La lunga attesa

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In foto Lewis Eisenberg

Colpisce il ritmo con cui Joe Biden accelera l’intervento nella guerra, che sembra diventare sempre più un fatto personale: colpisce che, allo stesso tempo, tenga in scarsa considerazione l’Italia, sulla carta il Paese più atlantista della Ue, non nominando l’ambasciatore Usa a Roma. Attualmente l’ambasciata è retta dall’“incaricato di affari” Thomas Smitham, che dirige la sede dopo l’uscita di Lewis Eisenberg, l’ambasciatore molto attivo che c’era prima ma colpisce la lunga attesa con la quale il nostro Paese attende un incarico ufficiale. Scorrendo l’elenco dei grandi Paesi Ue, alcuni dei quali hanno dovuto anch’essi attendere a lungo per un nome, l’Italia spicca per l’assenza di un nuovo rappresentante di Washington. Per Parigi, Joe Biden ha scelto Denise Bauer, già ambasciatrice in Belgio, confermata il 18 dicembre scorso dal Senato. Per Berlino, è stata scelta un’altra donna, Amy Gutmann, ex presidente della University of Pennsylvania, in attesa di conferma senatoriale. E’sempre una donna a rappresentare gli Usa a Madrid, con JulissaReynoso Pantaleón, che dopo la conferma del Senato lo scorso ottobre, ha assunto il suo incarico il 7 gennaio. Rimanendo in Europa, ma in ambito extra Ue, un altro storico alleato degli Usa ancora in attesa del nome del nuovo ambasciatore è il Regno Unito. Anche a Londra, almeno secondo le indiscrezioni di stampa, il nuovo ambasciatore sarebbe una donna, Jane Hartley, già ambasciatrice in Francia durante l’Amministrazione Obama. Il rischio per la Hartley, ancora in attesa di un annuncio ufficiale della Casa Bianca, così come per il nuovo ambasciatore a Roma, è che l’assunzione dell’incarico potrebbe slittare a 2022 inoltrato, a causa dell’alto numero di nomine presidenziali che ancora devono essere approvate dal Senato.