel clima di ottimismo e di entusiasmo che ha permeato un’epoca così vicina e così lontana dalla nostra contemporaneità, ombrata da una consapevole sfiducia. Ogni personaggio incarna un percorso di riscatto ottenuto mettendo a frutto le proprie capacità: da Jorge Maria Delgado che da un piccolo paese insegue il sogno del successo nel campo della moda, a Horacio Montoya che costruisce il mito del suo club esclusivo dove le passioni, la musica, il divertimento, le trasgressioni diventano strumenti di emancipazione economica e sociale, passando per Blanca Ortega, la vulcanica ereditiera che si contrappone con la sua indipendenza al retaggio familiare, a Paloma Zambrano, l’infermiera dal cuore buono, capace di ricostruire un’esistenza di intensi sentimenti dalle macerie della dittatura cilena. Tutti hanno perso qualcosa ma nessuno è uno sconfitto; ognuno dalla vita ha saputo trarre il meglio pur non ottenendo tutto.

Una prova di grande realismo nella costruzione di figure e situazioni all’interno di una narrazione nella quale la stessa autrice compare con le proprie incursioni, opinioni, anticipazioni. Rosalia Catapano, attraverso una prosa disinvolta, delinea con tratti essenziali il carattere di ogni personaggio, facendo risaltare le luci e le ombre senza che queste ultime riescano a prevalere, neppure negli atteggiamenti più riprovevoli. Un romanzo di formazione corale che avvince il lettore fino all’ultima pagina, che instaura una sorta di implicita compenetrazione, che lascia ancora una volta all’autrice e a chi legge, la possibilità di scrivere il proprio epilogo personale. C’è un filo ben visibile in tutta la trama che, malgrado le diversità e le solitudini interiori, lega profondamente i protagonisti, ed è l’amore. Non solo quello passionale delle grandi e difficili storie private come quella di Carlito e Gustavo, ma quello degli affetti più disinteressati, l’amicizia, la generosità, le affinità.

Un romanzo che racconta il senso della vita, nella quale non sai mai cosa può succedere, dove ami, ridi, piangi, giochi, soffri, vinci, perdi, cadi e ti rialzi, continuando sempre, fino all’ultimo respiro, affrontando il momento e rendendolo il migliore possibile, senza sapere cosa succederà dopo, valorizzando i ricordi, a volte imparando dal passato, fidandosi dei sentimenti, affrontando i rischi, sempre alla ricerca della felicità.