La cultura del conversare alla base della conoscenza

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Scelte e decisioni prendono forma assecondando la cultura del conversare. I partecipanti alla conversazione sono su un piano di parità. Nel corso della conversazione aperta e amichevole, non aggressiva e conflittuale, emergono tante idee che vengono selezionate sollevando interrogativi e intrecciandole l’un l’altra. L’idea prodotta da una mente e poi trasferita ad un’altra mette radici in un nuovo ambiente, moltiplicando e migliorando le sue opportunità di impiego. È così che si ottengono risultati sorprendenti. L’idea di telescopio elaborata da Hans Lippershey (1570-1619) prevedeva due lenti convesse che facevano vedere un’immagine rovesciata. Passata nella mente di Galileo (1564-1642), quell’idea si trasformò tanto da utilizzare una lente convessa e una concava che offrivano un’immagine diritta.

L’impresa empatica, che investe nel capitale sociale (in fiducia, comprensione, creazione di relazioni positive e armoniose tra i membri della sua comunità e verso l’esterno), si avvale di addetti che intrattengono conversazioni informali e improvvisate nei luoghi più disparati, per esempio in un caffè, un pub o sul treno. Questi sono canali di trasmissione della conoscenza che possono sboccare in scoperte e innovazioni dirompenti. Quegli addetti non si comportano diversamente dai ricercatori che all’isolamento preferiscono la conversazione aperta. Ciò che consentì al biologo James Watson e al neuroscienziato Francis Crick di individuare la struttura della molecola del DNA che valse ai due scienziati il Premio Nobel per la Medicina nel 1962. Linus Pauling – scrive Alan Stewart (The Conversing Company: Its culture, power and potential, paper presentato al “1st World Conference for Systematic Management”, Vienna, Maggio 2001) – che “aveva lavorato a lungo sullo stesso progetto, non avendo nessuno con cui conversare (a quanto pare per scelta) mancò una scoperta così importante”. È iscritto nella storia dell’umanità – diceva Charles Darwin – che a prevalere sono coloro che apprendono a collaborare e improvvisare in modo efficace.
in modo diverso dal passato.

in modo diverso dal passato.

piero.formica@gmail.com