La Bce alza ancora i tassi: altro passo degli Italiani verso il confine sociale della povertà

In foto Christine Lagarde

Sotto l’aspetto emotivo, con ieri gli italiani sono ritornati in larga parte allo stato in cui erano una settimana fa. L’altro ieri, giusto perché ritornassero con la mente a cose più terrene, è giunta loro, come a tutti i cittadini della EU, la notizia che in cuor suo ognuno temeva e respingeva, sperando fino all’ ultimo che sarebbe stata data più avanti nel tempo. Si intuisce facilmente che essa si riferisca, come era stato anticipato, a una cronaca già annunciata. Precisamente quella della decisione della BCE di alzare il costo dell’euro dello 0,25%, portandolo così al 4%.

In più, giusto per augurare una buona estate agli europei, la Presidente dell’ Istituto Centrale della EU, la signora Lagarde, nella stessa conferenza stampa ha annunciato che il trend della moneta europea continuerà con la stessa andatura almeno fino alla conclusione dell’anno in corso. La Signora Presidente, per chi non avesse capito il nuovo corso intrapreso dalla BCE in merito alla politica monetaria, ha annunciato con l’ occasione che un altro aumento sarà introdotto già nel corso del prossimo mese, luglio. Occorre a tal punto, non fosse altro per sapere che tipo di condotta dovranno adottare i residenti nella EU, nello specifico gli italiani, tentare di tracciarne almeno uno schizzo. In sonoro sarà poco più che cimentarsi come, in una chiacchierata al fresco degli alberi, farebbe una comitiva di soci della Bocciofila in gita tra i boschi. Si può partire così dal primo motore immobile o quasi del tempo, l’inflazione. Essa, seppur originata da cause diverse per ogni realtà geopolitica, al momento è ancora sopra ai livelli fisiologici un pò dovunque nel mondo. Ripetendo solo per colore quanto è noto, una percentuale minima di inflazione, quella che gli economisti definiscono strisciante, è presente in ogni sistema economico. Tanto è confermato da tutte le correnti di pensiero di quella materia.

Non è un caso che tutti i governi esprimano di voler contrastare quel fenomeno, mai di debellarlo. Purché non se ne faccia un uso distorto, la politica monetaria di ciascuno stato o aggregazione di gruppi di essi a cui fa riferimento una unitá di conto, ha un effetto importante. Avendo sempre presente però che non basta da sola a correggere in toto le impennate dell’ inflazione. Quasi tutti i cultori della scienza economica concordano sul postulato che quel tipo di correttivo della naturale dinamica del corso del denaro, ha riflessi pressochè immediati, sia in positivo che in negativo, sull’ economia reale di un paese e, indirettamente, con quanti altri hanno rapporti economici. Sempreché ci si limiti a farla durare poco nel tempo e che sia monitorata passo dopo passo. Al momento ciò sta accadendo in tutta Europa e con risultati che, per la maggior parte di essa, consistono in variazioni di frazioni percentuali diverse per ogni paese e non del rilievo atteso. Quindi una prima conclusione è gia possibile trarla: applicata in contesti produttivi diversi, i risultati della politica monetaria non saranno gli stessi e non poco. Ciò che al momento interessa di più, è mettere su una bilancia a due piatti, da una parte gli svantaggi e dall’ altra i vantaggi che un sistema produttivo ne raccoglie.

Nel caso dell’ Italia le cose stanno così. È vero che l’ inflazione è scesa di più della media europea, ma si tratta di valori per la maggior parte poco superiori allo zero; sono comunque da accettare con animo  positivo. Va subito aggiunto che l’aumento del tasso dell’ Euro interessa in maniera negativa sia l’attività di ripresa delle aziende che, in un modo o nell’ altro, intrattengono rapporti con le banche, sia le persone fisiche, per la più parte di esse il nucleo più comune, quello delle famiglie. Una buona parte delle stesse ha contratto a suo tempo un mutuo con un istituto di credito, quasi sempre per l’acquisto della  casa. Già era in lavorazione, ma tra alcuni giorni sarà più marcato, il rincaro della rata di quell’ impegno finanziario. Esso creerà di sicuro, seppure in maniera variegata, difficoltà per la gestione del bilancio familiare. Già fermandosi a questo punto nella comparazione tra vantaggi e svantaggi apportati dall’aumento del tasso dell’euro, tra scaramucce e manifestazioni di ogni genere nei confronti di tale decisione della BCE, gli Italiani  fanno un altro passo in avanti verso il confine sociale dello stato di povertà. Certamente chi in alto, nella fattispecie nell’ Europa del nord, a Bruxelles, agli ultimi piani del Palazzo di vetro della EU, dovrà tenere nel dovuto conto quanto è accaduto e accadrà ancora agli italiani. Tentando di evitare che si ripeta ciò che che si concretò per alcuni contadini zelanti ma poco accorti. Nel tentativo di arricchirsi, agirono maldestramente con  operazioni finanziarie a loro non congeniali e finirono per indebitarsi ancora di più. Di queste situazioni, oggi più che mai, se ne vedono di tutti i colori. Malgrado le spiacevoli ripercussioni, quelle stesse avventure non sono prossime a trasformarsi in ricordi, seppur spiacevoli.