L’ipotesi Brexit indebolisce sia la sterlina che l’euro

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Il punto. Borsa italiana sopra la parità: al momento il Ftse Mib segna +0,64%, il Ftse Italia All-Share +0,14%, il Ftse Italia Mid Cap -0,25%, il Ftse Italia Star +0,81%.

Mercati azionari europei in rosso: DAX +0,08%, CAC40 +0,04 FTSE 100 -0,34%, IBEX 35 +0,58%.
Future sugli indici azionari americani al momento in ribasso dello 0,3-0,5 per cento. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +1,45%, Nasdaq Composite +1,47%, Dow Jones Industrial +1,40%.
In lieve calo Tokyo con il Nikkei 225 a -0,37%. Deboli le borse cinesi: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a -0,95%, a Hong Kong l’indice Hang Seng -0,25%.
Euro poco sopra i minimi da inizio mese contro dollaro a 1,1004 toccati ieri. EUR/USD al momento oscilla in area 1,1045.
Mercati obbligazionari eurozona poco mossi. Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente è stabile allo 0,18%, quello del BTP sale di 1 bp all’1,55%. Lo spread sale di 1 bp a 137. In verde i bancari con l’indice FTSE Italia Banche a +0,8%.
Sul fronte macro, sotto le attese il dato sulla manifattura dell’Eurozona, a febbraio in calo a 51 punti, che ha alimentato le aspettative su nuovo stimoli in arrivo da parte della Bce.
Sulla crescita della Zona Euro è intervenuta Standard & Poor’s sottolineando che “l’economia della zona euro è in ripresa dal secondo trimestre 2013, ma l’inversione di tendenza è stata irregolare e fragile rispetto al passato”.
Il rischio Brexit, complice la presa di posizione del sindaco di Londra Boris Johnson, ha messo nuovamente sotto pressione la sterlina.

Borse asiatiche
Il rally dei mercati azionari della scorsa settimana si ferma alla riapertura dei mercati asiatici. Come pure si ferma il rimbalzo dei corsi del greggio, anche se, secondo gli osservatori, sono le prese di beneficio a guidare il mercato. L’oro nero aveva infatti segnato un balzo di circa il 7% in overnight, dopo che l’International Energy Agency (Iea) aveva comunicato previsioni per un calo di 600.000 barili al giorno nel 2016 e 200.000 barili nel 2017 nella produzione di greggio shale in Usa. In aggiunta, secondo la Iea, l’offerta globale crescerà in media di 4,1 milioni di barili al giorno tra 2015 e 2021. Un significativo rallentamento rispetto agli 11 milioni di barili di incremento del periodo 2009-2015. In Asia, il petrolio scambia in flessione di oltre l’1% e appaiono in correzione anche altre materie prime, come il rame che aveva sfiorato i massimi dell’ultimo mese a Londra lunedì.
Sul fronte valutario a tenere banco è ancora l’ipotesi di Brexit che indebolisce sia sterlina che euro, mentre il dollaro Usa perde terreno nei confronti dello yen. Complessivamente l’Asia perde terreno, con l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, in moderato declino dopo avere toccato un progresso dello 0,40% all’apertura dei mercati della regione.

Anche Tokyo erode i progressi iniziali e il Nikkei 225 segna una flessione dello 0,37% in chiusura (peggio fa l’indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,68%), con le migliori performance in arrivo dai titoli legati alle materie prime: il guadagno è del 5-6% per Mitsui Mining & Smelting, Toho Zinc, Jfe Holdings e Sumitomo Metal Mining. Da segnalare l’ennesimo scivolone di Takata, che segna un declino del 4,34% al termine degli scambi. Il gruppo giapponese, in flessione di oltre il 60% nei 12 mesi, sconta l’ipotesi di un altro recall in Usa per 70-90 milioni di veicoli equipaggiati con i suoi airbag, finora considerati responsabili di dieci vittime (degli incidenti mortali solo uno è avvenuto fuori dagli Usa: in Malaysia). Complessivamente sono già oltre 29 milioni i veicoli oggetto di recall. Più limitato il declino di Seoul, con il Kospi che segna una perdita dello 0,11% in chiusura.

In linea con Tokyo è Sydney, con l’S&P/ASX 200 che perde lo 0,37% a fronte di una seduta positiva per i titoli del minerario (Rio Tinto guadagna l’1,43% mentre Bhp Billiton si apprezza del 2,62% nonostante il rosso trimestrale record e il primo taglio alla cedola in 15 anni). Male invece i petroliferi con Oil Search che segna una flessione del 3,03% al termine degli scambi. Più netto il declino d elle piazze cinesi, in rally di oltre il 2% nella seduta di lunedì. Lo Shanghai Composite perde lo 0,81% mentre è dello 0,95% il declino dello Shanghai Shenzhen Csi 300. Peggiore performance è quella dello Shenzhen Composite deprezzatosi dell’1,24% al termine degli scambi. Si muove invece intorno alla parità l’Hang Seng di Hong Kong mentre è intorno allo 0,50% avvicinandosi alla chiusura la perdita dell’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China.

