La borsa di Tokyo riapre dopo la festa e perde il 2,71%

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Borsa italiana in lieve rialzo. Stamani, in apertura, il Ftse Mib segna +0,22%, il Ftse Italia All-Share +0,23%, il Ftse Italia Mid Cap +0,29%, il Ftse Italia Star +0,23%. 

Mercati azionari europei in rialzo:DAX +1,1%, CAC 40 +0,7%, FTSE 100 +0,5%, IBEX 35 +0,1%.
Future sugli indici azionari americani in ribassodello 0,1-0,2 per cento.

Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +0,0 9%, Nasdaq Composite -0,12%, Dow Jones Industrial +0,32%. 
Molto debole Tokyo che riapre dopo la chiusura per festività di ieri: il Nikkei 225 termina a -2,71%. Borse cinesi poco mosse con l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen che chiude a +0,73%, a Hong Kong l’Hang Seng a -0,89%. Euro in recupero contro dollaro dal minimo della notte a 1,0841.
EUR/USDal momento oscilla in area 1,0890. Ieri aveva toccato un massimo a 1,0970. Inizio seduta debole per l’obbligazionario eurozona. Il rendimento del BTP decennale rispetto alla chiusura precedente è in rialzo di 3 bp all’1,62%, anche quello del Bund sale di 3 bp allo 0,57%.Lo spread è stabile a 105.

 

Borse asiatiche
Dopo il sell-off abbattutosi per la terza volta da inizio anno sui mercati cinesi, arriva il prevedibile recupero che però riesce solo aShanghai e Shenzhen, mentre tutte le altre principali piazze dell’Asia, in misura e con cause difformi, rimangono in territorio negativo. A tenere banco è ancora una voltail declino de l petrolio(i future suBrenteWtiviaggiano intorno a 31 dollari al barile, livelli mai così bassi in 12 anni) oltre ovviamente ai timori sul rallentamento della Cina.
Prima dell’apertura degli scambi,la People’s Bank of Chinaha fissato il prezzo medio dello yuan nei confronti del dollaro a 6,5628, in linea con quanto fatto lunedì a 6,5626.

Sul fronte valutario, il dollaro resta sostanzialmente stabile nei confronti delle principali valute, mentre loyenperde terreno dopo avere toccato i massimi in quasi cinque mesi lunedì. Tra le principali materie prime, il rame continua a scambiare intorno ai minimi di sei anni e mezzo.
Tokyo, sfuggita al sell-off di lunedì visto che la Borsa nipponica era rimasta chiusa per la celebrazione del Seijin no hi (il Giorno del passaggio all’età adulta in cui si festeggiano i giovani che hanno raggiunto i 20 anni), è la peggiore piazza della regione. A fine seduta ilNikkei 225segna un declino del 2,71% appesantito dai settori minerario ed energetico (entrambi in flessione di oltre il 5%). Sul fronte macroeconomico, però, ci sono dati incoraggianti per il Sol Levante. In particolare, secondo quanto comunicato dall’Ufficio di Gabinetto nipponico, nel mese di dicembre l’indice della fiducia dei consumatori in Giappone è cresciuto a 42,7 punti da 42,6 punti di novembre (41,5 in ottobre). Il dato rimane sotto alla soglia di 50 punti che separa fiducia da pessimismo dal marzo 2006, ma si conferma ai livelli più elevati dal novembre 2013 (quanto si assestò a 43,0 punti) ed è migliore rispetto ai 42,4 punti del consensus.

A Seoul, il Kospi limita allo 0,21% il suo deprezzamento in chiusura di seduta.
Ancora più modesta la flessione diSydney, ma la perdita dello 0,14% dell’S&P/ASX 200segna l’ottava seduta consecutiva di declino (è successo solo altre due volte nella storia e la precedente risale all’estate 2010), striscia peggiore dopo le 12 sessioni di fila in calo registrate nel 2008, allo scoppio della crisi dei mutui subprime. Per lo meno la piazza australiana rimane sopra ai 4.880 punti dopo che in intraday lunedì era scivolata sotto tale soglia, ai minimi di due anni e mezzo.

Per i mercati cinesi la seduta è stata di recupero ma in decisa altalena (con guadagni e perdite intorno al punto percentuale), ma alla fine è tornato il segno più: Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300hanno guadagnato lo 0,20% e lo 0,73% rispettivamente. In linea anche l’apprezzamento dello 0,39% delloShenzhen Composite.

Nessun recupero, invece, perHong Kong: avvicinandosi alla chiusura l’Hang Seng perde circa lo 0,70% (e la performance è simile perl’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento per la Corporate China sulla piazza dell’ex colonia britannica).

