L’innovazione è figlia dell’apprendimento e del desiderio

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Se non siete in grado di ispirare il vostro team con la sensazione di avere uno scopo, mai vedrete realizzata la vostra visione. Abbiamo scelto di andare sulla luna in questa decade e di fare altre cose, non perché sono facili ma perché sono difficili, perché questo traguardo servirà a organizzare e misurare il meglio delle nostre energie e capacità, perché questa sfida la vogliamo accettare e non la vogliamo rinviare, e intendiamo vincerla.
John F. Kennedy, 12 settembre 1962

La storia dell’avvio della conquista dello spazio è nota e usata spesso come fatto storico particolarmente significativo per spiegare le componenti di un grande processo innovativo.
Le voglio ricordare ancora.
Quando il Presidente Kennedy coinvolse la nazione a portare un uomo sulla luna entro la fine degli anni 60, c’erano un sacco di motivi per essere scettici e pensare che non poteva farcela: esigenze sociali ed economiche conflittuali, il grandissimo rischio, il costo estremamente elevato, l’apparente impossibilità di riuscirci davvero.
Ma aveva un sogno e lui aveva anche fiducia e poi sapeva parlare direttamente al senso di patriottismo e orgoglio degli Americani: “I valori di questa Nazione possono essere soddisfatti solo se siamo al primo posto”.
Era la sua capacità di attrarre parlando sia i cuori che alle menti che coinvolgeva la nazione e i suoi astronauti nel più audace percorso d’innovazione mai sino a quel momento e che tutto sommato continua ancora.
L’innovazione ha bisogno di cambiamento e ci sono, come sappiamo benissimo, potenti barriere emotive e di consistenza dei processi d’apprendimento al cambiamento.
E poi anche il più brillante degli sforzi d’innovazione può fallire se ci si dimentica di produrre senso trattare e coinvolgere su il “perché” dietro al “che cosa”.
Una passione per l’innovazione inizia con uno scopo coinvolgente indirizzando i bisogni emotivi e intellettuali in uguale misura.
Ma vediamo che, le organizzazioni (di tutti i tipi compreso quelle politiche e di governo delle città) dedicano più tempo a spiegare perché stanno innovando e come i processi funzioneranno (quando lo fanno) piuttosto che le ragioni alla base dell’innovazione.
Ma è una differente nozione dello scopo (che è un ragionamento profondamente emotivo e razionale) che ha il maggior potenziale per coinvolgere le persone nella risoluzione dei problemi connessi con l’innovazione.
Lo scopo comunica alle persone che quello che stanno facendo è importante: per la loro azienda, per la loro famiglia, per la loro comunità, per il loro paese.
I leader di successo padroneggiano l’arte di bilanciare la ragione e l’emozione per ispirare l’azione e il cambiamento. La chiave non è nel usare tanto uno specifico strumento ma nell’avere un approccio bilanciato in tutte le varie forme di comunicazione, impiegando la persuasione razionale ed emotiva a ogni stadio del percorso.
L’innovazione è un processo che richiede una costante manovra strategica, pazienza e leadership.
Insisto su questo punto perché in fondo la formula è semplice: i risultati di un sistema dipendono dai comportamenti che le persone mettono in atto, i comportamenti possono essere utili o dannosi (mai neutri) sono utili quando sono caratterizzati da conoscenza, abilità, motivazione e quando sono integrati con i comportamenti collettivi in una condivisione e senso di responsabilità.
Quando qualcuno mi dice che “crede nella formazione”mi appare come tutto sommato ingenuo.
Non si può non credere nella formazione se si considera come strumento per l’apprendimento e questo è la condizione per lo sviluppo dei comportamenti.
Riprendo il ciclo: se i comportamenti producono effetti, allora questi sono il vero elemento strategico per il benessere e lo sviluppo.
La cosa fondamentale non è insegnare ma imparare e ognuno dovrebbe essere titolare di un suo personale progetto di crescita.
Sviluppo del business o di un luogo (le città soprattutto) e sviluppo del capitale umano (ovvero dei comportamenti risultanti dinamicamente dall’apprendimento vissuto) sono due facce della stessa medaglia.
I comportamenti di valore sono capaci di ottenere innovazione incrementale in grado di migliorare il progresso e i leader sono tali sono nella misura in favoriscono tutto questo.