La strage di Bellona, 74 anni fa in 54 uccisi dai nazisti

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Era il 7 ottobre del 1943 quando 54 persone furono uccise nella strage di Bellona, nel Casertano, come ricorda una delle strade del paesino simbolo dell’eccidio nazista. Tutto iniziò il giorno prima quando una pattuglia composta da due soldati tedeschi, scavalcando il muro di cinta di un giardino, entrò in casa di un artigiano situata in via della Vittoria, oggi appunto “via 54 Martiri”, chiedendo ospitalità; ben presto però i due soldati mostrarono il loro volto arrogante e violento, grazie anche a tanto alcol. Un parente dell’artigiano cercò di convincere i militari alla ragione ma la situazione degenerò: uno dei soldati gli sparò un colpo di pistola colpendolo al collo, poco dopo il lancio di una bomba a mano colpì a morte uno dei due militari, mentre l’altro, ferito, fuggì ed informò il comando. All’alba 7 ottobre ecco la rappresaglia: squadre di SS bloccarono le strade del paesino ed iniziarono il rastrellamento. Fu catturato l’Arciprete don Andrea Rovelli, mentre celebrava la Santa Messa, e vennero prese 200 persone, tra ragazzini, giovani, vecchi, sacerdoti, professionisti, lavoratori, studenti, militari, che vennero riunite in piazza Umberto I°, per poi essere condotti nella vicina cappella di San Michele Arcangelo con la scusa di essere avviati ai lavori. Il primo gruppo di dieci persone uscì dalla Cappella e, scortati da due nazisti, attraversò via Della Vittoria, raggiungendo la cava di tufo sita alla periferia a nord della Città, al confine tra Bellona e Vitulazio dove, dopo essere stati spinti sul ciglio, vennero uccisi dal plotone di esecuzione. I corpi furono scaraventati nella cava profonda circa 25 metri, e coperti dal terreno fatto crollare con l’esplosione di bombe a mano. Dopo la prima esecuzione, altri dieci seguirono la stessa sorte e così di seguito sino a raggiungere il numero di 54 vittime.