La Siria al centro dell’attenzione mondiale

La settimana appena conclusasi ha riportato alla memoria, qualora ce ne fosse bisogno, la centralità di quanto accade in Siria da più di 3 anni. I fatti sono ancora una volta drammatici, La settimana appena conclusasi ha riportato alla memoria, qualora ce ne fosse bisogno, la centralità di quanto accade in Siria da più di 3 anni. I fatti sono ancora una volta drammatici, ma mentre il primo può essere circoscritto nell’ambito delle operazioni militari, il secondo ha riguardato ancora una volta la decapitazione di un ostaggio, questa volta giapponese. Ad inizio settimana 2 elicotteri dell’esercito israeliano hanno varcato il confine siriano nella cittadina di Alqonaitara, alture del Golan siriane occupate da Israele nel 1967, ed hanno svuotato i loro armamenti su un convoglio di 2 auto cui passeggeri erano militari di alto rango dei guardiani della rivoluzione dell’Iran e delle milizie Hezbollah libanesi uccidendo un generale iraniano e 4 miliziani libanesi. Alla fine della stessa settimana, è successo quanto tutti temevamo, ossia la decapitazione di uno dei 2 giapponesi in mano all’ISIS ( Islamic State in Iraq and Syria) dopo la scadenza dell’ultimatum lanciato al governo giapponese per il pagamento di 200 mila dollari a fronte della liberazione dei 2 ostaggi. Un fatto raccapricciante che dimostra che lo stato a cui sono giunti gli accadimenti in quest’area sia ormai assimilabile ad una lotta tra il bene ed il male, tra civiltà e fanatismo e non tra cristiani e musulmani o tra sunniti e sciiti come viene spesso erroneamente descritto. I due fatti non sono naturalmente collegati, l’unico punto in comune è che entrambi abbiano avuto come teatro il territorio siriano dove però gli attori sono tutti di varie nazionalità. Questo conferma ancora una volta, come questo paese sul mediterraneo fosse diventato da tempo il palcoscenico di una tragedia scritta ed interpretata da un cast internazionale. L’attacco israeliano non è il primo sferrato negli ultimi mesi contro obiettivi militari in Siria, ma è sicuramente il primo attacco contro militari e milizie di altre nazioni e questo potrebbe essere il preludio ad un inasprimento del conflitto sul territorio siriano tra israeliani ed un blocco di paesi che si oppone ad Israele rappresentato da Iran, Siria e Libano. Questo rende la situazione in Siria ancora più complicata e con delle prospettive a lungo termine che s’intersecano con dei conflitti non facilmente risolvibili ed interessi difficilmente conciliabili. La presenza degli Hezbollah nel paese è nota da anni ed è dichiarato il loro appoggio ad Assad, anzi molti analisti militari ritengono che senza questo appoggio Assad sarebbe caduto da tempo. La presenza di militari iraniani è altrettanto nota, ma è meno dichiarata e non per questo meno efficace! Ora però si è aggiunta la presenza degli israeliani che provano ad arginare l’influenza degli iraniani e naturalmente il corto circuito è immediato e qualora la situazione dovesse uscire dal controllo, assisteremmo all’ennesima guerra tra Israele e paesi confinanti. Questo scenario ha tenuto col fiato sospeso tutti i paesi dell’area per gli ultimi 7 giorni, mentre americani e paesi occidentali impegnati con gli iraniani nella trattativa per il nucleare iraniano hanno tenuto i canali aperti con l’Iran per arginare un’eventuale reazione a catena che farebbe si che la trattativa venga rotta bruscamente con effetti devastanti sulla sicurezza mondiale.