La minaccia qualifica chi la fa

in foto Vladimir Putin

Un tempo nel villaggio e anche altrove lo si sarebbe definito un vero “Sbreugnat,” nel linguaggio corrente svergognato o senza vergogna. Il rappresentante-tipo della categoria è senza dubbio Zar Putin. Al momento compare oramai quotidianamente sugli schermi televisivi in ogni parte del mondo e non da certo un bel vedere. Se fosse ancora vivo il Professor Cesare Lombroso, certamente non avrebbe nessuna esitazione nel classificarlo tra la iena e lo sciacallo, quindi fuori dal range degli esseri uman, anche i peggiori. Del primo animale citato, ha l’ identico sorriso ebete stampato sul viso, probabilmente riconducibile alle dosi massicce di vodka e di fuoco di Russia che, insieme ai suoi adepti, tracanna come se fosse acqua fresca. Dal secondo ha mutuato l’avidità e la ferocia, che, accompagnate da un modo di comportarsi spietato, danno il massimo della loro dannosi. Pertanto non esita a adottare quel modo di agire se appena intravede un minimo cedimento o un punto debole dell’ avversario Tanto chiunque questi sia e di quale che sia la sua dimensione. Pur essendo conosciuto nella forma innanzi abbozzata, qualche giorno fa ha turbato ancor più I’ umanità che si trovava di fronte allo schermo televisivo.In un’ intervista probabilmente preconfezionata, ha parlato senza peli sulla lingua di come intravede un improbabile epilogo della guerra in Ucraina. Un solo stralcio del suo monologo delirante dovrebbe bastare a rimuovere eventuali dubbi sull’efferatezza di quell’ indefinibile soggetto in chi, purtroppo, continua a ritenere che stia dalla parte della ragione. In sintesi quel tipo da carcere duro ha dichiarato che non avrà alcuna esitazione a disporre un attacco all’Occidente con l’arsenale atomico di cui dispone. Ciò accadrà se i soldati americani dovessero mettere piede a Kyiv o comunue in Ucraina. In campagna gli anziani invitano i più giovani a evitare di fare a botte con chi non ha buona vista o è addirittura non vedente perché costoro, quando picchiano, non sanno quale parte del corpo dell’ avversario che si accingono a colpire. La situazione a nord est dell’ Europa è diventata quasi ingestibile, non solo per l’ uso sconsiderato delle armi che la Russia sta facendo. Anche tra le tribù più lontane dalla civiltà è ormai chiaro che l’ ordine che li Cremlino ha dato all’ Armata Rossa è quello di mettere a ferro e fuoco il Paese invaso e a non fare prigionieri. Quale differenza passi tra il pensiero dell’ improbabile Zar fuori del tempo e fuori luogo e il Fùhrer che portò la Germania sull’orlo del tracollo economico è difficile da individuare. Non è questa l’ occasione per tentare di dare un senso alla similitudine, eccezion fatta per il riportare la memoria sulla constatazione che, a volte, gli opposti coincidano. Chi sostiene Putin sta dando, purtroppo, la sensazione che abbia ragione lo sciocco del villaggio al quale dei buontemponi hanno fatto credere che la pipì del papa- sia passato il gioco di parole -è acquasanta. Quella forma di sudditanza di pensiero in Russia e la follia che circolaò nella Germania nella prima metà del secolo scorso, hanno tra loro un denominatore comune: il terrore. Somministrato in maniera diversa, ma sempre un comportamento delittuoso, nella Germania nazista il teorema “chi non è con me è contro di me”, gli avversari o presunti tali del Fùhrer finivano nei campi di concentramento o nelle carceri dure. Se si voleva procedere con il pugno duro, gli stessi venivano fucilati o impiccati. La formula di Putin è sostanzialmente diversa: uso e abuso di veleno, incidenti di ogni tipo e, per completare il quadro, morti per malattie inesistenti. Quanto accade in Afghanistan, in Iran e in altre contrade, è pane quotidiano l’ uso delle torture più che feroci da infliggere gli avversari.Gli stessi tra l’altro per buona parte non esitano a uscire all’ aperto per protestare contro i vari centri di potere. Sono stati contrastati da sempre dall’ Occidente, USA in testa. Non sarebbe sbagliato che Washington facesse un serio pensiero a una risoluzione del conflitto innescato da Mosca manu militari, stante l’inefficacia di una soluzione per via diplomatica. Del resto armi in grado di colpire con precisione chirurgica non mancano.