“La storia infinita”, ovvero quando la finzione anticipa di molto la realtà

Un’osservazione distaccata: oramai in estate è sempre più un fenomeno ripetitivo che il numero di copie dei quotidiani venduti cresca perché c’è più tempo per leggerli. È conseguenza dell’ essere a riposo di buona parte della popolazione, attiva e non. Il modo di interagire tra la domanda e l’offerta funziona anche in questo settore merceologico. Quale occasione più propizia quindi per aumentarne il prezzo? Così è stato, tant’è che alcuni giornali, da ieri, sono in edicola con il prezzo ritoccato verso l’alto. Niente da dire, sempre che quelle testate non rinuncino a restare indipendenti. Dalle chiacchiere estive davanti al bancone del giornalaio all’osservanza incondizionata delle regole per andare avanti è un passo. Dalla metà degli anni ’80, nelle sale cinematografiche dei paesi compresi nel circuito di distribuzione internazionale, fu proiettata una pellicola il cui titolo suonava “La storia infinita”. Ebbe un discreto successo di pubblico, soprattutto di quella parte appassionata dello straordinario. La trama era un episodio fantastico. A New York, un adolescente è ingoiato da un libro di storia che lo porta in un’ altra  epoca, remota. Lì prende atto che la civiltà che così conosce è molto progredita, ma prossima a collassare. Escluso il libro antropofago, è possibile trovare diversi punti di contatto tra il suo contenuto e la realtà attuale. Una breve cronaca di quanto sta accadendo attorno ai gangli vitali della popolazione mondiale. In testa è l’ episodio che ha dato un’ accelerata vigorosa a una delle guerre più disastrose che si siano verificate in tempi recenti. È stata l’uccisione del numero uno di Hamas, Haniyeh, che ha avuto un effetto bomba su un equilibrio già di per sé precario. È credibile che più o meno subito possa verificarsi un’azione di risposta, verso chi e dove non si può assolutamente prevedere. Di conseguenza, l’attività delle istituzioni nazionali e internazionali è concentrata a mettere a punto azioni di contrasto sempre più mirate.
È doveroso che quanti reggono le sorti del mondo diano il massimo del loro impegno per fermare quella che ormai è diventata una vera e propria carneficina. Per quanto possa sembrare un’ esagerazione, si deve prendere atto che il 7 ottobre dello scorso anno sia stato oscurato da tanti altri giorni che stanno tuttora grondando sangue come se piovesse. Sull’altro piatto della bilancia dell’ equilibrio mondiale trovano posto gli aspetti negativi ma meno cruenti che contornano, senza essere assolutamente graditi, il processo del cammino dell’umanità. Con rammarico si deve constatare che alle belle frasi di presentazione di quanto si intende fare da parte delle varie istituzioni competenti, poche volte segue una loro azione concreta. Al momento le due pareti dell’orrido tra cui sta tentando di uscire la crisi che attanaglia l’umanità non possono essere valutate con la logica dei due pesi e delle due misure, altrimenti la situazione potrebbe sfuggire definitivamente di mano. Le cose stanno così, regolarsi di conseguenza, a buona voglia o a forza.