La tragedia di Marcinelle entra in campagna elettorale: scontro Meloni-Letta

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Enrico Letta e Giorgia Meloni (Imagoeconomica)

L’emigrazione italiana ha visto milioni di connazionali “non soltanto cercare fortuna lontano da casa, ma contribuire, da italiani, al progresso economico, sociale e culturale delle nazioni che li hanno accolti. Anche quando questo non avveniva in condizioni ottimali, come fu per i nostri minatori in Vallonia”. Tra la situazione nella quale avvenne la tragedia di Marcinelle, 66 anni fa, e quella odierna “non credo sia difficile notare come il quadro fosse radicalmente diverso da quello dell’attuale situazione dell’immigrazione verso l’Italia”. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, lo scrive in una lettera pubblicata dal ‘Corriere della Sera‘. Oggi, “accanto all’immigrazione regolare, fatta di milioni di stranieri che si sono integrati positivamente nella nostra società e che meritano il nostro apprezzamento- spiega Meloni- da anni conosciamo ingenti flussi di immigrati irregolari che i governi di sinistra (o ai quali la sinistra ha partecipato) non hanno mai saputo né voluto arginare, alimentando così un traffico inumano e un business inaccettabile, sostenuto da certe Ong ideologizzate e ben remunerati professionisti dell’accoglienza”. Non solo, “una parte consistente di questi irregolari diventa manodopera per la criminalità organizzata, altri, certo, per caporali e pseudo-imprenditori senza scrupoli, che li utilizzano per rivedere al ribasso le condizioni sociali e salariali dei lavoratori italiani”, denuncia la presidente FdI. In tutto ciò “soltanto una minima parte è invece costituita da aventi diritto allo status di rifugiato, che naturalmente meritano la tutela prevista dalle Convenzioni internazionali”, lamenta Meloni. “La cosa più distante con la tragedia degli italiani che emigravano per lavorare nelle miniere belghe, è che molti degli immigrati irregolari di oggi, per lo più giovani maschi in età da lavoro, considerano l’accoglienza stessa come un diritto inalienabile da cui far discendere presunti diritti molto più materiali, che costano alle casse dello Stato italiano, per ogni straniero accolto, più di quanto ricevano di pensione molti nostri anziani”, stigmatizza la presidente FdI, “questa è la ragione per la quale ritengo che utilizzare la tragica ricorrenza di Marcinelle per comparazioni forzate e strumentali non sia un modo corretto né di ricordare gli italiani di ieri, né di affrontare il tema degli stranieri di oggi” rifuggendo quindi “una certa, interessata, retorica di parte”.

La replica di Letta
Ho trovato la lettera di Giorgia Meloni grave e incomprensibile. Chi si candida a presidente del Consiglio deve sapere che bisogna unire e non dividere il Paese. Io sono fiero di essere a Marcinelle nel rispetto dei nostri connazionali morti qui, per onorare la loro memoria e per parlare di futuro, un futuro in cui l’immigrazione e l’emigrazione non possono l’esito che si ebbe 66 anni fa. La cosa grave è dividere morti di serie A e di serie B, questa è una cosa che non faremo mai. Per noi sono tutte persone, che meritano rispetto”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, a margine della cerimonia della strage di Marcinelle.