Il colosso delle ferrovie Hitachi Rail, nell’ambito degli spostamenti strategici derivanti dalla Brexit, pare voglia prediligere l’Italia per una sua nuova sede europea. Segnali incoraggianti in questo senso sono arrivati nei giorni scorsi dalla visita dell’ambasciatore giapponese in Italia, Keiichi Katakami, e in particolare dalle parole scambiate con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Katakami ha confermato che Hitachi Rail si sta organizzando per spostare il centro direzionale da Londra in un Paese Ue.
Mentre proseguono, seppur a rilento, i negoziati per la Brexit, molte aziende che hanno messo le radici nel Regno Unito si stanno sbrigando a fare i bagagli temendo di perdere l’accesso al mercato unico europeo. Banche, multinazionali, società finanziarie, ma anche enti ed istituzioni europee sono alla ricerca di una nuova patria in cui approdare prima che il Paese sia ufficialmente messo alla porta dell’Unione europea. L’Italia ha delle chance non indifferenti di avvantaggiarsi dal divorzio tra Londra e Bruxelles. Molte multinazionali giapponesi per esempio hanno già annunciato il trasferimento in Europa – Nomura, Daiwa e Sumitomo Mitsui hanno scelto Francoforte, mentre pare che Mitsubishi abbia scelto Amsterdam– e altre stanno ancora valutando le mete più convenienti.
E nella campagna acquisti generale, almeno su questa partita, l’Italia parte avvantaggiata da quando, nel novembre 2015, i giapponesi hanno comprato per 30 milioni di euro l’ex Ansaldo Breda di proprietà di Finmeccanica. L’idillio tra il colosso mondiale dei treni e i tre stabilimenti italiani di Pistoia, Napoli e Reggio Calabria (quasi 2mila dipendenti) sta funzionando alla grande. Hitachi Rail Italy in soli due anni ha fatto incetta di commesse in tutto il mondo: 190 milioni di euro da Fs, 40 milioni dalle Ferrovie Nord, 1,3 miliardi per la metro di Honolulu, 108 milioni per la manutenzione delle Frecce italiane, 300 milioni di dollari dalla metro di Miami, 500 milioni di dollari per la metro di Lima, 110 milioni di euro dalla metro di Tapei, 500 milioni di sterline dall’inglese First Great Western, 2,6 miliardi di euro da Trenitalia, 400 milioni di dollari dalla metro di Baltimora, 987 milioni di euro per i treni Vivalto, 423 milioni di euro dall’Atm.
A Luglio hanno lasciato lo stabilimento Hitachi Rail Italy di Reggio Calabria le ultime carrozze doppio piano trasporto regionale del treno ‘Vivalto’, frutto di una commessa per Trenitalia , costituita da 706 carrozze, 126 del tipo ‘ Semipilota’ e 580 ‘ rimorchiate ‘ , per un valore di 987 mln di euro. La produzione ha interessato tutte le fabbriche italiane : Napoli per la realizzazione del carrello su gran parte della flotta.
Il presidente Rossi non si è lasciato scappare l’occasione e ha iniziato a fare la corte a Hitachi Rail: “Da noi – ha detto all’ambasciatore – già operano la Yanmar a Pisa nel settore della meccanica, la Toray che a Lucca produce fibra di carbonio e la Ihimer, una joint venture tosco nipponica impegnata a Siena nello sviluppo dell’automazione. La Regione, con il settore attrazione degli investimenti, è pronta a fornire tutto l’aiuto necessario alle aziende che volessero seguire il loro esempio”. Katakami si è preso l’impegno di intercedere con il managment aziendale, ma soltanto nei prossimi mesi vedremo se le lusinghe del presidente toscano avranno dato i loro frutti.
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