La democrazia “a la carte”

di Marco Patriarca

Gran parte del caos generato dalla formazione del nuovo governo italiano è probabilmente dovuto alla sua genesi contrattuale à la carte. Dietro ai roboanti programmi comuni elencati demagogicamente dagli estensori dei lega-stellati, quasi tutti irrealizzabili, si nasconde il contratto vero, quello per il potere. Poiché il contenuto politico di un contratto non può esaurire interamente una complessa attività di governo, una volta insediato il governo, è destinato a espandersi anche in settori per nulla previsti dal famigerato contratto. Per questo con le sue convincenti previsioni programmatiche, e le sue omissioni, il contratto lega-stellato è più una trovata elettoralistica per tranquillizzare il pubblico e le istituzioni che un impegno alla coerenza nei confronti dell’elettorato e della Presidenza della Repubblica. In questa prospettiva la surrettizia introduzione nella compagine dello strano ed irrituale governo Conte di Paolo Savona, quale ministro dell’ Economia, ha fatto sobbalzare il presidente Mattarella, già assicurato che nel contratto non figurasse nulla in tema di Euro. Il presidente si è trovato improvvisamente a dover gestire le pericolose implicazioni del problema Euro omesso dal contratto e a dover censurare la nomina di Paolo Savona, di gran lunga la più autorevole e competente personalità della compagine di governo che, come centinaia di economisti e 4 premi Nobel, discute criticamente di Unione Europea e dei problemi dell’Euro dal 2002. Ma la politica fortemente anti – Euro dei lega-stellati non veniva certo da Paolo Savona. Non erano state la pervicace campagna anti europea e anti Euro dei camaleontici grillini e le furie populiste anti-tedesche Salvini ad aver contribuito al loro successo elettorale? Che cosa aveva mai fatto lo studioso Prof. Savona per quella demagogica campagna pluriennale? La loro ambigua alleanza “ contrattuale” di facciata continua e se la loro conquista del governo è sempre vicina il clima intorno ai due campioni è già cambiato; gli appelli mussoliniani “ agli italiani” di Di Maio e le sparate a salve di Salvini cominciano a dirci sempre più cose su come potrà essere il fantomatico governo “ del cambiamento”.