 

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso la prima seduta della settimana misti. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,32%, l’S&P 500 lo 0,09% mentre il Nasdaq Composite ha lasciato sul terreno lo 0,12%. Ancora male il comparto energetico in scia al crollo del petrolio (il Wti ha chiuso in calo del 5,28% a 31,41 dollari al barile). 
Forti vendite anche sul settore farmaceutico dopo le deludenti previsioni fornite da Celgene (-5,46%) e McKesson (-10,33%)
Apple +1,62%. Secondo il Financial Times, il servizio di streaming musicale Apple Music avrebbe già raggiunto 10 milioni di abbonati. Mizuho Securities ha alzato il rating sul titolo del produttore dell’iPhone a buy da neutral.
Baxalta -2,27%. Il gruppo biofarmaceutico Shire ha annunciato l’acquisto della rivale per circa 32 miliardi di dollari (18 dollari in contanti e 0,1482 azioni Shire per ogni azione Baxalta). L’operazione dovrebbe concludersi a metà del 2016.
General Motors +2,4%. Credit Suisse ha migliorato il giudizio sul titolo del gigante automobilistico ad “outperform”. 
Alcoa -0,99% in attesa della pubblicazione dei risultati trimestrali. Il produttore di alluminio ha annunciato una commessa da 1,5 miliardi di dollari per la fornitura di componentistica per la divisione aeronautica di General Electric.  
Freeport-McMoRan -20,43%. L’agenzia Fitch ha tagliato il rating del produttore di rame a “BBB-” da “BBB”. L’outlook è stato rivisto a negativo da stabile.
IHS -0,65%. Il fornitore di analisi e informazioni ha annunciato l’acquisto di Oil Price Information Service, agenzia specializzata nel settore e nergetico (petrolio, gas naturale e carburanti bio), per 650 milioni di dollari. 
Kohl +4,53%. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, l’operatore di grandi magazzini starebbe considerando l’ipotesi delisting.

 

Europa
Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in leggero rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,3%, il Cac40 di Parigi lo 0,2%, il Ftse100 di Londra lo 0,1%. Poco mosso l’Ibex35di Madrid. 
Ancora forti vendite sui petroliferi. Le quotazioni del greggio sono calate sotto i 31 dollari al barile.

 

Italia
A Piazza Affari lusso in evidenza, con Salvatore Ferragamo (+4%) che approfitta dell’avvio della copertura da parte di Citi con raccomandazione BUY, e Brunello Cucinelli (+3,4%) che ieri pomeriggio ha comunicato i risultati preliminari 2015, con ricavi netti a €414,0 milioni, +16,3% a/a a cambi correnti.
Ottimo avvio per Ferrari (+2,8%) e FCA (+2,4%) che ieri al salone dell’auto di Detroit ha presentato il minivan Pacifica. Nell’occasione l’a.d. Sergio Marchionne ha affermato che l’anno 2015 è andato bene, con risultati nella fascia alta delle previsioni del piano industriale al 2018. Michael Manley, numero uno di Jeep, ha detto che il marchio avvierà la commercializzazione in India da metà febbraio. 
Dopo i crolli di ieri tentano di tenere le posizioni Banca MPS (+0,9%), su cui Consob ha disposto per la seduta odierna il divieto di vendite allo scoperto, e Banca Carige(-0,5%) che ha confermato che le attività della Banca proseguono nel rispetto delle previsioni del Piano Industriale 2015 – 2019.
Deboli i petroliferi in scia ai nuovi minimi pluriennali raggiunti questa mattina dal greggio. Attualmente il future sul Brent segna 31,15 $/barile circa dopo aver toccato i 30,77, il WTI oscilla in area 30,60 $/barile dopo aver toccato i 30,42. 
L’indice EURO STOXX Oil & Gas limita le perdite a un -0,2%, mentre a Milano Tenaris -1%,Eni -0,6%, Saipem +0,4%. Netto calo per A2A (-2,3%): secondo indiscrezioni di stampa dopo che Cogeme ha dato l’ok all’integrazione di LGH con la super utilty lombarda.

 

I dati macro attesi oggi
Martedì 12 gennaio 2016

00:50 GIA Bilancia partite correnti nov;
06:00 GIA Indice fiducia consumatori dic;
06:00 GIA Indice fiducia Economy Watchers dic;
10:30 GB Produzione manifatturiera nov;
10:30 GB Produzione industriale nov;
11:30 EUR Intervento Praet (BCE);
16:00 USA Indice JOLTS (mercato del lavoro) nov;
21:15 USA Intervento Lacker (Fed).