La diplomazia Usa riporta a Napoli la statua di Zeus

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Quella di venerdì 16 giugno e’ stata una giornata importante per la cultura e l’arte d’Italia e di Napoli, ma anche la vittoria del concorso diplomatico tra ambasciata Usa e Italiana: torna a casa infatti la statua di Zeus del I secolo A.C. dal Museo Getty di Los Angeles, rinvenuta all’epoca del ritrovamento nell’area archeologica della costa campana.
Presenti all’arrivo della statua i rappresentanti dell’arma dei carabinieri e della guardia di finanza, nonchè il console  generale italiano a Los Angeles, Antonio Verde, per apporre i sigilli al corriere diplomatico che ha effettuato il trasporto della statua in Italia affinché venga custodita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Ovviamente soddisfatto per il ritorno in Italia della statua di Zeus in trono, il console italiano a Los Angeles: ” 
Il ritorno in Italia di questa stupenda scultura – ha spiegato il console Verde – è stato possibile grazie alla collaborazione tra il museo e il ministero italiano dei Beni e delle Attività Culturali e per il Turismo”. Va sottolineato, tuttavia, che se non ci fosse stato il concorso della Procura, guidata dal procuratore reggente Nunzio Fragliasso, difficilmente Zeus sarebbe tornato a casa come Ulisse. E’ davvero incoraggiante – ha aggiunto il console Verde, peraltro originario di Napoli – come il Getty Museum abbia sviluppato dei rapporti così positivi con l’Italia, sia per azioni che come in questo caso portano al rimpatrio di oggetti d’arte, sia per progetti culturali riguardanti mostre o prestiti di capolavori italiani al Museo”.
Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini , ha espresso in particolare la propria soddisfazione per la collaborazione con il Getty che ha consentito di restituire l’affascinante reperto all’Italia : Dario Franceschini si è detto “soddisfatto di aver collaborato con il Getty per poter restituire quest’oggetto affascinante all’Italia”;  “Siamo lieti – ha dichiarato Fragliasso – di riportare a casa “Zeus sul Trono” per poterlo condividere con tutti gli italiani e con i visitatori che arrivano in Italia da tutto il mondo per apprendere la nostra storia e la nostra cultura”. La statuetta,  verrà infatti  custodita al museo archeologico di Napoli. 
Nelle prossime settimane il Museo di Napoli festeggerà il suo ritorno alla presenza di Franceschini, dei magistrati e di tutti gli amanti dell’arte (ritrovata). La scultura alta circa 75 centimetri, rispecchia l’iconografia classica del dio greco a somiglianza della figura scolpita da Fidia per il tempio di Zeus ad Olimpia.
Una bella iniziativa che restituirà a Napoli e a tutto il territorio un pezzo di storia che per molti anni ha albergato oltreoceano ma che sta finalmente per tornare a casa.
Proveniente da Bacoli, finita in un giro di ricettatori di antichità greco-romane, collocata incredibilmente tra le opere esposte al prestigioso Getty Museum di Los Angeles, ma ora torna a casa, a Napoli, il “Zeus in trono”; rivelando la sua segreta odissea: la statuetta in marmo raffigurante il sovrano dell’Olimpo, risalente al primo secolo a.c. sarebbe stata rinvenuta e trafugata nei decenni scorsi dalla costa flegrea.
La scultura non e’ di grandi dimensioni; era custodita dal 1992 nel polo dal museale della California. La consegna ufficiale e’ avvenuta durante una cerimonia con il Console Generale d’Italia a Los Angeles, Antonio Verde, e con rappresentati dei carabinieri e della Guardia di finanza. Come avesse fatto , la statua di Zeus ad attraversare l’oceano, e’ un altro mistero, se non altro perche’ vi sono dei buchi neri nei fatti che non sono avulsi dall’essere contaminati dalla presenza di componenti criminose. Gli inquirenti napoletani sono arrivati all’individuazione della statua del Zeus al Getty, dopo una serie di ricostruzioni e approfondimenti investigativi legati a una banda di ricettatori di beni di lusso e opere d’arte, già intercettata in passato. Inchiesta cominciata originariamente a Roma, alcuni anni fa; poi gli atti sono stati trasferiti a Napoli, sul tavolo del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e della pm Ludovica Giugni, titolare del fascicolo. Già in passato, comunque, la Procura di Pesaro aveva individuato il gruppo di ricettatori che avevano collegamenti con il resto d’Italia, ed era giunta – anche il in quel caso – fin nel cuore del Getty a chiedere la restituzione di altre opere. Il procuratore Piscitelli e la pm Giugni, insieme agli 007 della Guardia di Finanza, dopo aver verificato la prescrizione di alcuni reati, hanno puntato, come la legge prevede, all’individuazione dell’opera e alla riparazione del danno. Lettere riservate con Los Angeles, il riconoscimento dell’opera che risultava ormai oggetto di ricettazione, la necessità per il Getty di affrancarsi dalla scomoda condizione di aver aperto le porte ai ricettatori. Infine, l’accordo. Le strette di mano. I flash.
Un happy end frutto di tenaci relazioni, e capillari approfondimenti investigativi. La scultura, a suo tempo sarebbe stata rinvenuta nelle acque di Bacoli, ed e’ stata datata intorno al I-II secolo a.c. Successivamente e’ stata acquistata da Barbara e Lawrence Fleischman nel 1992. I due collezionisti l’avevano comprata nel 1987 da Robin Symes, un mercante inglese.