L’affermazione “dulcis in fundo”, usata già nella Roma dei Cesari, varrà anche per la Parigi di questi tempi?

Di Bundesarchiv, B 145 Bild-F010324-0002 / Steiner, Egon / CC-BY-SA 3.0, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9848371

Il Generale Charles De Gaulle, Presidente della Repubblica Francese nell’immediato dopo guerra, non perdeva mai l’occasione per citare, poggiando la mano sulla spalla di uno dei potenti interlocutori con cui era a colloquio, il Re Sole e la Grandeur.
Con tale termine si continuò a colorire il nome di quella nazione oltre le Alpi ancora anni dopo la scomparsa del “Generale”. Lo stesso che aveva fatto uso e abuso di quel termine. Un perchè oggettivamente non contestabile era che la “Ville lumière” aveva cominciato a essere definita così dalla fine dell’altro secolo. Motivo di grande orgoglio per quella popolazione, non essendo ancora dotate di tale meraviglia della tecnologia elettrica diverse altre città europee. Da condizionare a esprimersi con gran cautela sono alcuni comportamenti adottati proprio in questi ultimi tempi, soprattutto per quanto riguarda l’acqueil di quanti si stanno recando da quelle parti per assistere ai Giochi Olimpici in corso. Passando in rassegna quanto è stato riservato dall’ organizzazione ai padroni di casa e agli ospiti, ci si rende conto che il tutto si sta svolgendo in maniera difforme da quanto chiunque avrebbe potuto immaginare fino a solo qualche anno fa. Prender parte a quel grande show in corso ora che era già allora in preparazione, ha concorso probabilmente perché i padroni di casa ora si stiano giustificando. Lo faranno di sicuro dicendo, a braccia aperte,”a la guerre comme à la guerre”, concludendo con un laconico “désolée, mais c’est la vie”. Rispondendo i Parigini in tal modo, daranno anche segni di rammarico, perché una volta non sarebbe certamente andata così. Bisogna non trascurare però che ogni edizione di quei giochi fa girare cifre considerevoli e nessuno, francesi e non, riesce a consentirsi il privilegio di non far conto sulle entrate che provengano da esse. Come staranno ripetendo a Lutetia e anche altrove i nuovi Galli, quando durante un evento del genere emergono con chiarezza opportunità mercantili, sarà sempre tutto condizionato dalle “question d’argent”, come definiscono i problemi di denaro sulla Senna e dintorni.