La svolta sui profughi un’occasione per la Ue

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Papa Francesco ha rivolto un appello a tutte le Parrocchie d’Europa ad accogliere almeno una famiglia di emigranti. Le Parrocchie in Europa – secondo Radio Maria – sono circa 130 mila e, pertanto, se l’invito venisse accolto sarebbe risolto almeno per il momento il problema dei profughi. La verità è che la Chiesa opera attivamente per i rifugiati e i poveri; basti pensare alle mense (circa seimila in Italia), alle case di accoglienza (a Napoli il Centro la Tenda), allo sportello per le pratiche burocratiche eccetera, per rendersi conto come la Chiesa opera e si da fare; se a questo si aggiunge quello che fa la gente comune che con coperte, cibi vari, vestiario etc, da aiuto a singoli emigranti e a chi il minimo indispensabile per vivere, il quadro dell’assistenza appare ancora più completo. Al di là, però, dell’aspetto caritativo, il problema specifico dei profughi richiede innanzitutto una direttiva europea, che stabilisca una normativa comune in tema di certificazione dell’accoglienza per ogni singolo profugo e stabilisca le procedure necessarie ed univoche per dar luogo ad esse. In Europa, la Gran Bretagna ha frenato l’accoglienza dei profughi, mentre la Germania e l’Austria hanno scelto una politica di accoglienza selettiva, per cui, ad esempio, i profughi della Siria vengono ovviamente preferiti, perché generalmente istruiti e capaci di esercitare un mestiere e addirittura una professione ed inoltre, molti di loro hanno a disposizione risorse finanziare non di poco conto e scappano dalla loro patria per sfuggire alla dittatura che regna in Siria, per cui un loro inserimento nella ricca Germania diventa piuttosto facile. Insomma, il problema si presenta con varie sfaccettature e tra queste va posto ancora in rilievo l’aspetto religioso perché tra gli emigranti prevale la religione islamica, con tutti i problemi che ciò comporta per l’inserimento dei rifugiati nella comunità europea, prevalentemente cristiani. Naturalmente in Europa non vi è alcuna discriminazione, mentre 100 milioni sono nel mondo i cristiani che subiscono discriminazioni e violenze e dalla Siria scappano proprio perché perseguiti. Per questo, delegazioni di 56 paesi, sono riunite a Parigi per lanciare un forte monito per il rispetto del pluralismo religioso specie nel Medio Oriente. Ma ritornando alla specifico, l’emigrazione che da noi invece prevale è quella africana, prevalentemente senza istruzione o quasi che è quindi solo un peso economico rappresentato dalle aree di accoglienza il cui costo grava sulle nostre finanze. Insomma, a pagare particolarmente per questa ondata di profughi è il nostro paese, che accoglie quelli più svantaggiati, a cui prima di dare una attività deve dare una istruzione. Da qui l’aspetto positivo dell’intervento europeo che ha portato la Germania in particolare e quindi la Spagna e l’Inghilterra a riaprire le possibilità di accoglienza, naturalmente prevalentemente ai profughi siriani. In definitiva, se l’Europa è oggi Unione Europea e cioè una organizzazione sovranazionale che prevale con decisioni comuni sulle determinazioni dei singoli Stati, questa condizione va oggi utilizzata proprio per fronteggiare il pesante problema dei profughi, che nel tempo potrà equilibrare anche la riduzione di popolazioni che caratterizza oggi giorno molti dei paesi europei.