L’ Ecofin, questo sconosciuto (per molti)

Fonte Governo italiano

E così, ancora una volta, l’importante riunione dei paesi della UE che formano l’Ecofin, specializzata nella risoluzione di crisi di paesi dell’ Eurozona, svoltasi in Lussemburgo gli ultimi giorni della settimana scorsa, non ha prodotto risultati concreti. L’argomento di maggior importanza all’ordine del giorno di quella sessione era la ratifica dell’ aggiornamento dell’ operatività del MES. Come spiegava sabato mattina il titolare di una delle salumerie del villaggio al benzinaio che lo stava rifornendo, quello strumento di legge doveva essere tenuto nella  considerazione che merita, da usare come una ” cosa santa” da usare  a mò di un defibrillatore, cioè proprio quando non se ne può fare a meno, ovvero quando quella realtà sta collassando. Per evitare di finire in diatribe come quella tra Walter Chiari e Carlo Campanini sull’ identità del Sarchiapone, è opportuno descriverne con concetti semplici quanto più è possibile i punti salienti. Il primo concetto da ribadire è che il ricorso a esso (Eurofin) deve essere considerato come un’ultima Thule, a cui un paese può ricorrere proprio se non ne può fare a meno, accettando un piano di rientro concordato per tempo con la governance dello stesso.Osservan do quanto si è verificato la scorsa settimana, ovvero che il Ministro Giorgetti, unico tra venti colleghi di paesi che avrebbero dovuto votare si alla ratifica della modifica di quello strumento, ha dovuto farfugliare qualcosa di vago per giustificare il no italiano, unico tra venti. Continuando con l’adozione di comportamenti come quello appena descritto, l’Italia non va da nessuna parte e altrettanto induce a fare agli altri paesi. Dovrebbe essere ormai giunto il tempo di tenere separate le questioni tecniche da quelle politiche. È ancora più di scarso aiuto usare falene che, nei momenti di  particolare scollamento tra i problemi economici e quelli finanziari viene tirato in ballo.Quanto appena riportato dovrebbe servire a far si che il brodo cominci a restringersi. Stando così le cose, facendo attenzione a non sparare nel mucchio, potrebbe essere questo il comportamento giusto.Consentirebbe di ridurre al minimo parti della popolazione che con i conflitti in corso abbiano poco o niente da spartire e molto da perdere.