Il presidente di Confindustria Campania, Sabino Basso, lancia l’allarme. E una settimana dopo Stefano Del Rosso, amministratore delegato di King Long Italia, si unisce idealmente alle parole dell’imprenditore avellinese e racconta Il presidente di Confindustria Campania, Sabino Basso, lancia l’allarme. E una settimana dopo Stefano Del Rosso, amministratore delegato di King Long Italia, si unisce idealmente alle parole dell’imprenditore avellinese e racconta di come la burocrazia stia bloccando il progetto del polo nazionale degli autobus in Irpinia. Fin qui, a causa di ritardi, continue riunioni al ministero dello sviluppo economico, beghe tra politici e sindacati, la newco Industria Italiana Autobus ha perso commesse per un valore complessivo di 80 milioni di euro. Un colpo che, nel sistema economico di oggi, nessuno si può permettere. Tantomeno questa neonata società che punta a creare, nel sito che fu della Irisbus, un centro di progettazione e realizzazione di autobus in grado di dominare il mercato europeo. King Long Italia, braccio operativo nazionale della omonima multinazionale cinese, è partner del progetto insieme a Finmeccanica. Intesa al ministero Solo ieri, venerdì 12, al ministero dello Sviluppo la posa della prima pietra del percorso che porterà alla nascita del Polo con l’intesa preliminare tra Finmeccanica (proprietaria di Breda Menarinibus) e King Long (Kli). In base a tale intesa, la newco assorbirà le attività di Breda e di Kli. Un passaggio che rappresenta la precondizione per proseguire, nelle prossime settimane, l’iter che consentirà di includere nel progetto anche le attività dell’impianto ex Irisbus di Avellino. Ma il via libera definitivo al progetto era stato annunciato oltre sei mesi fa, a marzo scorso.“Quando già eravamo fuori tempo massimo per partire – dice Del Rosso al Denaro – perché già le altre aziende erano in lizza per ottenere importanti commesse”. Le occasioni sprecate Gare alle quali Industria Italiana Autobus avrebbe potuto partecipare da protagonista. “Ecco – chiarisce Del Rosso – non dico che avremmo ottenuto tutti gli appalti su piazza ma ci saremmo aggiudicati la realizzazione di almeno 400 autobus”. Quindi che danno economico scaturisce dal rallentamento delle proicedure di avvio del polo irpino? “Se considerate che ogni autobus viene ceduto a circa 200 mila euro il conteggio è molto facile”. Ottanta milioni di euro. Ovvero il bilancio annuale di un’azienda di medio grandi dimensioni. Quella di Industria Italiana Autobus è una storia che rende perfettamente l’idea di quanto sia difficile fare impresa in questo Paese. Autorizzazioni: troppi enti “Gli enti chiamati a dare un parere sono troppi – rivela Del Rosso – di conseguenza si perde tantissimo tempo solo per addivenire a una decisione, ecco perché progetti che all’apparenza sembrano semplici da realizzare richiedono anni di tempo per diventare operativi”. Nel caso della newco che dovrebbe rilevare l’attività di Irisbus c’è un ulteriore problema da affrontare, come spiega Del Rosso. “Il rinnovo delle cariche ai vertici di Finmeccanica, nostro partner di riferimento. Siamo stati costretti a illustrare da zero il progetto alla nuova governance, che ovviamente ha bisogno di informazioni dettagliate prima di autorizzare qualsiasi operazione, e questo passaggio ha notevolmente rallentato la nostra azione”. Una settimana fa Basso, attraverso le colonne del Denaro, chiede più rispetto per le aziende. “Altrimenti ci costringete ad andare via”, dice. “Noi non molliamo – precisa Del Rosso a proposito di Industria Italiana Autobus – però bisogna accelerare i tempi”. Chi si arrende, invece, è l’imprenditore e presidente del consorzio Botteghe dei Mille di Napoli, Nino De Nicola. Che mette in liquidazione l’attività. “Fare impresa costa troppo – dice – e onestamente non sono più in grado di affrontare le spese. Dispiace chiudere i battenti dopo 25 anni ma ormai sono rimasto da solo a lottare e non ce la faccio più”. Il suo negozio era uno dei ritrovi più frequentati di Piazza dei Martiri.