L’eterna Bagnoli e la camorra colta

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1.

Una telenovela a lieto fine… alterno. Questa volta il Sindaco di Napoli si è incontrato con una delegazione del Governo a Palazzo Chigi e c’era anche “l’aborrito” Commissario per Bagnoli. Non ha fatto velo, pur con qualche bizantinismo giustificativo,  al Sindaco, e non ha impedito l’incontro, propedeutico alla firma del Patto per Napoli. Le opposizioni hanno esultato, Bassolino dalla sua “Festa Sudd” altrettanto e tutti hanno pensato al Presidente della Repubblica, sicuro “facilitatore” di questo disgelo. Così Matteo Renzi ha buone speranze di incontrare il “nostro” Sindaco, che intanto prepara lo Statuto per “Napoli, Città Autonoma” nelle stesso tempo in cui si tengono le elezioni, di secondo grado, per eleggere il Consiglio della Città Metropolitana, di cui lo stesso Sindaco è Presidente: deve aver pensato, il “nostro”, che, in fine dei conti, la contraddizione, di questi tempi, paga sempre. Quindi, avviato il disgelo, altre e copiose risorse pioveranno su Napoli, oltre a quelle già stanziate per Bagnoli. Personalmente, nella mia lunga esperienza nelle Istituzioni, sono sempre stato contrario all’Istituto del “Commissario”, fin dal tempo della legge 219/81 per la ricostruzione post-terremoto, che ne prevedeva addirittura due. Ero certo, e così è stato, che avrebbero delegittimato le Istituzioni democratiche, Consigli e Giunte. L e procedure straordinarie, meglio, eccezionali, previste sono una “scorciatoia” allettante, ma pericolosa, perché affidate ad un uomo solo. Nel passato, comunque, per assicurare un minimo collegamento con le Istituzioni elettive, spesso, come accadde proprio per la Ricostruzione, venivano nominati Commissari i Sindaci ed i Presidenti di Regione. In questo senso, almeno, per Bagnoli, il Sindaco avrebbe di che lamentarsi. Tuttavia, nel caso specifico, il Sindaco di Napoli ha già dimostrato di non saper spendere celermente le copiose risorse di cui è destinataria la Città. Basti pensare, solo per elencare, ai ritardi nella spesa dei Fondi Europei, stanziati per il Centro Storico, la Mostra d’Oltremare, la Metropolitana. Con gli stessi ritardi l’eterna Bagnoli non decollerebbe mai. Le opposizioni, guidate da due attive Parlamentari, farebbero bene a parlare di queste cose, a mettere in mora, cifre e tempi alla mano, il Sindaco ed inchiodarlo alle sue responsabilità, invece di farsi dettare l’agenda, su tempi ed argomenti, dallo stesso Sindaco e limitarsi a giocare  di rimessa. Altrettanto farebbero bene, nell’interesse della Città, a far sentire la loro parola Associazioni di categorie e Sindacato: dimostrerebbero di essere “vivi” ed impegnati attivamente, invece di lamentarsi a fasi alterne.

2.

Voglio confessare ai miei sette lettori un mio turbamento di questi giorni. Al netto dei diritti e del rispetto delle leggi dello Stato, che ne prevedono l’esercizio, sono rimasto turbato dal matrimonio del Sindaco di San Giorgio a Cremano con il suo compagno. Ripeto, non dal matrimonio in sé, che è stato celebrato nel rispetto delle leggi, che sono in vigore, e prescindono dalle posizioni di chi non le condivide. Ciascuno è libero di non usufruirne, senza pensare di ostacolarne l’esercizio. Mi ha colpito invece l’esibizione sfrenata di quel legittimo esercizio di un diritto. Le foto, con bacio, sulla terrazza di Castel Dell’Ovo, la passeggiata fino al Gambrinus, la celebrazione del matrimonio, “officiato” dalla prima firmataria della legge che lo consente, la Senatrice Monica Cirinnà, delegata dallo stesso Sindaco, in una delle più belle “Ville Vesuviane”, con larga e gioiosa partecipazione di popolo ed il ricevimento, con la presenza di alte cariche istituzionali, nel Museo di Pietrarsa. Abiti degli sposi, rigorosamente firmati, menù, ampiamente comunicato, di chiara ispirazione mediterranea. In ultimo la notizia che una parte dei regali sarebbe stata data in beneficenza. La stampa ha dato amplissimo spazio e rilievo alla cronaca di tutta la giornata degli sposi, corredandola delle foto più significative. Per carità, tutto legittimo e comprensibile, perché, quando c’è gioia ed amore, è giusto viverlo e condividerlo. Mi ha turbato la esibizione compiaciuta. Si dirà: avresti avuto lo stesso turbamento per il matrimonio di  una coppia, donna-uomo?! Certo che no, a meno che non ci fosse stata una esibizione forzata e sguaiata. Ma, rifletto, a quella coppia, che definirò classica, nessun giornale avrebbe dedicato pagine e foto. In definitiva, è il mio modesto e rispettoso pensiero, quando si sa che un fatto, intimo e personale, suscita curiosità spinta, magari per la sua “novità”, credo che sia opportuno usare la massima discrezione. Proprio per il rispetto al valore del sentimento intimo, che in quella cerimonia trova ufficiale sanzione e riconoscimento. Il resto appartiene ad un rituale che tanti, anche dei partecipanti a quella “festa”, proprio in occasione di matrimoni, di stampo tradizionale, non avrebbero esitato a bollare come “borghese”. Naturalmente non per fare un complimento.

3.

Chi l’avrebbe detto: la camorra colta! Sono sati ritrovati dalle nostre Forze dell’Ordine, dopo lunghe e pazienti indagini, due preziosi dipinti di Vincent van Gogh, “La Spiaggia di Scheveningen” e “L’uscita dalla chiesa protestante di Nuenen”. Trafugati con incredibile facilità dal Museo di Amsterdam, 15 anni fa, erano “custoditi” in un anonimo covo della camorra a Castellamare di  Stabia. Pare che il boss di riferimento avesse questo irrefrenabile desiderio di “possedere quella Bellezza che non si possiede mai e si può invece solo sfiorare per pochi minuti in un Museo”. “Possedere la Bellezza” e contemporaneamente uccidere, usare violenza, malversare: la contraddizione che non si compone mai. Anche questo accade, al tempo di Gomorra. Intanto Matteo Renzi ha potuto dare la buona notizia al Premier olandese Mark Rutte, ed il Mondo ha recuperato due straordinari dipinti, che torneranno presto al “loro” posto. Finalmente davvero una bella notizia.