La reazione naturale rilevata dal fisico Newton vale ugualmente per ciò che accade in politica

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(Imagoeconomica)

Come un colpo di cannone, il rumore proveniente da Roma della mancata ratifica del MES, il cosiddetto Strumento Salva Stati, è arrivato a Bruxeless. Come era facilmente prevedibile, ha guastato le feste a chi si era ostinato a credere fino all’ultimo che l’Italia, anche se al 90° minuto, non sarebbe venuta meno al suo impegno solidale verso gli altri membri della UE. Del resto il Paese è tra quei pochi padri Fondatori della prima ora che credettero nel contenuto del Manifesto di Ventotene. Gli stessi che permisero l’avvio della realizzazione dell’ importante progetto messo nero su bianco a Roma, che ora è un’importante costruzione geopolitica. Al momento il Paese è responsabile di un comportamento discutibile, molto simile a quello di certi esseri umani. Di conseguenza, al momento è difficile che l’idillio che si era creato tra la UE e l’ Italia ritorni a stretto giro allo stesso livello di qualche giorno fa. Quel che più duole è che in Italia siano stati rimessi in uso dalla politica comportamenti non in linea con I tempi. Sembrava che fossero stati rinchiusi nel dimenticatoio, senza possibilità di uscirne. Sia lasciato passare il bisticcio di parole, ma è ancora una volta il cosiddetto ‘partito preso’, attribuito specificamente a alcuni partiti politici, che condiziona pesantemente il funzionamento di organismi dello Stato che dovrebbero esserne scevri. Si è ripetuta la situazione, non isolata, che nel villaggio è definita “innamorarsi delle proprie idee”.

È un comportamento particolarmente subdolo, perché in una situazione del genere, pur di continuare a difendere le proprie affermazioni, ci si convince che sia bianco ciò che è nero e viceversa. Non fa piacere nemmeno che la terza legge di Newton valga anche in politica. Essa recita che a ogni azione ne consegua una di pari forza ma contraria. Così non si va lontano, perché la UE ha due vulnus molto seri che devono essere ancora affrontati: il completamento di quanto è stato realizzato finora (unione Bancaria, esercito europeo, piena rappresentanza verso il resto del mondo e altro) e l’allargamento a est con l’adesione a essa di Ucraina e Moldavia. Chi in Italia ha ricevuto l’ingrato compito di giustificare la mancata ratifica del MES così come è stato modificato in seno alla UE, non avrà argomenti validi per provare a farlo. Risulta così palese che, almeno fin quando non sarà stata trovata una soluzione al problema, l’Italia resterà nella penombra dell’attività comunitaria. In un momento come quello attuale in cui molte vicende del Paese devono comunque essere passate al vaglio da organismi comunitari, quanto si è venuto a creare non sarà certamente di aiuto. È in piedi la vicenda ITA Lufthansa, insieme a quella dell’ILVA, oltre a un centinaio di altre crisi aziendali i cui dossier sono aperti sui tavoli di lavoro del Ministero per l’ Industria. Per un motivo o per un altro, prima di essere chiusi, con successo o senza, quei casi scottanti dovranno essere presi in considerazione dalla Commissione Economica a Bruxelles.

Nel frattempo dovrebbero essere Parlamento e Governo italiani a procedere con un azione di recupero della mancata approvazione del MES, completato con l’aggiunta di particolari che non ne sconvolgano la portata. Tutto ciò non sarà facile ma neppure è da considerare come impossibile. Tentar non nuoce, ma seppure ciò dovesse in qualche modo accadere, sarà stato sempre meglio agire che rimanere fermi e accettare passivamente quanto di negativo si presenterà strada facendo. Comunque evolverà la situazione, gli auguri di buon Natale non sono mai fuori posto.