Un’avventura iniziata nel 2006 che ha portato Italo a trasportare piu’ di 13 milioni di passeggeri nel 2017 e ha permesso all’Italia di aprire alla concorrenza il mercato dell’Alta velocita’ ferroviaria. Ecco come nasce la ex Ntv, la concorrente del Frecciarossa che ora si chiama Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori, e quanta strada ha fatto.
COME NASCE NTV
Nuovo trasporto viaggiatori (Ntv), primo operatore italiano privato nel trasporto ferroviario di persone sulla rete ad alta velocita’, e’ stata creata nel dicembre 2006 da Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle, Gianni Punzo e Giuseppe Sciarrone, ai quali si sono aggiunti Intesa Sanpaolo, Generali Financial Holdings e Alberto Bombassei. Il 9 ottobre ha annunciato l’ingresso nel capitale, con una partecipazione di minoranza del 20%, di Sncf, l’impresa ferroviaria europea che per prima ha sviluppato i servizi viaggiatori ad alta Velocita’ e che ha una grande esperienza in questo settore. Ntv e’ anche il primo operatore al mondo ad utilizzare il nuovo treno Alstom AGV, detentore del primato di velocita’ ferroviaria. Quando l’Italia ha recepito la normativa comunitaria relativa alla liberalizzazione del trasporto ferroviario, in molti dubitavano che una compagnia privata potesse diventare una realta’ consolidata. La fase di start up e’ durata quasi sei anni e ha rivelato la tenacia di un gruppo di azionisti che ha investito nel progetto oltre un miliardo di euro, tutto capitale privato, senza alcun aiuto o paracadute pubblico.
L’ARRIVO DI ITALO E IL NOME ‘SOCIAL’.
ltalo si e’ staccato dalla banchina della stazione di Napoli, alle 7 del mattino di quel 28 aprile 2012. Il nome del treno rosso e’ stato scelto dalla societa’ insieme ai navigatori della grande rete attraverso un sondaggio lanciato su Internet che ha raccolto oltre 37 mila voti. Tra tutti i nomi suggeriti dai viaggiatori on line ne sono stati selezionati quattro: Velox, Italo, Saetta e Mercurio, messi in votazione dal 10 al 16 novembre. Il piu’ votato e’ risultato Italo che e’ diventato cosi’ ufficialmente il nome del treno di Ntv. La flotta dei treni Italo e’ composta da 25 treni Agv 575 in grado di viaggiare ad altissima velocita’, fino a 360 Km/h e 17 nuovi Italo EVO di cui 4 gia’ in servizio da dicembre 2017.
I COLLEGAMENTI
Al momento della partenza Italo copre solo la dorsale Napoli-Roma-Firenze-Bologna-Milano, ma l’incremento dei collegamenti e’ costante nel corso degli anni. Si aggiungono Salerno e, a partire dall’ottobre 2012, la tratta Roma-Venezia, che fa tappa a Bologna, Padova e Mestre. Dal 9 dicembre 2012, Italo si ferma anche preso la stazione di Torino Porta Susa, portando il network di Italo dalle cinque destinazioni iniziali a nove, che diventano dieci pochi nel giugno 2013, quando apre la stazione di Reggio-Emilia (Mediopadana). Fra il 2014 e il 2015 Italo arriva a Roma Termini, Milano Centrale e Verona. Nel 2016 a Brescia e Ferrara. Ad oggi, le citta’ servite dai treni Italo sono 14, quasi triplicate rispetto al primo anno, mentre le stazioni complessive sono ben 19. Solo sulla tratta Roma Termini-Milano Centrale viaggiano 19 i treni No Stop che collegano le due citta’ in sole 2 ore e 55 minuti: n totale di 40 treni al giorno, con una frequenza di un treno ogni mezz’ora nelle ore di punta. Nel 2017-2018 arriveranno 17 nuovi convogli, treni di ultima generazione appartenenti alla famiglia del Pendolino, per aumentare i collegamenti e mettere a disposizione dei viaggiatori sempre nuovi servizi.
DAL TRENO AL BUS
Nel 2012 e’ partito come treno, ma oggi Italo si e’ evoluto: e’ diventato anche bus. Il 13 dicembre 2015 infatti ha preso il via il progetto Italobus, sistema di trasporto integrato rotaia – gomma, che consente di raggiungere diverse stazioni dell’A/V utilizzando un unico biglietto.
I NUMERI
Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori ha diffuso i numeri del 2017: sono in miglioramento e permettono agli azionisti (tra i quali Della Valle, Intesa Sanpaolo, Generali, Montezemolo, Bombassei, Punzo e Cattaneo) di incassare un dividendo da 30 milioni, pagabile a luglio 2018, che significa quasi il 90% dell’utile generato nell’esercizio. Il Cda ha approvato un bilancio con 454,9 milioni di ricavi, contro i 364,4 milioni del 2016: si tratta di un incremento del 24,8%. Anche i margini sono saliti: l’Ebitda (escluse le voci straordinarie) e’ passato da 95 a 155,7 milioni (+64%).