La Svimez: Sport, nel Mezzogiorno soltanto il 26% degli impianti. Quattro scuole su 10 senza palestra

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Il problema legato alla carenza di impianti sportivi in Italia è stato messo in evidenza dalla ricerca condotta dalla Svimez e dalla Uisp (qui il rapporto integrale), con la collaborazione di Sport e Salute, che evidenzia come nel Mezzogiorno ci sia una minore presenza di strutture rispetto al Centro-Nord. Dal rapporto emerge inoltre una riconferma sulla correlazione tra i livelli di sedentarietà nelle regioni italiane e il numero di impianti sportivi pro-capite e del suo impatto sociale ed economico sul sistema sanitario nazionale, un’accessibilità agli impianti che risulta purtroppo ancora limitata per le persone con disabilità, la predominanza di strutture di dimensioni contenute e di proprietà pubbliche, un divario ampio tra alunni e studenti del Nord con quelli del Mezzogiorno che frequentano scuole la cui stragrande maggioranza è priva di palestra. Alla presentazione dello studio, presentato questa mattina a Roma nella sala WeSportUp al Foro italico, sono intervenuti il presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma, il presidente della Uisp Tiziano Pesce, il direttore della Svimez Luca Bianchi, il presidente dell’Istituto di Credito Sportivo Beniamino Quintieri e i docenti e curatori della ricerca Serena Affuso e Gaetano Vecchione. ”Siamo felici di aver contribuito a questa ricerca, come Sport e Salute, questa iniziativa fa parte di una più generale su cui siamo stati investiti dal Governo e dal ministro per lo sport per aggiornare il censimento degli impianti sportivi. Abbiamo censito più di 77mila impianti, lo stiamo aggiornando su quelli dismessi e non ultimati, partendo da Caivano, questo progetto di ristrutturazione, anche sociale, che investe più in generale il Parco Verde. Quello dell’impiantistica sportiva è la madre di tutte le questioni; c’è carenza di impiantistica sportiva nelle scuole e c’è un grande divario tra nord e sud. Quello che dobbiamo fare tutti insieme, che è la missione di Sport e Salute, è risolvere questo problema”, ha detto Marco Mezzaroma. La ricerca ha fornito una fotografia, la prima dopo lo shock pandemico, che ha investito in maniera significativa il settore nell’ultimo triennio, sull’offerta degli impianti e dei servizi sportivi nelle regioni italiane, rappresentando il punto di vista specifico e aggiornato degli operatori: gestori e proprietari di impianti sportivi, attraverso una survey e tre sessioni di focus group. Il Censimento Nazionale degli impianti sportivi realizzato da Sport e Salute Spa e concluso nel 2020 ha rilevato che più della metà delle strutture sportive pubbliche e private di interesse pubblico sono collocati al Nord (52%), il 22% al Centro e il 26% al Mezzogiorno.

Hanno partecipato alla survey realizzata da Svimez e Uisp oltre 1.000 gestori e proprietari di impianti sportivi collocati per il 53% al Nord, 27% al Centro e 20% al Mezzogiorno. Dai dati del Ministero dell’Istruzione sulle infrastrutture scolastiche (2022), emergono inoltre rilevanti carenze infrastrutturali riguardanti l’impiantistica sportiva scolastica sul territorio nazionale e nel Mezzogiorno. Solo 4 edifici scolastici su 10 sono dotati di palestra in Italia. Più nel dettaglio, circa 550mila allievi delle scuole primarie del Mezzogiorno (66% del totale) frequentano scuole che non sono dotate di una palestra. ”Occorre partire da un’analisi della situazione attuale nel nostro Paese in cui anche lo sport rischia di essere un elemento di disuguaglianza. Lo sport è insieme intervento sociale, educativo, ed è un pezzo della strategia sanitaria italiana. Dove si fa più sport abbiamo indicatori di salute migliore ed è anche un investimento di welfare”, ha sottolineato Luca Bianchi direttore di Svimez. ”Questa frammentazione dell’offerta e della partecipazione noi la semplifichiamo con un divario Nord-Sud, ma è forte anche all’interno dei territori”. Mentre Tiziano Pesce presidente nazionale Uisp ha spiegato che ”è nel dna della nostra associazione garantire il diritto allo sport per tutti. Il tema dello sport di base, soprattutto come fondamento del welfare di comunità. C’è necessità di un nuovo approccio della pubblica amministrazione per fare nuove scelte. Lo sport è un indicatore di benessere, di coesione sociale, di partecipazione. Il Rapporto che presentiamo ci indica chiaramente la strada: passare da una concezione di welfare di protezione ad una idea nuova di welfare di promozione, di sviluppo, di innovazione”. Infine il presidente dell’Istituto del Credito Sportivo Beniamino Quintieri ha sottolineato come ”il rapporto è stato fatto in maniera rigorosa che completa quello dell’anno scorso e offre un quadro della situazione. C’è grande interesse sulla tematica. Noi come Ics abbiamo avviato una metodologia del calcolo del Pil dello sport, quest’anno anche su indicazione del ministro Abodi stiamo costruendo un osservatorio con Sport e Salute e lavorando con l’Istat per avere dati più aggiornati. Faremo un rapporto con Sport e Salute sullo sport. Emerge, inoltre, che bisogna fare molto per la scuola, vista la precarietà delle infrastrutture. Il Pnrr ha dedicato pochissimo spazio allo sport e il sistema si deve in qualche modo adattare”.