La classe di Draghi, le esternazioni del cavaliere e le scuse sospette di Meloni

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in foto Giorgia Meloni e Mario Draghi

Il Professor Mario Draghi, nelle ultime ore prima di uscire definitivamente da Palazzo Chigi, sta completando il giro delle “cerimonie dell’addio” . Sono dedicate a coloro che, per poco meno di due anni, hanno avuto la ventura di essere in contatto con lui nello svolgimento delle sue funzioni. Ognuno di tali appuntamenti si sta rivelando soprattutto una forma di ringraziamento ai convenuti per il contributo che hanno dato a lui e ai suoi ministri. Sono state argomentate con precisione le motivazioni addotte, e stanno facendo apparire sincere le sue conversazioni, tutt’altro che di maniera. Ciò mentre qualcuno ancora riesce a credere che quell’addio possa essere sostituito da un arrivederci. Del resto il Presidente della Repubblica Mattarella, quando per il bene del Paese dovette dare la disponibilità a ricoprire di nuovo il suo incarico, era sul punto di lasciare anche la residenza al Quirinale: il trasloco delle sue suppellettili era orami a buon punto. Volendo rimanere ben ancorati alla realtà, c’è da fare una considerazione preliminare. I docenti, già alle scuole medie, un tempo usavano raccomandare ai loro allievi che un componimento fatto nel corso della giornata, andasse riletto, prima della stesura in bella copia, il giorno successivo. Tanto al fine di meditarne il contenuto per apportare le necessarie correzioni prima che fosse letto anche da altri. Mercoledì sera si è verificata qualcosa di diametralmente opposto. Il neo rieletto Senatore Silvio Berlusconi si è sentito in diritto, satrapo di questi tempi, di esternare considerazioni di forte valenza politica in totale difformità con la linea operativa dichiarata dalla coalizione di Governo a cui é legato. Anche in questo frangente a quanto sarebbero valsi, se ascoltati, i consigli di quei docenti che invitavano a prendere tempo o almeno a contare fino a dieci prima di aprire bocca!
Una curiosità: più volte il protagonista della apoteosi dello Zar al lambrusco nonché propria deve aver travisato L’elogio della follia di Erasmo da Rotterdam, suo pensatore di riferimento. Quel filosofo mai e poi mai si sarebbe sognato di dare un’ interpretazione quanto meno di sopportazione ai comportamenti indefinibili della banda del Cremlino e da chi la dirige. Ciò che a stretto giro aggiungerà ancora ansia agli italiani, sarà la reazione a freddo di chiunque si relazioni con il Paese. Molto probabilmente chi è in relazioni con esso di tipo istituzionale o di affari, ricerca e simili, si chiederà se l’ Italia è ancora sua amica o al suo posto sia subentrato il giaguaro.
Certamente per il Paese sarà come ricevere una secchiata di acqua fredda mentre si trova in mezzo alla neve. C’è qualcosa di altrettanto grave anche nella reazione della premier in pectore: si è affrettata a prendere le distanze dall’ex Cavaliere, precisando che la posizione di Fratelli d’Italia é connotata in maniera inscalfibile da sentimenti europeisti e filoatlantici a prova di bomba. L’osservazione diffusa che segue a ruota libera è se qualcuno ne avesse dubitato in precedenza. Al che, chi avesse dato ascolto a tanto, avrebbe potuto facilmente eccepire che le scuse non richieste sono il segnale più credibile di ammissione di una condizione inequivocabile di colpevolezza. L’Europa con le sue istituzioni, se fino a qualche mese fa per una qualsiasi contestazione socchiudeva gli occhi per esprimere fiducia al governo italiano, oggi li spalancherà o sgranerà per esprimere disappunto totale. Ciò per il carattere di soliloquio estemporaneo di chi si appresta a governare, al cui confronto la vicenda recente della scelta autocratica del governo tedesco sembra poca cosa. Eppure si è trattato di concedere incentivi per contrastare i disagi energetici degli utenti a carico del bilancio nazionale, scavalcando così la EU. Altrettanto non sarà difficile immaginare
il comportamento di tutte le altre istituzioni estere che si interfacciano con l’ Italia per motivi commerciali, finanziari e altri dello stesso genere. A esse vanno aggiunte le Banche Centrali e le agenzie di rating, che si troveranno a dover riconoscere senza esitazione che dalla sera alla mattina, nelle acque del Mediterraneo, si è verificato uno tsunami. Staranno tutti attenti a osservare cosa lascerà il mare quando si ritirerà. Per ora agli italiani non resta da fare altro che aspettare. Forse, per non lasciare niente di intentato, una veglia di preghiera condotta da Francesco potrebbe essere presa in considerazione. Con buona probabilità sarebbe efficace per aiutare a rasserenare gli animi o almeno una parte di essi…