di Maridì Vicedomini
Il teatro, una delle massime espressioni d’arte e di cultura non morirà mai come non moriranno mai coloro che lo hanno reso grande ed hanno vissuto la loro esperienza terrena interpretandolo in maniera eccelsa e generosa, mettendo la propria genialità, la propria vena artistica al servizio di tutti! Gigi Proietti, “VIII Re di Roma”, rappresentava e rappresenta tutto questo: disponibile, brillante, amante della vita e del prossimo, forte di un bagaglio giuridico acquisito grazie ad una laurea in giurisprudenza conseguita per compiacere i propri genitori, Gigi era un attore poliedrico, che passava con estrema disinvoltura a distanza di appena qualche attimo da un genere ad un altro, dal dramma alla comicità, dalla prosa al canto. “Core”: era questo l’appellativo che il Maestro Proietti utilizzava per appellare affettuosamente i suoi cari allievi, tutto coloro che si rivolgevano a lui, per inseguire un sogno, il sogno di conquistare il palcoscenico ed il consenso del pubblico. Questa mattina, Roma gli ha reso omaggio, tributandogli l’ultimo saluto pur nel rispetto delle norme restrittive di emergenza Covid 19; un abbraccio accorato e composto con applausi e grida al suon di “Gigi” della gente comune, di quella gente che non si arrende di fronte al diffondersi di un “nemico invisibile”, ma che senza sfidarlo, cerca comunque di vivere in una dimensione di normalità, evitando di sopprimere e di esternare le proprie emozioni e i propri sentimenti. Una lunga mattinata, quella del maestro Proietti, cominciata con il tributo ricevuto nel piazzale del Campidoglio proprio accanto alla statua di Marco Aurelio, per proseguire con una sosta al Globe Theatre di Villa Borghese che sarà presto a lui dedicato, dove lo hanno omaggiato tanti artisti tra cui Edoardo Leo che ha testualmente detto: Grazie Gigi per averci fatto ridere fino alle lacrime; tu eri il ’10’ in squadra. E quando dicevi ‘A me gli occhì” noi ti consegnavamo il cuore e tutta la nostra ammirazione”. Ed ancora molto commossi, sono saliti sul palco accanto alla bara ricoperta di rose rosse: Marisa Laurito, Pino Quartullo, Valentina Marziali (la prima Giulietta al Globe), Paola Cortellesi che rivolgendosi al maestro si è così espressa :“Ascoltandoti, da piccola pensavo che Amleto fosse una storia tanto allegra”. Enrico Brignano ha ammesso che “dopo il non ci sei non riesce a mettere la parola più” mentre Walter Veltroni, ne ha ricordato l’ironia ma anche l’impegno culturale politico. Ultima solenne tappa in Piazza del Popolo per la celebrazione del rito funebre religioso nella Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. Tanti i volti noti presenti all’esequie: Enrico Brignano, visibilmente commosso, Fiorello, Laganà, Enrico Vanzina, Maurizio Mattioli, Beppe Convertini, Marisa Laurito, il calciatore Bruno Conti. Da citare , tra le testimonianze raccolte nel mondo dello spettacolo, quella di Enrico Vanzina che si è professato profondamente colpito, ricordando il discorso di Proietti come l’orazione più toccante in occasione della morte del fratello Carlo; Mattioli ha riferito come lui e Proietti facevano parte di un “Gruppo del pensiero giallo /rosso”, che si riuniva puntualmente a casa di Stefano Reali per seguire le Partite di calcio della “Roma” giocate in casa ed in trasferta; ed ancora Alba Parietti: “Proietti? Un mito che non mi ha mai deluso”, Francesco Salvi: “Con Gigi Proietti era uno spettacolo continuo” mentre Piera degli Esposti lo ha definito “Un Consolatore”; Massimo Lopez ha riconosciuto in Proietti un grande maestro che gli ha trasmesso “l’arte dello spiazzameno” ovvero quella capacità di passare da un genere artistico ad un altro così da incuriosire e sorprendere continuamente il pubblico. Un amore unico e senza tempo, quello di Proietti per il teatro che si può facilmente evincere da una frase che lui stesso utilizzava spesso:”Ringraziamo Dio, noi attori di teatro poiché abbiamo la possibilità di continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte”.