La Fondazione Finanza Etica: Credito, nel Sud l’80% delle famiglie non accede ai servizi finanziari di base

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in foto Carlo Borgomeo

Numeri a tratti allarmanti che evidenziano la necessità di allargare la disponibilità di strumenti educativi, culturali e finanziari per migliorare l’accesso ai servizi finanziari di base e al credito degli italiani. È quanto emerge dal rapporto pubblicato da Fondazione Finanza Etica, che incorpora la quinta indagine sull’inclusione finanziaria realizzata da Banca Etica e la 17ma edizione del Rapporto sul microcredito in Italia curata da c.borgomeo&co, presentato durante una tavola rotonda coordinata da Carlo Borgomeo (presidente di c.borgomeo&co) a cui hanno preso parte Magda Bianco (capo del dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria di Banca d’Italia) e Giampietro Pizzo (presidente di Ritmi), con le conclusioni affidate ad Anna Fasano (presidente di Banca Etica). Sulla base dei dati sui bilanci delle famiglie di Banca d’Italia si riscontra che al 2020 ben il 4,4% delle famiglie italiane non possiede un conto di deposito di nessun tipo, cioè non ha accesso a strumenti finanziari di base, siano essi di risparmio o di pagamento.

Ciò si traduce nella stima di circa 1,1 milioni di nuclei familiari totalmente esclusi finanziariamente, pari a 2,3 milioni di individui. Il dato aggregato è superiore alla media europea e diventa seriamente allarmante se si analizzano i dati regionali. Fra le famiglie finanziariamente escluse, il 78,2% vive nel Mezzogiorno. Se si prende poi in esame la quota di esclusione alla richiesta di mutui e prestiti (rifiuti e pratiche incomplete), il SUD del Paese e le Isole fanno segnare rispettivamente tassi del 43% e del 39%, a fronte di un dato nazionale del 21%, per una dinamica che si conferma anche leggendo i numeri della raccolta rispetto agli impieghi, con il Mezzogiorno che mostra una sperequazione tra le due voci, beneficiando solo del 15% degli impieghi contro un 19,2% di raccolta sul totale nazionale, richiamando dunque gli istituti di credito ad attuare processi di riequilibrio. Ad evidenziare le difficoltà registrate da famiglie e imprese nell’accesso ai servizi finanziari interviene l’Indice di Inclusione Finanziaria elaborato da Banca Etica: nel 2021 si è registrato un peggioramento di ben 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

La permanente difficoltà di accesso al credito da parte dei cosiddetti soggetti non bancarizzati risente anche della crescente desertificazione bancaria: nel 2022 in Italia hanno chiuso 554 sportelli bancari (-2,6%). Quattro milioni di persone vivono oggi in un Comune senza alcuna filiale, 6 milioni in località con un solo sportello a disposizione. Tra le possibili soluzioni vengono indicate quella dell’azione capillare di prevenzione: l’educazione finanziaria è infatti la premessa per rafforzare le capacità di scelta e di gestione delle risorse finanziarie da parte delle famiglie e delle imprese. In secondo luogo quella dello sviluppo di strutture sul territorio in grado di riconoscere le problematiche legate al fenomeno di sovraindebitamento e per orientare la persona verso i servizi di assistenza più adatti. Infine, favorire la predisposizione di strumenti finanziari e legali che possano condurre verso la risoluzione del problema.