L’Iran si presenta all’Italia e alla Campania

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Mentre le diplomazie internazionali lavorano contro il pericolo che le tensioni internazionali possano rallentare i mercati, la moderazione del nuovo entourage persiano non ha sotteso i tentativi di instaurare nuovi rapporti con l’Europa. Si può parlare a questo punto di nuovo Iran? Indubbiamente lo stato asiatico svolge oggi un ruolo diverso sui mercati internazionali, perché ha saputo tenersi distante da molte questioni internazionali di natura politica, e si è affacciata al mondo dell’internazionalizzazione dopo l’embargo,  promuovendo eventi di natura culturale ed alimentare. Nell’ultima settimana di Novembre 2016, Fiera Roma ha ospitato la presentazione a 360 gradi del Paese che fu la grande Persia. Tra incontri B2B con le principali aziende iraniane, appuntamenti culturali ed eventi gastronomici si è fatta la conoscenza con uno Stato divenuto chiave per lo scenario economico e geo-politico globale che ha visto la presenza di 150 operatori Iraniani: ”  Iran Country Presentation ” ,  è la prima manifestazione iraniana fuori dall’Iran in tutto l’Occidente post embargo, un appuntamento fondamentale per il processo di internazionalizzazione del comparto fieristico italiano e un avvenimento storico sotto il profilo economico e sociale. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con Iran International Exhibition, l’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia di cui l’Ambasciatore Jahambaksh Mozaffari, insieme all’Ambasciata Italiana in Iran , ed ha coinvolto le realtà istituzionali iraniane che hanno testimoniato l’esistenza del “nuovo” Iran, un Paese pronto ad aprirsi all’Italia, all’Europa e al mondo. Per la prima volta, infatti, l’Iran, con i suoi Ministeri, le sue realtà imprenditoriali, pubbliche e private, e le sue associazioni di settore si è presentato fuori dal proprio territorio, in Europa, in Italia, a Roma.
Secondo i dati Eurostat nel 2015, Italia e Germania sono i soli Paesi UE ad aver avuto significativi volumi di esportazione verso l’Iran. In particolare sono gli unici a superare il miliardo di euro per quanto riguarda tale voce. La Germania si conferma il principale fornitore dell’Iran, con un export di circa 2.068 milioni di euro, seguita dall’Italia che ha esportato verso l’Iran beni per circa 1.210 milioni di euro, distaccando notevolmente i valori di export degli altri Paesi, quali Francia (562 milioni), Paesi Bassi (467 milioni), Belgio (400 milioni) e Spagna (233 milioni). Già nel 2014 la crescita delle esportazioni italiane e tedesche aveva trainato l’aumento complessivo dell’export dell’intera UE (+17,9% rispetto al 2013). Dal punto di vista delle importazioni, i dati relativi al 2015 evidenziano come l’Italia si sia confermata primo importatore UE dall’Iran, con un volume di circa 468 milioni di euro, seguita dalla Germania (315 milioni), dalla Spagna (151 milioni), dal Belgio (69 milioni) e dai Paesi Bassi (37 milioni). Nel 2015 la classifica dei primi cinque paese importatori resta quindi invariata rispetto al 2014, in un contesto di ripresa delle importazioni dell’intera Unione (+6,6%) sebbene il volume complessivo sia significativamente inferiore ai precedenti del 2012. Guardando all’interscambio complessivo, sia nel 2014 sia nel 2015 l’Italia risulta il secondo partner europeo dell’Iran, dietro la Germania. Diverse sono però le dinamiche sottostanti. Mentre l’Italia vede crescere l’interscambio complessivo a fronte di un incremento sia delle esportazioni che delle importazioni, in Germania si registra una riduzione dell’interscambio complessivo dovuta ad una contrazione delle esportazioni, non compensata dal lieve aumento delle importazioni.
In tale ambito la Campania è più che presente sullo scenario imprenditoriale: due  sono state le aziende partenopee che hanno partecipato all’evento: la Klever-Italiana, già attiva da diversi anni sul mercato iraniano, e la SMS Engineering che ha avuto incontri B2B con diversi rappresentanti delle Aziende Iraniane della filiera automotive , al fine di proporre le Soluzioni Software Extended ERP, realizzate per le Industrie Italiane, anche in IRAN attraverso il proprio partner tecnologico a Teheran. Altissimo, l’interesse per le applicazioni software AQUIS di SMS Engineering (Aeronautic Quality Improvement System) per integrare standard qualitativi aeronautici nella produzione di alcuni componenti per l’industria dei trasporti e per myWMS JIS (Warehouse Management System con logica just in sequence) attualmente installato negli stabilimenti Fiat di Melfi e Maserati di Grugliasco.
Tra le personalità presenti si segnalano Fabrizia Esposito e Fabia Esposito della Klevers Italiana insieme a Massimiliano Canestro della SMS Engineering; Angela Giordano e Raffaella Cauli della Camera di Commercio Italo-Iraniana e il Presidente della SMS Engineering Antonio Ascione. Sei  mesi dalla fine dell’imbargo : la riapertura degli scambi commerciali con l’Iran promette adesso una crescita dell’export italiano di 3 miliardi di euro in 4 anni. 
