La Commissione Ue: Crescita del 3,9% in Italia nel 2022. Per il 2023 previsto un aumento del Pil dello 0,8%

77

Secondo le stime, il Pil italiano e’ cresciuto del 3,9 per cento nel 2022, trainato dalla domanda interna, in particolare dagli investimenti in abitazioni. Lo si legge nelle previsioni economiche invernali appena pubblicate dalla Commissione europea. Il forte aumento dei prezzi dell’energia nella seconda meta’ dell’anno, tuttavia, ha portato a un netto rallentamento dei consumi privati e degli investimenti delle imprese, in un contesto di aumento dei costi di finanziamento. A quanto si legge nel documento della Commissione Ue, “dopo la piccola contrazione registrata nell’ultimo trimestre del 2022, si prevede che l’attività economica si riprenda solo gradualmente quest’anno, poicé i consumi delle famiglie continuano a essere frenati dalla perdita di potere d’acquisto, dovuta anche alla scadenza degli sconti fiscali. Nella seconda meta’ dell’anno si prevede che la spesa per consumi riprenda a crescere, parallelamente all’accelerazione degli investimenti, anche grazie ai progetti di investimento pubblico inclusi nel Pnrr italiano. In media, il Pil dovrebbe crescere dello 0,8 per cento in termini reali nel 2023. Per quanto riguarda le esportazioni, le previsioni economiche della Commissione Ue prevedono che le esportazioni nette si sottraggano alla crescita del Pil sia nel 2022 che nel 2023.
Nel 2024, invece, le esportazioni di beni e servizi beneficeranno di un miglioramento delle prospettive del commercio internazionale e dei flussi turistici ancora in ripresa. Insieme alla domanda interna in moderata espansione, si prevede che la crescita reale del Pil per il 2024 raggiunga l’1 per cento. Le stime economiche prevedono che l’inflazione abbia raggiunto il picco di crescita nel quarto trimestre del 2022, con una media dell’8,7 per cento sull’intero anno. Sebbene i prezzi internazionali delle materie prime energetiche siano tornati in gran parte ai livelli del 2021, il loro aumento si e’ diffuso ai prezzi alla produzione al dettaglio, ai prezzi dei prodotti alimentari, dei beni industriali e infine dei servizi. L’aumento dell’inflazione nella seconda meta’ del 2022 continuera’ a farsi sentire nel 2023, ma si prevede che gli effetti di base contribuiranno a far a far scendere il tasso annuo al 6,1 per cento. La dinamica salariale ancora contenuta, data la lentezza del processo di rinnovo dei contratti collettivi e il meccanismo di indicizzazione molto parziale, nonche’ una prevista stabilizzazione dei prezzi delle materie prime, sostengono il tasso d’inflazione del 2,6 per cento previsto per il 2024. L’inflazione di fondo e’ destinata ad aumentare nel 2023, prima di scendere gradualmente fino al 2024.