La testa del dio Dioniso scoperta a Roma è un dono dell’Azerbaijan

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In foto Mammad Ahmadzada, ambasciatore azero in Italia

Bella , implacabile e scavata negli occhi ancor prima di essere essa stessa scavata dalla mano dell’uomo. Implacabile nel suo pugnalate l’aria, un volto incute bellezza e timore e invita alla sfida partendo svantaggiata dalla sua precarietà e dalle cure che l’umana fattura dovrà necessariamente portare, per prepararsi alla luce ed irradiare ancor di piu’. Quando uno scavo del genere viene alla luce, e’ come rivedere un mondo antico e migliore, dal quale siamo fuggiti per poterlo poi desiderare alla lontana. Un Dio che e’ una bellezza femminile, e proprio per questo pronto ad ingannare ed ha prendersi gioco dell’uomo proprio per la sua inequivocabile natura. Il Dio resta Dionisio e desta nella sua bellezza l incontrovertibile alchimia del tempo che ammalia e seduce. Poi, se il fatto che l’internazionalizzazione delle imprese in era globale, e la spinta diplomatica sinergica concomitante, possano destare ancora dubbi allo sviluppo culturale ed economico di un Paese, occorre riflettere su quanto successo è ampiamente riportato dai media: Gli scavi archeologici di via Alessandrina a Roma, sui Fori Imperiali, che hanno portato una settimana fa circa alla scoperta di una testa marmorea del dio Dioniso, databile fra i I e il II secolo d.c. Claudio Parisi Presicce, responsabile scientifico dello scavo, ha spiegato che il materiale è marmo proveniente da Luni, le dimensioni sono di poco superiori rispetto a quelle reali e che “i capelli sono raccolti da una fascia, decorata con il fiore di corimbo, e sul lato della testa si intravede una foglia d’edera. È l’iconografia nota, e immediatamente riconoscibile, legata al dio”.
L’opera era incassata in un muro risalente al Tardo Medioevo ed era stata riciclata come materiale edilizio, cosa comune all’epoca; è già stata portata per motivi di sicurezza nei depositi della Sovrintendenza, dove verrà ripulita; si presenta in buone condizioni, manca la copertura degli occhi, forse fatta di pasta vitrea o di gemme prezioe asportate.
A premettere il proseguimento dei lavori del cantiere, a tratti interrotti per il ritrovamento di cavi per l’illuminazione pubblica, è stato il milione di euro donato dal ministero della Cultura e del Turismo dell’Azerbaijan il 15 luglio 2014, in occasione della visita del presidente Ilham Aliyev, che incontrò l’allora sindaco Ignazio Marino. L’Azerbaijan anche nei vari incontri con l’Ambasciatore in Italia Mammad Ahmadzada ha sempre dimostrato interesse per la nostra cultura e per l’Archeologia ricca e ancora velata del nostro territorio.