Per fermare l’ambizioso programma nucleare intrapreso dall’Iran dai primi anni del duemila, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha approvato a più riprese sanzioni varie nei suoi confronti sino ad arrivare a Gennaio 2016 in cui l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia artomica in applicazione dell’accordo quadro , ha dichiarato la fine delle sanzioni, fermo restando il diniego per l’esportazione verso l’Iran, dei beni, del software e di tecnologie  riportate nell’elenco del regime di non proliferazione missilistico, e destinate allo sviluppo di sistemi di lancio per armi nucleari ,  mentre per quelli riportati negli elenchi del Gruppo dei Fornitori Nucleari (Nuclear Suppliers Group- NSG 1 e 2)  è previsto un obbligo di autorizzazione preventiva; divieto anche per beni e tecnologie che potrebbero contribuire ad attività connesse con il ritrattamento o l’arricchimento o l’acqua pesante o ad altre attività non conformi al JCPOA ; autorizzazione preventiva anche per il sw abile alla pianificazione delle risorse aziendali sviluppate specificatamente per l’utilizzazione nelle industrie nucleari e militari; autorizzazione preventiva anche per l’esportazione di grafite e alcuni metalli grezzi o semilavorati .
Appare opportuno evidenziare, che a  decorrere dal 16 gennaio 2016, sono venute meno le restrizioni relative ai traferimenti finanziari e le limitazioni operative all’attività bancaria, quando non collegate a entità listate o a beni e servizi vietati; le restrizioni per l’import di ‘ petrolio greggio e prodotti petroliferi , gas naturale ed altri idrocarburi gassosi, altri prodotti petrolchimici ; le restrizioni per l’ export di attrezzature, materiali, sw e tecnologie relative a “prospezione e produzione di greggio e gas naturale”, “raffinazione di greggio e liquefazione di gas naturale” e all’“industria petrolchimica”; le restrizioni per l’export di attrezzature e tecnologie navali fondamentali per la costruzione, manutenzione o adattamento di navi/petroliere; le restrizioni per il commercio di oro, metalli preziosi e diamanti; le restrizioni in materia di trasporto e servizi logistici  connessi ai beni precedentemente sottoposti al provvedimento. Da tutto quanto descritto ne proviene che seppur nei limiti, l’Iran oggi diventa una opportunita’ per imprese e banche. Un recente studio e analisi di Sace ha evidenziato le potenziali opportunita’  per l’export italiano. Secondo lo studio, la fine del regime sanzionatorio apre per le imprese italiane importanti opportunità, in termini di export; si potrebbe arrivare ad un incremento dell’export italiano di circa 3 miliardi di euro fino al 2018, “una quota marginale rispetto a quanto perso dal sistema italiano negli anni di vigenza del regime sanzionatorio”.
L’export nostrano verso Teheran si compone di meccanica strumentale: 57,9%, prodotti chimici: 8,4%, metallurgia e prodotti in metallo: 7,7%, apparecchi elettrici: 5,8%, gomma, plastica, materiali da costruzione: 5,3%, farmaceutica: 4%, altro: 10,9%. Proprio  la meccanica strumentale e’ tra i settori più colpiti dalle sanzioni, con il valore annuo dei beni venduti che si è dimezzato dai circa 1,3 miliardi di euro del 2010 a meno di 700 milioni di euro oggi. Da un punto di vista settoriale invece, il primo comparto che beneficerà della riapertura dei commerci con l’Iran è quello petrolifico, il più colpito dalle sanzioni internazionali. A questo segue il settore dell’ automotive. L’Iran, era “un mercato da 1,5 milioni di immatricolazioni di veicoli all’anno nel periodo pre-inasprimento sanzioni del 2011, ora ci si attende un ritorno sopra i 2 milioni di unità all’anno”. Altri settori che beneficeranno della fine delle sanzioni sono quello militare e quello dei trasporti. 
La decisa crescita demografica del Paese necessiterà di una offerta immobiliare abitativa adeguata, sia di alloggi popolari che di lusso, oltre che di strutture commerciali, alberghi e uffici. Sono state inoltre intercettate possibilita’ di business anche  verso le nuove tendenze di design, soprattutto da parte delle élite iraniane”. Si delineano, in tal senso, buone opportunità per il settore del mobile, per gli articoli di illuminazione, gli accessori per il bagno e la cucina, i laminati in legno, i rivestimenti in vetro, le scale, gli infissi per porte e finestre, i materiali antisismici e le caldaie.
Dopo petrolio e derivati viene il gas e quindi il mercato iraniano è di particolare interesse per le industrie ad alta intensità di calore: cemento, acciaio, power generation, petrolchimico, farmaceutico, la medicina nucleare, le energie rinnovabili, la meccanica di precisione  e l’alimentare dal punto di vista macchinari. I problemi non mancheranno in termini di  corruzione, disoccupazione, l’inflazione, il basso prezzo del petrolio, l’economia  sostanzialmente statale ed un sistema giudiziario incerto, soprattutto per gli investitori stranieri. Se  l’accordo sul nucleare iraniano, la fine dell’embargo ed i profondi legami storici sono fattori positivi per le nostre imprese; altri fattori piu’ storico strutturali invitano a muoversi con cautelaCio’ significa che diventeranno fondamentali i contratti con garanzie adeguate, gestire con cura gli aspetti doganali e documentali , al fine di evitare che il rapporto commerciale entri in una fase patologica e, quindi, in una situazione che molto difficilmente potrà trovare una soluzione in via giudiziaria.

BRUNO RUSSO