La sovraesposizione non è solo una tecnica fotografica o un modo di fare cinema

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Chi ha avuto occasione di assistere ai film “L’anno scorso a Marienbad” di Michelangelo Antonioni, risalente agli ormai lontani anni ’60 o, più recentemente, Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders, girato sul finire del secolo scorso, realizzerà immediatamente il concetto di sovraesposizione. All’inizio solo un difetto delle prime riprese fotografiche e anche cinematografiche, fu usata successivamente per scelta. Operata quindi con un dosaggio equilibrato dai registi e dagli altri addetti ai lavori, può dare risultati di particolare efficacia. Tanto vale quando si devono porre in evidenza alcuni tratti di una vicenda narrata in forma visiva, unita all’enfasi con cui si articolano i suoi dialoghi. Meritando addirittura un posto di apertura dei TG, compresi quelli di stato, sta facendo scalpore il contenuto di una lettera. Per l’uso che se ne sta facendo, si è guadagnata subito la qualifica di “aperta”, come se con essa si fosse voluto attentare alla integrità dello stato. Questo il fatto. Alcuni alunni di una scuola fiorentina sono stati aggrediti e malmenati da una squadra di coetanei. Questi ultimi sono stati identificati quali elementi appartenenti all’estrema destra del capoluogo toscano. La preside della scuola frequentata dagli aggrediti ha scritto una lettera di marcata condanna dell’accaduto che è stata letta da molti, forse da troppi. Con il susseguirsi di commenti e altre prese di posizione, il fattaccio è arrivato all’attenzione del Ministro dell’Istruzione. A questo punto è diventato un caso e quindi il bello – si fa per dire – è tutto ancora in pieno divenire. Intanto ieri si è preso atto, sempre da quei mezzi dell’informazione, di due notizie di interesse mondiale, date però con risalto pari, se non inferiore, al citato scontro tra studenti delle scuole superiori. Per inciso, chi non ricorda che episodi come quello di Firenze non sono una novità? Simili allo stesso, tanti del genere hanno accompagnato gli studenti, dai primi disordini esplosi nei campus universitari degli anni ’50 a Berkeley, in California. Continuando, quindi, si è appreso che all’ONU è stata espressa, in assemblea straordinaria, la ferma condanna della Russia per quanto sta sciaguratamente facendo in Ucraina e la richiesta perentoria a Mosca di cessare il fuoco e ritirarsi dalle zone occupate. Quindi ieri, a un anno esatto dai primi fuochi russi verso quel paese, si è avuto un “appalesamento”, come dicono nei campi per descrivere un comunicato ufficiale, in più veritiero. Ora, per quanto possa essere effettivamente importante alla intera gestione del fatto, la guerra, non sono i sette paesi che hanno votato contro alla risoluzione dell’assemblea dell’ONU a sottolineare l’importanza delle decisioni prese in quell’occasione. È piuttosto l’astenzione dal voto di Cina e India insieme a altri paesi che aiuta a far capire realmente quali potranno essere le prossime mosse di Putin e quale potrá essere la risposta di Biden. Per averla bisognerà che si dichiarino i vari strateghi che da tre anni stanno lavorando a tempo pieno su incarico dei vari governi in qualche modo coinvolti in quello scontro armato. Le motivazioni sono diverse ma si ricongiungono per l’occasione con modalità sostanzialmente simili a quelle studiate dagli economisti aziendali. Volendo così evidenziare che, sulla distanza di un anno dall’inizio di quella barbarie, quanto di ciò che era stato messo in programma dalla EU e dai paesi che la compongono si sia concretato e con quanto successo. Si ha così, ancora una volta, precisa conferma che i fenomeni inerenti il sociale (guerra, disastri e simili), sono solo in parte ipotizzabili e quindi prevedibili. Basta da sola la vicenda del gas russo con tutte le bizzarrie che la stanno connotando, per far comprendere fino in fondo l’importanza di monitorare non stop le conseguenze delle decisioni prese. Un tipo di conclusioni a cui può portare questa forma di analisi è che, dal punto di vista economico, Putin sta perdendo la guerra. Ciò in quanto l’Occidente in blocco ha saputo trovare soluzioni sostitutive per il gas che importava dalla Russia. Tanto avveniva in una forma di dipendenza nonché di condizionamento che somigliava da vicino alla pratica dello strozzo. Quanto attenua, per ora, il sorriso sulle labbra è il constatare che l’Orso delle Steppe ha trovato come collocare altrove parte dell’esubero di combustibili fossili che si sta creando in conseguenza di quanto descritto avanti. Quindi può essere dannoso continuare a credere che Putin possa inserire senza altre azioni la retromarcia alla sua follia di guerra originata da velletà di potenza. Allo stato la situazione è arrivata a una specie di game over, gioca ancora, come si legge sui display delle macchinette dei giochi. Ecco perchè è diventato più importante che mai che la Cina passi dai buoni propositi velati all’attuazione di una vera e propria politica di pace. Altrimenti la comunità mondiale, a un anno da oggi, a febbraio prossimo, non si troverà nelle stesse condizioni di oggi, ma in altre ben più degradate. Nel villaggio si dice con riferimento a chi sciupa in senso generico, che dove si toglie e poi non si rimette, a un certo punto non resta niente. Se res sic agit, soleva dire Cicerone, le cose stanno così, meglio quindi non perdere di vista il vero traguardo: la pace senza nessuna condizione imposta da Mosca.