La borsa Usa col vento in poppa

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Il punto della mattinata. Il Ftse Italia All-Share segna +1.15%, Ftse All-Share Capped +1.09%, Ftse Mib +1.28%, Ftse Italia Mid Cap +0.21%, Ftse Italia Small Cap +0.71%, Ftse Italia Star +0.24%, Ftse Aim Italia +0.05%.
Le principali Borse europee hanno aperto la seduta senza grandi variazioni. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,1% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,05%. Sopra la parità il Cac40 di Parigi (+0,1%) e il Ftse100 di Londra (+0,15%).
L’euro recupera contro dollaro dopo aver toccato un minimo a 1,0526 nella notte. EUR/USD al momento viene scambiato a 1,0575 circa.
Mercati obbligazionari eurozona in flessione. Il rendimento del Bund decennale sale di 6 bp allo 0,41%, quello del BTP sale di 5 bp al 2,11% (+4 bp per il Bono spagnolo all’1,57%). Lo spread scende di 1 bp a 170.
Bancari Italia in recupero: il FTSE Italia Banche segna +1,8%, l’EURO STOXX Banks +0,4%. Bene UBI Banca (+3,3%), BP Milano (+3,2%), Banco Popolare (+3%).
Banca MPS (+6,4%) rimbalza dopo il -10% di venerdì dopo che il cda ha deciso di proseguire nel tentativo di realizzare l’aumento di capitale attraverso il mercato. Reuters cita fonti del ministero dell’Economia secondo cui c’è fiducia sulle possibilità di successo: in caso contrario sarebbe pronto un provvedimento di ricapitalizzazione preventiva dello Stato. Repubblica scrive che la Commissione UE avrebbe già dato il suo assenso. Secondo altre indiscrezioni di stampa MPS vorrebbe aprire la conversione dei bond subordinati anche agli investitori retail.
Sale anche Unicredit (+3,3%) che ha chiuso con Amundi per la vendita di Pioneer: l’asset manager passerà al gruppo francese per 3,545 miliardi di euro. In aggiunta, UniCredit riceverà da Pioneer, prima della chiusura dell’operazione, un dividendo straordinario pari a 315 milioni. L’operazione genererà una plusvalenza netta per UniCredit a livello consolidato pari a 2,2 miliardi di euro nel 2017, con un impatto positivo sul Common Equity Tier 1 stimato in circa 78 punti base.
Domani a Londra si terrà il Capital Markets Day con l’attesissimo annuncio sull’entità dell’aumento di capitale: da settimane si attende di capire dove verrà fissato l’importo all’interno della forchetta 10-13 miliardi di euro.
Petroliferi in netto progresso grazie al rally del greggio che nella notte tocca i massimi dall’estate 2015 in scia all’accordo dei paesi non-OPEC per un taglio della produzione analogo a quello deciso dall’Organizzazione.
Il future per consegna febbraio sul Brent segna 57,15 $/barile (massimo a 57,52), il future per consegna gennaio sul WTI segna 54,30 $/barile (54,50). In netto rialzo Saipem (+3,4%), Tenaris (+2,4%) ed Eni (+3%): quest’ultima ha annunciato stamattina l’accordo per la vendita a Rosneft del 30% nella concessione di Shorouk, nell’offshore dell’Egitto (nella quale si trova il giacimento super-giant a gas di Zohr) per 1,125 miliardi di dollari e il rimborso pro quota da parte di Rosneft degli investimenti già effettuati, pari a oggi a circa 450 milioni di dollari.

Borse asiatiche

Complessivamente la seduta è piatta, come conferma l’andamento dell’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che però la settimana scorsa aveva registrato la migliore performance di un’ottava in oltre tre mesi. L’indice non tiene conto però delle piazze di Malaysia, Thailandia e Indonesia che sono chiuse per festività.
I petroliferi corrono su tutti i mercati, ma questo non è sufficiente a sostenere quelli cinesi.
La settima scorsa c’era stato l’esordio, tutt’altro che eclatante, di Shenzhen-Hong Kong Stock Connect, il collegamento tra le due piazze che permette agli investitori esteri di acquistare i titoli di oltre 900 società quotate sull’indice cinese focalizzato sulle Pmi (e in particolare sul settore tecnologico) dal mercato dell’ex colonia britannica (e viceversa, a Shenzhen si possono acquistare i titoli quotati a Hong Kong).
Un’apertura che è stata subito seguita da un’indicazione di senso opposto: venerdì la China Insurance Regulatory Commission ha annunciato il divieto per il colosso assicurativo Evergrande Life d’investire nel mercato azionario, con l’obiettivo di frenare le speculazioni definite “barbare” dei gruppi del settore. Il risultato è stato un tracollo per le piazze cinesi: Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 hanno infatti perso il 2,47% e il 2,42% rispettivamente.
Ancora peggio ha fatto lo Shenzhen Composite, deprezzatosi addirittura del 4,86% al termine degli scambi. In negativo è anche Hong Kong: a circa un’ora dallo stop alle contrattazioni l’Hang Seng perde circa l’1,50% (performance peggiore per l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, in flessione intorno all’1,80%).
Di segno opposto la seduta di Tokyo, che prosegue nei guadagni con cui aveva chiuso la precedente ottava. Complice il rafforzamento del dollaro, e quindi il declino dello yen, il Nikkei 225 che già aveva guadagnato l’1,23% venerdì segna un progresso dello 0,84% (più limitato l’incremento dell’indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,40%). Moderato guadagno invece per Seoul, con il Kospi che segna un progresso dello 0,13% in chiusura.

Borsa Usa

Per la Borsa Usa la corsa continua: il Dow Jones nell’ultima settimana ha registrato +3,06%. Venerdì scorso il Dow Jones ha guadagnato lo 0,72%, l’S&P 500 lo 0,59% e il Nasdaq Composite lo 0,5%.
La stima preliminare di dicembre dell’indice di fiducia dei consumatori statunitensi, calcolato dall’Università del Michigan e da Reuters, si attesta a 98 punti, risultando superiore alle previsioni degli addetti ai lavori pari a 94,5 punti e in crescita rispetto alla rilevazione di novembre pari a 93,8 punti.
Le Scorte delle imprese sono diminuite dello 0,4% nel mese di ottobre, risultando allineate alle attese degli analisti e alla lettura precedente.

I dati macro attesi oggi
Lunedì 12 Dicembre 2016

00:50 GIA Ordinativi di macchinari ott;
05:30 GIA Indice attività settore terziario ott;
07:00 GIA Ordinativi di macchine utensili preliminare nov.