La maleducazione si vede anche da come si usa il tempo

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Si dice che il tempo non si ferma, che nulla ne trattiene l’incessante avanzata, si dice sempre con queste trite e ritrite parole, eppure non manca chi si spazientisca per la sua lentezza, ventiquattr’ore per fare un giorno, pensate, e Si dice che il tempo non si ferma, che nulla ne trattiene l’incessante avanzata, si dice sempre con queste trite e ritrite parole, eppure non manca chi si spazientisca per la sua lentezza, ventiquattr’ore per fare un giorno, pensate, e quando si arriva alla fine si scopre che non è servito a niente, il giorno dopo è di nuovo così, sarebbe meglio che saltassimo le settimane inutili per vivere una sola ora piena, un folgorante minuto. José Saramago


Qualche giorno fa ero a un convegno a Ginevra, l’orario d’inizio era stato fissato per le ore 8.35. Qualcuno (pochi) arrivò verso le 8.43. Il rimprovero anche se cortese fu però esplicito da chi conduceva la riunione. Ora mi trovo a un convegno organizzato in un grande albergo a Napoli. L’orario d’inizio è fissato per le ore 9.00 e sono già le 9,30 in un salone in pratica deserto, mancano anche i relatori e il coordinatore. I partecipanti arrivano agli orari più svariati. Qualcuno ora che sono le 10.30. Finalmente il benvenuto scatta alle 10.45. Tutto è normale, è normale qui che si prenda appuntamento a un’ora e poi si arrivi quando capita. Ma è divertente l’apertura del primo relatore che rileva come sia grave l’incapacità del Sud di gestire le risorse. C’è una comicità involontaria in quest’affermazione. Non credete che questo spieghi tutto? Che spieghi molto di più di tanti discorsi, di tante ricerche, di tante parole? È il comportamento che spiega tutto, non quello che si dice. Nessuno nota lo spreco incredibile che si compie del tempo, un tempo buttato via, un tempo d’attesa, un tempo vuoto. E’ vero soprattutto dei contesti politico-amministrativi ma accade ovunque. Anni fa, Joseph Schumpeter, volle rilevare che nella democrazia moderna i governanti sono paragonabili a fantini, talmente assorbiti dallo sforzo di mantenersi in sella, da non poter pianificare la loro corsa. Arrivando a conquistare posizioni di comando, i politici possono premiare o punire altri uomini. Ma è difficile che riescano a finire più di questo. Sperperano, i politici ma un po’ tutti, circa consapevolmente il loro tempo, fingendo ovviamente di essere indifferenti e, infatti, rinviano tutto. Speriamo davvero che Renzi rappresenti una svolta, anche se ovviamente le cornacchie, le cassandre, cominciano a tirare fuori”, si va bene ma il rischio”…vecchio gioco, per questi scuotitori di teste, meglio evitare il rischio e bloccare tutto piuttosto che rischiare e finalmente muoverci. Il politico medio è un esperto della procrastinazione. È un esperto del «tutto è possibile ma nulla è probabile». Sono esperti i politici e i napoletani (la prevalenza secondo me) del tempo perso. E poi si parla di crisi di risorse. Ma cosa c’è più importante della risorsa tempo? Alcuni napoletani sembrano ricchissimi se si possono permettere di buttare via la risorsa più preziosa di tutte. Ma la cosa peggiore è che buttando via il loro tempo ti rubano il tuo costringendoti a fare lo stesso. Ma purtroppo non solo del proprio, il ritardo di alcuni determina la trasformazione in urgenze e spesso di vere e proprie perdite di opportunità. Questo per me è insopportabile. Perché non è punito questo tipo di furto? E’ meno grave di altri furti? Chi ti ruba il tempo ti ruba pezzi di vita. Ripeto: è chiaro che quando parlo di furti del tuo tempo mi riferisco ai ritardi, agli appuntamenti mancati, alla superficialità di chi si permette di giocare con il tempo degli altri. Certo, lo so che questo tipo di ladro spesso non è conscio della sua carica ostile che lo induce a «fare aspettare» gli altri anche perché probabilmente altri fanno aspettare lui. Questo non rende la cosa più accettabile, anzi, l’incoerenza passa dall’essere organizzativa a culturale quindi molto più difficile da modificare. Naturalmente è più grave quando il tempo diventa una metafora del potere negativo. Il tempo è una risorsa limitata e quello che facciamo indica la nostra motivazione reale nel gestire noi stessi dentro il tempo. Le dichiarazioni ideali non contano, le scuse non contano. C’era una persona che conoscevo che arrivava sistematicamente in ritardo a qualsiasi appuntamento. Un giorno lui e il gruppo al quale apparteneva vinsero una gara di vendita. L’orario di partenza era previsto dall’aeroporto alle 8.30 di mattina. Lui alle 6.30 era già li. Si tratta sempre di motivazione e di vere priorità. Non bisogna contrabbandare la sciatteria, l’approssimazione, l’improvvisazione sistematica come disinvoltura gestionale. Non rispondere alle comunicazioni, non arrivare, non segnalare, sono tutti comportamenti che inquinano le relazioni umane e quelle professionali. Lo sappiamo: quasi in tutti i business la sfida si vince sul tempo. Vince che è in anticipo rispetto a chi è in affanno. Conosco persone che utilizzano la prevalenza del loro tempo nel recuperare il tempo che perdono. Francamente non credo che siano più liberi e ottengano più risultati di chi invece comanda il gioco delle cose da gestire nel tempo.