La più bella del reame e l’anatra zoppa

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Con la chiave ricevuta da Thomson Reuters apriamo la porta del futuro, cominciando con l’osservare lo stato dell’innovazione nel 2015. Ci vengono incontro alcuni dati che, da un lato, fanno ben sperare per il nostro paese; da un altro, lasciano ancora senza risposta un grande interrogativo. In Italia, possiamo contare su istituzioni accademiche che si piazzano tra le prime dieci nel mondo. Nell’aerospaziale e nella difesa, la Sapienza si attesta in terza posizione in un gruppo che annovera otto istituzioni americane e il CNRS francese. Nell’automative, siamo ancora terzi, col Politecnico di Torino precedendo, in Europa, tre università tedesche. Per l’insieme di alimentari, bevande e tabacco, l’Università di Padova si piazza in decima posizione: in Europa, prestazioni migliori le ottengono un’università spagnola e una danese. Negli elettrodomestici, il Politecnico di Milano è nono; al primo posto, l’Università di Saragozza in Spagna, unica istituzione europea insieme alla nostra tra le prime dieci. In complesso, in quattro dei dodici settori presi in esame da Thomson Reuters, rientriamo nell’eccellenza mondiale della ricerca secondo l’Institute of Scientific Information (ISI) dell’editore Thomson Reuters che si avvale per le sue valutazioni di un database bibliografico/ citazionale multidisciplinare e del numero medio di citazioni ricevute in un particolare anno da articoli pubblicati in una rivista scientifica nei due anni precedenti. Eppure, ci troviamo nella condizione dell’anatra zoppa, privi di una “zampa” tanto robusta sul versante industriale da essere anch’essa di rango eccellente a scala mondiale. Nei quattro settori in cui primeggiamo nella ricerca, ma anche nei restanti otto, i grandi protagonisti mondiali – le corporation integrate globalmente – dell’innovazione non sono italiane. Di essere claudicanti ce ne possiamo rendere contro dando, per esempio, uno sguardo alla mappa dei laboratori Intel in Europa. “Intel Labs Europe” (ILE) è una rete di ricerca e sviluppo, di prodotto e innovazione che attraversa la regione europea, nonché una vasta gamma di unità di business di Intel. La rete ILE è stata formalmente istituita all’inizio del 2009 con l’intento di rafforzare l’impegno di Intel verso la R&S europea. Oltre a guidare le innovazioni tecnologiche chiave per Intel, ILE lavora a stretto contatto con l’industria e le istituzioni accademiche per promuovere le innovazioni e rafforzare la leadership tecnologica europea nella comunità globale. Ebbene, nella mappa l’Italia è assente. Tante sono le opportunità offerte dalle grandi imprese globalizzate che costruiscono reti mondiali in cui vivono in simbiosi attività produttive e think tank impegnati in attività d’innovazione alla frontiera delle scoperte scientifiche. Si tratta di vere e proprie galassie con tante stelle imprenditoriali verso cui tendono i giovani talenti nella ricerca e nell’imprenditoria innovativa. Per tornare all’esempio di Intel, stare fuori dalla mappa di Intel Lab Europe, vuol anche dire che siamo periferici a Intel Capital che ha già investito più di 10,8 miliardi di dollari in 1280 imprese di 54 paesi. Esclamano a Intel Capital, “abbiamo bisogno di più startup!”. Un’esclamazione che, allo stato attuale, in Italia sta sospesa per aria, tra le nuvole.