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso la prima seduta della settimana in deciso rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,39%, l’S&P 500 l’1,45% e il Nasdaq Composite l’1,47%. I mercati azionari Usa hanno beneficiato del rally del petrolio e delle materie prime. L’Indice Chicago Fed National Activity nel mese di gennaio si e’ attestato a 0,28 punti, da -0,34 punti registrati nel mese di dicembre. Markit ha reso noto che nel mese di febbraio l’Indice PMI Manifatturiero (stima flash) e’ sceso a 51 punti dai 52,4 punti del mese precedente. La rilevazione di febbraio evidenzia un netto peggioramento delle condizioni operative segnalando la peggior lettura da ottobre 2012.

Sul fronte societario sugli scudi in particolare il comparto energetico.
Tra i singoli titoli Dean Foods -7,72%. Nel quarto trimestre i ricavi del gruppo alimentare sono calati più del previsto a 2,022 miliardi di dollari (-15,6% rispetto allo stesso periodo di un anno prima) contro i 2,072 miliardi indicati dal consensus. L’utile per azione adjusted si è attestato a 0,36 dollari, 2 centesimi in più delle attese.
TripAdvisor -0,49%. Stifel Nicolaus ha tagliato il rating sul titolo del famoso sito web di viaggi a sell da hold.
Lumber Liquidators -19,77%. Secondo il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) alcuni tipi di pavimento in laminato del gruppo aumenterebbero il rischio di cancro.

Sysco -4,93%. Il distributore di prodotti alimentari ha annunciato l’acquisto della rivale britannica Brakes Group per 3,1 miliardi di dollari.
Intel +2,23%. Il colosso del chip ha comunicato nuove partnership industriali con gruppi delle telecomunicazioni come Ericsson, KT, LG Electronics, Nokia, SK Telecom e Verizon per lo sviluppo delle reti 5G. Nuovi modem e circuiti integrati dovrebbero fornire una maggiore connettività a smartphone e pc nella prospettiva di Internet delle cose. United Technologies +4,58%. Secondo indiscrezioni il conglomerato industriale potrebbe fondersi con Honeywell (-1,94%).
Verizon +0,37%. Il gruppo delle telecomunicazioni ha annunciato l’acquisto della rete in fibra ottica di XO Communications, società di proprietà dell’investitore attivista Carl Icahn, per circa 1,8 miliardi di dollari.

Allergan +3,71%. Il gruppo farmaceutico ha chiuso lo scorso trimestre con un forte incremento dei ricavi.

Europa
Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in calo a causa di alcune prese di beneficio dopo il rally di ieri. Il Dax30 di Francoforte cede l’1%, il Cac40 di Parigi lo 0,7%, il Ftse100 di Londra lo 0,8% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,9%.
In Germania, l’Ufficio Federale di Statistica (Destatis) ha pubblicato le stime preliminari del Pil relativo al quarto trimestre. Il dato ha evidenziato un incremento dello 0,3% su base trimestrale, in linea al consensus e alla rilevazione precedente. Su base annuale la crescita si e’ attestata al +2,1% confermando le stime preliminari.
In Francia la fiducia degli imprenditori è stabile a febbraio: l’indicatore sulla fiducia negli affari si attesta a 103 punti in linea con la rilevazione precedente e superiore alle attese degli analisti fissate su un indice pari a 102 punti. Tra poco sarà pubblicato l’indice IFO tedesco (fiducia imprese) del mese di febbraio.

Italia
Ieri Piazza Affari ha chiuso in rialzo la prima seduta della settimana trainata da banche, settore oil e Telecom Italia. L’indice Ftse Mib ha chiuso con un balzo di circa il 3,3% in area 17.480 punti. Sul fronte delle banche: Banco Popolare ha guadagnato il 7,11% a 7,98 euro, Montepaschi il 4,10% a 0,533 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 9,48% a 5,065 euro, Intesa SanPaolo il 3% a 2,398 euro, Ubi Banca il 7,71% a 3,546 euro, Unicredit il 6,69% a 3,41 euro.
I titoli del settore oil hanno sfruttato l’exploit del petrolio: Eni è avanzata del 3,69% a 12,36 euro, Saipem ha guadagnato il 5,26% a 0,348 euro e Tenaris ha mostrato un progresso del 4,10% a 9,755 euro.
Brillante Telecom Italia (+5,19% a 0,90 euro) dopo che Vivendi ha fatto sapere di aver investito altri 161,4 milioni di euro nel gruppo delle telecomunicazioni, rafforzando il suo ruolo di primo azionista di Telecom con una quota che ora si attesta al 22,8 per cento.
Ancora positiva Mediaset (+1,60% a 3,286 euro) anche se con un rialzo inferiore rispetto all’indice di riferimento. Il titolo del Biscione venerdì scorso era salito del 3,4% in scia alle indiscrezioni del rinnovato interesse da parte di Vivendi per Mediaset Premium.

I dati macro attesi oggi
Martedì 23 febbraio 2016
08:00 GER PIL (finale) trim4 2015;
08:45 FRA Indice fiducia imprese feb;
10:00 GER Indice IFO (fiducia imprese) feb;
14:30 EUR Intervento Nouy (BCE);
14:30 USA Intervento Fischer (Fed);
15:00 USA Indice S&P-Case/Shiller (prezzi abitazioni) dic;
16:00 USA Vendite abitazioni esistenti gen;
16:00 USA Indice fiducia consumatori (Conference Board) feb;
16:00 USA Indice Richmond Fed feb.