La materia del gesto: Carmine Di Ruggiero al Museo Arcos di Benevento. Parla Ferdinando Creta

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in foto Carmine Di Ruggiero e Ferdinando Creta

L’Occhio di Leone, ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte, in Italia e all’estero, avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.

di Chiara Fucci

Al Museo Arcos di Benevento è prevista il prossimo 19 febbraio alle ore 11 l’inaugurazione della mostra dedicata a Carmine Di Ruggiero dal titolo La materia del gesto. Carmine Di Ruggiero, promossa dalla Provincia di Benevento con il supporto di Sannio Europa. Per l’occasione sarà presente l’artista Carmine Di Ruggiero insieme al Presidente facente funzioni della Provincia di Benevento Nino Lombardi, al Direttore artistico del Museo Arcos Ferdinando Creta e al Presidente di Sannio Europa Giuseppe Sauchella.
Carmine Di Ruggiero è uno dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea. Nato a Napoli nel 1934, inizia presto a partecipare alla vita artistica della città. Si diploma nel 1958 all’Accademia di Belle Arti di Napoli ma già nel 1952 inizia la sua attività espositiva avvicinandosi all’arte pittorica informale, nelle sue opere materia e forma vengono indagate attraverso la scomposizione e la disgregazione, con pennellate di colore rapide e larghe, e sapienti accostamenti di luce. L’incessante attività espositiva gli vale, a partire dei primi anni Sessanta, vari riconoscimenti, premi nazionali e non solo, nel 1964 infatti la partecipazione alla Biennale di Venezia permette a Carmine Di Ruggiero di affermarsi a livello internazionale e di esporre le sue opere in vari musei fuori dall’Italia. Nel 1976, insieme ad altri importanti esponenti dell’arte napoletana, dà vita al gruppo Geometria e Ricerca basato sull’idea dell’arte pensata come ricerca e sulla concezione della pratica dell’arte come ‘fare’, a sua volta inteso come ‘formare’. Nel 1982 in occasione della mostra antologica dedicatagli presso il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes di Napoli, viene pubblicato il volume Di Ruggiero. Viaggio nella luce di Vitaliano Corbi e Filiberto Menna. Carmine Di Ruggiero ha affiancato all’attività pittorica quella didattica, ha tenuto infatti la cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli e ha ricoperto il ruolo di direttore all’Accademia di Belle Arti di Napoli e di Catanzaro, formando molti allievi e imprimendo in loro il ricordo dei suoi insegnamenti.
Abbiamo parlato di Carmine Di Ruggiero e del filone progettuale in cui si inserisce questa mostra con Ferdinando Creta, Direttore artistico di Arcos – Museo di Arte Contemporanea del Sannio, che da anni porta avanti con impegno, tra gli altri incarichi, la gestione dello spazio museale, promuovendo la realtà culturale del territorio – e non solo – tramite numerose mostre di grande rilievo nazionale e internazionale.

Ha pensato al maestro Carmine Di Ruggiero come protagonista di questa mostra, da cosa è nata questa scelta?
È nata da una politica che sto portando avanti nella direzione artistica di Arcos, quella di valorizzare i maestri campani che hanno avuto un riscontro anche nazionale e internazionale. È il caso del maestro Carmine Di Ruggiero che ha partecipato alla Biennale e ha esposto in Italia e all’estero, e fa parte di una generazione che per certi versi è stata un po’ trascurata. Sto cercando di fare un’azione di valorizzazione su questi periodi storici dell’arte campana e sui maestri che ritengo siano importanti e vadano rivalorizzati e ristudiati.

La mostra si intitola La materia del gesto. Carmine Di Ruggiero, cosa si vuole evocare attraverso questo titolo?
In Carmine Di Ruggiero è presente in maniera forte il concetto di materia ed è presente in maniera forte anche il concetto di gesto, la materia del gesto sta proprio in questo, rappresenta il modo di essere artista e di fare arte di Di Ruggiero, la materia nella sua gestualità.

Da anni porta avanti la direzione di eventi culturali di grande spessore sia per Arcos che per altre realtà territoriali. Questa mostra si colloca all’interno di un qualche filone progettuale?
Tutta la mia attività di direzione artistica relativa al contemporaneo sul territorio sannita – e non solo – si ispira a un piano ben definito che è quello di prestare molta attenzione all’arte campana del XX secolo e dell’inizio del XXI secolo, a quelle esperienze artistiche che rischiano di andare man mano nel dimenticatoio ma che hanno avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo di altri filoni in Campania, stando attento al fatto che siano maestri veri, lavoro cioè soprattutto su artisti che hanno una loro storicizzazione e che sono espressione vera di questa realtà.

Per concludere, c’è una sua frase che racchiude il suo pensiero sull’arte?
Io credo che l’arte sia percezione del bello.