L’incanto di Iside nel cuore di Pompei

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Apre la mostra “Egitto-Pompei” agli Scavi di Pompei. Allestita dall’architetto Francesco Venezia in un padiglione posto su un lato della Palestra Grande, i visitatori potranno ammirare le statue della dea Sekhmet, “Colei che è potente”, ritratta in sette simulacri di diorite alti più di due metri, e del faraone Thutmosi I. L’esposizione, curata dal soprintendente di Pompei Massimo Osanna con Marco Fabbridell’Università di Roma Tor Vergata e Simon Connor e con l’organizzazione di Electa, sarà aperta fino al 2 novembre e comprende anche alcune “Aegyptiaca”, medaglie e ciondoli metallici, alcuni dei quali ritraggono Sekhmet. 

imagesSu un lungo tavolo creato da Studio Azzurro, poi quattro proiettori introducono il tema del culto di Iside, la divinità egizia che trovò più seguaci nel mondo antico. Come peraltro testimonia il tempio di Iside che si trova negli Scavi, riaperto proprio per l’occasione. Alle spalle del tempio è stata allestita anche una sala multimediale curata da Adele Lagi, responsabile del Piano di fruizione di Pompei, nella quale è proiettato un video dedicato al culto della dea, diretto da Stefano Incerti e interpretato da Peppe Servillo nei panni di Apuleio. Sono state inoltre riaperte alcune domus nelle quali si riconoscono i caratteri della moda egizia che ispirò arredi e decorazioni con rimandi a simboli religiosi, divinità e paesaggi del Nilo.
Due ore e mezza di meraviglia (ma volendo ci si può limitare alla visita della mostra e del solo tempio), per chi vuole guidate da apposita app alla scoperta di pareti decorate di fantasiosi ed esotici paesaggi, pigmei, pappagalli, coccodrilli. Fascinoso al punto che si dice abbia ispirato Mozart per le ambientazioni del suo Flauto Magico, il santuario di Iside a Pompei è una delle strutture meglio conservate tra le tante testimonianze di questo culto ritrovate nel mondo romano. Anche qui la visita è ‘aiutata’ da prestiti eccezionali, come gli affreschi e le copie di statue arrivate dal Museo archeologico di Napoli, e appoggi multimediali: “Abbiamo voluto ricreare lo stesso ambiente che si presentò agli archeologi al momento della scoperta a metà del Settecento“, fa notare il soprintendente Osanna.
L’esposizione nasce dalla collaborazione tra la Soprintendenza di Pompei, il Museo Egizio di Torino, da cui è partita l’idea della mostra itinerante, e ilMuseo Archeologico Nazionale di Napoli, dove approderà a giugno e in ottobre con l’inaugurazione di nuove sezioni e la riapertura della collezione egizia. “In una fase così delicata dei rapporti diplomatici tra Italia ed Egitto – osserva il sottosegretario ai Beni culturali e al Turismo Antimo Cesaro – questa mostra, unendo idealmente le sponde di due continenti, assume anche un grande rilievo simbolico. Ci ricorda infatti che il Mediterraneo, oltre che spazio teatro di conflitti e negli ultimi decenni anche di dolorosi sbarchi, può rappresentare, come accaduto nell’antichità, anche un luogo dove le culture dei Paesi che vi affacciano possono incrociarsi e fondersi traendone vicendevole vantaggio“.