La statistica è considerata una scienza arida sebbene presenti eccezioni rilevanti

Il concetto non è accettabile agevolmente, eppure sembra ogni giorno più vicina al vero la considerazione che la confusione continui a aumentare e non solo in Italia. Accade che l’informazione, di che genere non fa differenza sostanziale, enfatizzi dati, probabilmente ma non certamente, in realtà non proprio di gran rilevanza. Ciò che da da pensare è che nel giro di qualche giorno si è dovuto prendere atto che i cacciatori di notizie abbiano tentato di aggiustare il tiro dopo che il primo colpo non è andato a segno. Così facendo, essi contribuiscono a far crescere la confusione che oramai, pur con diversi ordini di grandezza, domina la scena ovunque sulla Terra. Il mondo, si ritiene da più parti, sarebbe venuto fuori dal Caos, secondo la mitologia greca una specie di brodo primordiale. Qualcosa del genere è scritto anche nella Bibbia. Discutibile già se ipotizzato una tantum e dovrebbe bastare, perché la premessa indispensabile affinché l’ umanità risalga la china dell’ orrido in cui è venuta a trovarsi è che si calmino i bollenti spiriti ritornando all’utilizzo della dialettica.L’ indicazione dovrebbe valere sia a ovest che a est e non solo per par condicio, ma soprattutto perché i due grandi blocchi possano colloquiare con una forma di comunicazione valida per entrambi. Ciò premesso, ancora una volta richiedono particolare concentrazione da parte di chi osserva, i rilievi effettuati sulla situazione socioeconomica del Paese. L’ ISTAT, l’Istituto Centrale di Statistica, ha annunciato ìeri di aver riformulato l’elaborazione degli indicatori economici e quindi sociali in funzione di criteri diversi ritenuti di maggiore attendibilità. La sostanza in effetti cambia poco, perché ci si muove su entità il cui primo numero significativo viene dopo la virgola, che a sua volta viene dopo lo zero. Di conseguenza variazioni significative nel sistema Paese difficilmente saranno riscontrabili.” Non è acqua sufficiente a togliere la sete”, così si esprimono gli agricoltori riguardo a eventi paragonabili, come la scarsità di pioggia, che si presentano loro. Ciò che conta in maniera più marcata è la tendenza che esprimono quei dati, cioè se l’ Italia nel caso in specie, valendo l’affermazione dappertutto, in una situazione di tempesta, stia andando verso la bonaccia o l’ uragano. Secondo l’Istat si dovrebbe iniziare a vedere un pò di sole già dall’anno prossimo, anche se in misura ridotta rispetto alle previsioni precedenti, quelle della fine dello scorso anno. Tale risultato è corredato dalla chiosa che essa è dovuta all’adozione di diversi criteri di valutazione definiti più attendibili. É proprio a tale punto che viene a galla il mostro del dubbio: secondo quali valutazioni si può affermare con certezza che un sistema di elaborazione dei dati dia risultati più attendibili di un altro? Fin qui l’osservazione da umarel, comunque non fuori luogo, anche perché quest’ ultima analisi della situazione del Paese parte dall’ inizio dell’ultimo triennio. Quanto da invece più da pensare è che Moody’ s, l’ agenzia di rating americana, sulla lunghezza di circa un mese, rivede l’andamento del PIL, il prodotto interno lordo per il 2023 risalire di qualche decimale. Per molti addetti ai lavori esso è uno degli indicatori della salute di un sistema economico tra i più efficaci se non proprio il più. Nel precedente rapporto era riportata una decrescita di una cifra intera e qualche decimale. Nella sezione della Coldiretti del villaggio, alcuni tesserati hanno chiesto al locale presidente cosa fosse successo di talmente rilevante in un mese senza che loro se ne fossero accorti. Quest’ultimo ha risposto che avrebbe approfondito l’argomento con chi sta più in alto nella gerarchia, perché anche lui non aveva notato niente nulla di rilevante. Tanto induce a pensare che l’episodio non sia isolato e che fatti ancora più importanti subiscano la stessa sorte. I sistemi di elaborazione dei dati dovrebbero servire per dare a essi voce perchè chi deputato a tanto possa intervenire fattivamente nelle vicende di questo mondo. Non di rado si tenta, talvolta maldestramente, di far dire loro che il bianco è nero o, a ben guardare, grigio, con più di cinquanta sfumature. Sovvengono in soccorso alcuni principi, più appropriato sarebbe chiamarli strumenti di lavoro, contemplati nei manuali di economia aziendale. Alcuni di essi, mai smentiti nè rimossi da quella disciplina, indicano che è da considerare più fausta la previsione di un sistema economico disastrato si, ma che ha tutti i presupposti per ritornare in bonus, che quella dello stesso osservato speciale sul quale splende il sole. Aggiungendo che si intravedono in lontananza nuvoloni neri che, probabilmente, andranno a oscurare il cielo sopra dello stesso. Al momento quanto possono rilevare gli organismi prima citati sono i piccolissimi passi che realtá di peso rilevante, quale anche la nazione più piccola di questo mondo, stanno facendo. Bene sarebbe se l’attenzione si concentrasse maggiormente sui problemi dell’ economia reale. Se non si ricomincerà a produrre ricchezza, l’umanità non andrà da nessuna parte. I due handicapp principali di cui il Paese deve liberarsi al più presto sono l’immobilismo e il dispendio di energie. Che chi si ferma è perduto gli italiani del secolo scorso l’avevano già sentito e i più anche messo nella soffitta della memoria. L’ espressione ebbe un certo numero di ossequienti in una stagione tra le più brutte di quelle vissute dagli italiani. Può darsi che dopo tanti anni, decantata la sua origine inaccettabile ora come allora, possa servire finalmente da sprone per gli italiani a riscattarsi di tutto quanto fatto senza nè scienza nè coscienza.