Negli ultimi anni a livello internazionale, soprattutto a scala europea si assiste ad una crisi crescente del regionalismo nazionale per effetto della riduzione della spesa pubblica, tagli alle risorse, scadimento dei servizi, stagnazione socio-economica, divario fra territori (perdita di coesione) e crisi contestuale dell’inter-governabilità europea (populismi emergenti).
Questi aspetti vanno incardinati in un nuovo processo in atto che è quello delle autonomie regionali che non sono riuscite ad esprimere tutte le potenzialità del territorio in un processo globale.
A partire dal 2009, ad una scala territoriale sovra regionale, ma anche sovra nazionale si vanno costituendo le macroregioni.
È necessario pertanto che le Regioni Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania siano in concerto nella «Macroregione Mediterranea Centro-Occidentale» per entrare nella competizione globale dei flussi commerciali. In questo scenario l’area dello Stretto rappresenta la cerniera indispensabile per una Sicilia continentale e per la Macroregione Mediterranea.
Un punto cardine in questo progetto schematicamente delineato sono le infrastrutture.
La via del potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali rappresenta l’equivalente nervino nel Sistema Integrato dei Trasporti, in grado di interconnettere i nodi della rete in modo gerarchico e funzionale.
L’area dello Stretto in questo quadro costituisce una paralisi.
Se persisteremo nell’isolamento, saremo schiacciati fra l’opulento Nord Italia/Europa e il Nord Africa in crescita visibile (Filippo Romeo, 2018). Ciò non solo in tema di infrastrutture integrate per connettività, logistica, mobilità urbana sostenibile, ma in tanti altri campi delle economie dello sviluppo.
La Macroregione è uno strumento comunitario approvato dalla Comunità Europea nata con lo scopo di favorire la partecipazione al processo decisionale non solo degli Stati ma anche delle Regioni, degli Enti Locali e della Società civile in aree circoscritte dello spazio europeo aperte all’integrazione economica e territoriale.
Nel 2009 venne istituita la prima macroregione denominata Regione del Mar Baltico (EUSBSR), nel 2010 la regione del Danubio (EUSDR), nel 2014 l’Unione europea per l’Adriatico e Ionio (EUSAIR) ed infine nel 2015 venne istituita la macroregione Alpina (EUSALP).
Sull’esperienza di queste quattro macroregioni è nata la proposta di istituzione della Macroregione Mediterranea Centro-Occidentale (MMCO).
Nel Mare Mediterraneo transita circa il 19% del traffico mondiale delle merci ed esistono problemi di dialogo e di sicurezza tra l’Europa e l’Africa che necessitano di una soluzione geo-politica.
È opportuno per questo che lo sviluppo delle regioni del sud Europa e del Nord Africa abbiano uno sviluppo economica, commerciale, sociale e culturale equilibrato per affrontare e tentare di risolvere allo stesso tempo problematiche comuni.
La istituzione della nuova Macroregione Mediterranea Centro-Occidentale (MMCO) sul piano istitutivo deve poggiare su due capisaldi, oltre alle infrastrutture materiali ed immateriali, importante è anche l’ambiente urbano nella logica della città diffusa.
Prioritario è collegamento stabile per la Sicilia continentale.
La ripresa di interesse per il Corridoio 1 ex Berlino-Palermo divenuto Corridoio 5 Scandinavo-Mediterraneo. Bisogna aprire il dibattito sulle valutazioni che meritano la biforcazione Napoli-Bari-Taranto in corso di realizzazione e l’oblio per la Napoli-Palermo. Fare riprendere la scelta europea sull’asse Napoli-Palermo è necessaria non solo per sviluppo del trasporto rapido dei passeggeri, ma soprattutto per il blocco del turnover dei teu-container nel Meridione italiano (versante tirrenico), senza il quale la Sicilia diverrebbe il naturale «balcone africano» per un va e vieni dall’Italia.
La scelta del collegamento stabile di attraversamento dello Stretto consente infatti la saldatura al Mezzogiorno e l’avvio della macroarea regionale mediterranea.
Le Macroregioni ad oggi non hanno espresso tutte le loro funzionalità, perché non c’è un legame chiaro con i finanziamenti. L’Unione Europea ha fondato le Macroregioni sull’idea dei NO (no nuovi finanziamenti, no nuove strutture, no nuove regole, no nuovi progetti settoriali, ma progetti di politica economica di cooperazione e sviluppo).
Una rinnovata politica economica per la cooperazione e lo sviluppo delle macroregioni
Le attività in atto di cooperazione tra i paesi dell’Unione per il Mediterraneo per favorire la creazione della Macroregione Mediterranea Centro Occidentale consente di allargare il processo di partecipazione decisionale tra gli Stati, le Regioni, gli Enti Locali e la Società civile creando coesione sociale e sviluppo.
I punti nodali di una strategia, all’interno del complessivo quadro politico europeo sono quelli del superamento dei confini amministrativi.
Più sinergie con gli strumenti finanziari, più integrazione delle strutture esistenti nelle strategie macroregionali, e a una migliore applicazione delle regole esistenti.
La Commissione deve valutare i risultati dell’analisi dell’impatto dei tre no sull’implementazione delle strategie e sulla realizzazione dei progetti.
Le procedure istituzionali per la istituzione della MMCO
Sul piano istituzionale la proposta va portata dalla Regione Sicilia e Calabria:
– alla Conferenza Stato-Regioni;
– all’attenzione delle Regioni del Mezzogiorno per la approvazione;
– all’attenzione dell’ANCI e degli organismi rappresentativi dello sviluppo economico del Paese.
Rocco Giordano